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Albania: dalla jufka all’agriturismo

Ha iniziato con la pasta tradizionale fatta in casa e poi ha dato alloggio ai turisti che venivano da lei per degustare i prodotti. La storia di Dashurie è ora un esempio e un’opportunità per molte donne albanesi

Di  Gentiola Madhi, Osservatorio sui Balcani

Da oltre un secolo Dibra è l’area per eccellenza per la produzione della jufka, un tipo di pasta fatta a mano in modo tradizionale. Dieci anni fa, due signore, suocera e nuora, decisero di intraprendere un’iniziativa di produzione della jufka secondo il metodo artigianale per mantenere la famiglia. Oggi, quest’impresa famigliare si è allargata con un’area ristoro e un agriturismo e Dashurie Zerja è un’imprenditrice di successo e un sostegno ai diritti di molte donne della zona in cui abita.

Come ha preso avvio la vostra esperienza nel settore della produzione della jufka e dell’agriturismo in generale?

Era il luglio del 2008 quando abbiamo cominciato questo percorso, inizialmente solo con la produzione della jufka, un tipo di pasta tradizionale dell’area di Dibra. Poi abbiamo allargato la gamma dei prodotti anche alla produzione del trahana – miscela fermentata di grano e yogurt, di norma consumata come zuppa – nonché di sottaceti e composte, succhi di frutta, frutta secca e spezie. Aumentando la varietà dei prodotti è nata la necessità di avere un ambiente in cui essi venivano serviti e cucinati ai clienti, molti dei quali, essendo principalmente turisti, avevano bisogno anche di spazi per accomodarsi per la notte. Basandosi sulle richieste e le esigenze dei clienti, è nata piano piano l’idea di avviare un’attività agrituristica complementare, nel contesto dell’impresa famigliare che avevamo fatto crescere col tempo.

La Jufka

La jufka è un tipo di pasta preparata mano tradizionalmente. Di solito è fatta con farina di grano duro di alta qualità (Triticum durum) macinata in mulini ad acqua. La farina è mescolata con il latte, le uova (quattro tuorli più quattro uova intere per 1 kg di farina) e il sale. L’impasto viene lasciato in un luogo asciutto per 1-5 giorni a fermentare naturalmente. Poi, la pasta viene stesa e tagliata in nastri sottili, che vengono lasciati ad asciugare. Dopo l’essiccazione, la jufka può essere conservata in scatole di carta, in sacchetti o scatole di legno. È importante che le tagliatelle siano ben ventilate per evitare la muffa. La jufka è uno dei prodotti tipici della zona di Dibra, in Albania orientale. Ha una tradizione secolare ed è parte della cultura gastronomica della comunità Arbëreshë, una comunità di albanesi che vivono in Italia dal 1480. È preparata principalmente dalle donne di Dibra. Nel villaggio di Vakuf, in una zona con limitate opportunità di lavoro, un gruppo di donne ha iniziato a produrre artigianalmente la jufka per venderla. La jufka è da sempre prodotta prevalentemente per il consumo casalingo, tuttavia è ora possibile acquistarla anche in alcuni mercati. Con la diffusione della pasta industriale, più economica e facile da preparare, questa pratica rischia di scomparire. Durante il periodo del regime comunista, quando la cottura e le ricette tradizionali erano scoraggiate, il metodo di preparazione venne dimenticato da molti. Oggi, solo un numero limitato di donne detiene ancora il sapere per preparare correttamente una buona jufka. Si spera che la riscoperta di questo prodotto consenta alla tradizione di sopravvivere tra le giovani generazioni.

Quali servizi offre il vostro agriturismo, in linea anche con le opportunità turistiche della zona?

Il nome dell’agriturismo è un richiamo alla tradizione della nostra famiglia, chiamandosi “Bujtina e Jufkave” (l’agriturismo della jufka), perché la produzione della jufka ha segnato il punto di partenza dell’intera attività. Costruito in stile tradizionale e con una capacità di 8 camere, l’agriturismo offre un’atmosfera rilassante per gli amanti della natura e per i turisti interessati a conoscere la cultura gastronomica, le tradizioni e le usanze della zona di Dibra, tramandate da diverse generazioni. Negli ultimi anni, abbiamo notato una crescente presenza di turisti dall’Europa e oltre, che sono interessati a scoprire le bellezze di Dibra, e in questo senso l’agriturismo è complementare alla ristorazione tradizionale e alla vendita diretta di prodotti locali. L’idea è appunto di creare un valore aggiunto per tutta la regione, per poter sviluppare ancora il settore del turismo familiare.

In merito alla clientela, dove riuscite a distribuire i vostri prodotti?

I principali consumatori della jufka sono gli abitanti della zona, perché conoscono bene questo prodotto. Però c’è una richiesta anche da altre zone dell’Albania: la città di Peshkopia viene visitata un paio di volte all’anno proprio per le nostre terme con alte proprietà curative ed allora anche altrove si conosce questo prodotto tipico. Abbiamo punti vendita a Tirana e, soprattutto tramite gli albanesi emigrati all’estero, molti dei nostri prodotti sono arrivati in ogni angolo d’Europa fino agli Stati uniti.

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Avete instaurato qualche forma di collaborazione con gli agricoltori della zona?

I nostri prodotti sono realizzati con materie prime offerte dagli agricoltori locali. Sono soprattutto le donne a contribuire in tal senso; noi abbiamo creato un punto di raccolta comune per immagazzinare e conservare i prodotti acquistati dagli agricoltori locali. Oltre all’acquisto delle materie prime, stagionalmente assumiamo poi molte signore nella nostra azienda che ci aiutano nella produzione.

Quanto è difficile essere una donna imprenditrice nell’area di Dibra?

Se si ha presente la regione di Dibra la risposta è scontata: difficile. Occorre però anche dire che le cose sono cambiate ultimamente. Ci sono molte organizzazioni non-governative che per molti anni ci hanno supportato in diversi modi consentendoci di promuovere i nostri prodotti in diverse fiere, e far crescere così la nostra attività giorno dopo giorno.

Secondo lei, qual è la prospettiva di sviluppo di questa zona? Possiamo sperare in futuro ad un ritorno dei giovani interessati ad investire nel settore agricolo?

Nei prossimi anni è prevista la costruzione della Strada di Arbri (Rruga e Arbrit), un’infrastruttura che dovrebbe dare un forte impulso alla provincia di Dibra, collegandola in modo migliore a Tirana e trasformandola in una via di comunicazione con la Macedonia del Nord. Mi aspetto quindi che vi sia l’opportunità e la necessità di espandere alcune attività, in particolare quelle legate all’agriturismo. Attualmente sempre più giovani si trovano coinvolti in questo settore, ad esempio, nel mio caso, per la progettazione e la costruzione della “Bujtina” (l’agriturismo, ndr) un grande supporto lo ha dato mio figlio maggiore, Fabio. Vedo un grande interesse in questo campo non solo da parte sua, ma in generale da parte dei giovani della sua età.

Riguardo alla legislazione in vigore, quanto è stato difficile intraprendere questo cammino? Avete ricevuto qualche forma di sussidio o altri benefici dallo stato o istituzioni terze?

Gli inizi sono difficili per chiunque e in qualsiasi tipo di impresa; non importa quanto piccole siano le aziende: le sfide sono grandi e talvolta il percorso molto lungo. La legislazione in vigore è mirata a coinvolgere sempre più le donne nel processo decisionale e nell’imprenditorialità e quindi, nel mio caso, ho potuto godere di alcune facilitazioni, forza trainante per chiunque desideri avviare un’attività. Per sostenere l’ulteriore sviluppo dell’agriturismo in Albania, che è agli suoi inizi, la principale facilitazione è la riduzione delle tasse rispetto ad altri tipi di aziende.

Inoltre per la costruzione dell’agriturismo abbiamo fatto domanda per una sovvenzione per lo sviluppo del settore agrituristico presso l’Agenzia per lo sviluppo agricolo rurale, che abbiamo poi ottenuto. È servito come incentivo per mettere in pratica il progetto della “Bujtina e Jufkave”. Durante il nostro cammino più che decennale abbiamo preso parte anche a progetti di supporto tecnico, come per esempio il progetto transfrontaliero promosso dall’Unione europea tra l’Albania e la Macedonia del Nord, che ha avuto una durata di due anni, in materia di certificazione della qualità.

Quali sono le sue aspettative per il futuro?

Ogni investimento si fa con gli occhi verso il futuro, che sia del breve o del lungo periodo. Per quanto riguarda il breve termine, speriamo di trasformarci in un’attrazione turistica della provincia di Dibra, con i prodotti e i servizi che l’agriturismo offre nel suo insieme. In seguito, man mano che la clientela cresce, vorrei fare un’ulteriore espansione delle strutture e dei servizi offerti. L’idea è che, oltre che per la famiglia, l’agriturismo diventi una risorsa per l’area di Dibra, presentando e preservando in modo dignitoso la nostra tradizione, ereditata di generazione in generazione.

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