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Salute cardiovascolare: i consigli del professor Giustini

Pubblichiamo alcuni consigli medici del Professor Angelo Giustini, docente a contratto presso l’università romana di Tor Vergata, specialista in malattie cardiocascolari, del rene e delle vie urinarie. Un passato come Direttore della Sanità della Guardia di Finanza, ora in quiescenza come generale di divisione. Soprattutto, oggi è specialista nella riabilitazione cardiovascolare.

Oggi parliamo soprattutto di malattie cardiovascolari. I dati dicono che in Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte, provocando circa il 35% di tutti i decessi. In particolare, le malattie ischemiche del cuore e le malattie cerebrovascolari sono tra le principali cause di mortalità, con l’infarto del miocardio e l’ictus che giocano un ruolo significativo. Ogni anno, si verificano circa 230.000 decessi correlati a malattie cardiovascolari, corrispondenti a 25 decessi ogni ora.

La prima causa di morte al mondo sta nelle malattie cardiovascolari. Sono 230mila vittime all’anno. 25 decessi all’ora. Più le tragiche morti nei giovani sotto i 35 anni. Molti fattori agiscono in sinergie. Sono malattie multifattoriali. Fumo, sedentarietà, obesità, ipertensione, diabete, valori alterati nel metabolismo complessivo.

Professore, con la sua scienza ed esperienza, lei conferma questi dati?

Bisogna fare una premessa. Partendo da uno stato di salute pari a 100, quali sono le possibili cause di malattia in un organismo sano? Un buon 30 per cento deriva da cause genetiche. Un 10 per cento dal fumo, un altro 45 per cento da alimentazione sbagliata e stile di vita errato; infine, un 15 per cento deriva da cause post traumatiche o psichiatriche.

Emerge il dato lampante per cui alimentazione e stile di vita insieme sono determinanti. Il DNA alterato è importante, e può esserlo per cause infiammatorie varie, non solo genetiche: infettive, traumatiche, neoplastiche…

Oggi la prima causa di morte al mondo sta nelle malattie cardiovascolari. Sono 230mila vittime all’anno. 25 decessi all’ora. Più le tragiche morti nei giovani sotto i 35 anni. Molti fattori agiscono in sinergie. Sono malattie multifattoriali. Fumo, sedentarietà, obesità, ipertensione, diabete, valori alterati nel metabolismo complessivo.

Molti progressi son stati fatti, specie dal 1900 in avanti. Nel 1900 si viveva in media 48 anni. Con le vaccinazioni dei tempi successivi, la potabilizzazione delle acque, la sicurezza sui luoghi di lavoro e la lotta al fumo, siamo arrivati ad una aspettativa di vita di 77 anni nel 2000, fino al 2025: donne 88 anni e uomini 82 anni.

Ma si sono stravolte le cause di morte principali: prima causa resta quella legata alle malattie cardiache, seguite da cancro, ictus, e solo ridottissime le malattie infettive, che a inizio ‘900 erano la causa principale di decessi.

La prevenzione può essere efficace per allontanare questa emergenza? Come?

A partire dalla corretta anamnesi, la prevenzione va eseguita in varie fasi. In primis il riposo, dormire almeno 6/8 ore, attività fisica soprattutto aerobica, alimentazione parca e evitare lo stress eccessivo.

Siamo in estate, le temperature saranno sempre più elevate: questo comporta ulteriori rischi per i cardiopatici? Come possono difendersi?

Bere molto, soprattutto acqua e thè. Stare al riparo in ambienti ben ventilati, soprattutto nelle ore più calde. Controllare la pressione arteriosa. Per gli ipertesi, il caldo fa già abbassare la pressione. In genere, per chi ha squilibri di pressione, vanno riviste le cure in corso col proprio medico specialista. Per gli ipotesi invece, senza ricorrere ai farmaci, in prevenzione si consigliano le pastiglie di liquirizia, piacevoli al palato, che con sostanze del tutto naturali riescono a riequilibrare la pressione arteriosa degli ipotesi.

Pensa che il sistemo sanitario italiano faccia abbastanza per controllare e arginare i rischi cardiovascolari dei cittadini? Cosa si potrebbe fare di più?

È un bene universale, ma andrebbe organizzato meglio nel nostro paese. Anche se abbiamo le migliori eccellenze medico-scientifiche al mondo, non c’è un coordinamento valido. Ne è prova il comportamento della sanità a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale. Tutto ciò non è armonizzato, e andrebbe messo in rete con apposite strutture digitali. Ma di questo ne parlerò prossimamente./LaGiustizia