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L’ Abbraccio della Turchia alla Piccola Albania

Di Fabrizio Rutiglione

Ormai che il presidente turco Erdogan si apre varchi in politica estera anche con la forza non fa più notizia, anzi, farebbe notizia il contrario.
Esempio sono tutti gli scenari di guerra come Libia e Siria, dove grazie alla properante forza armata è riuscito ad imporsi come potenza in tutto il medioriente e quasi in tutta l’area mediterranea.

Nota è anche la diplomazia efficace ed efficiente del “comandante” turco, obbiettivo influenzare le politiche di molti paesi a sé convenienti.

Mentre nei paesi con guerre civili il “nuovo sultano” mostra muscoli bellici, nei paesi in cui regna la stabilità esso sfoggia il fior fior della della diplomazia.

Ma sin dove arriva l’ambizione di Erdogan?

Insomma, è solo un caso che il presidente turco abbia deciso di fare proprio in Albania la sua prima visita dell’anno?

Ormai è quasi un decennio che la Turchia ha stretto molti rapporti di cooperazione con il paese balcanico, ma per quale motivo?
Solo una semplice amicizia?

Comunque sarebbe ingenuo pensare oggi a Erdogan come un semplice “amico” privo di doppi fini.

Forse l’unico che non vede o fa finta di non vedere è il primo ministro albanese Rama che proprio qualche giorno fa, all’arrivo di Erdogan egli è uscito con la battuta:

“Nessuno in Albania o in Europa debba essere infastidito dalle relazioni turco-albanesi”.

Visite e incontri tra i rappresentanti delle nazioni sono la base della diplomazia e della pace nonché dello sviluppo tra i popoli, ma è ben noto che dietro ogni incontro vi è molta geopolitica che non sempre hanno a che vedere solo con lo sviluppo e la cooperazione, specie se fatte da Erdogan.

Non a caso, all’indomani del terremoto di qualche anno fa, fu proprio il governo turco a farsi carico di alcune ricostruzioni, che sia solo amicizia?
Forse c’è di più, a insospettire i più arguti geopolitici ci sarebbero anche le parole che lo stesso Erdogan ha rivolto a Rama durante la visita in Albania.

Frasi come: “I fratelli sono sempre a fianco dei fratelli al momento del bisogno” lascerebbe intendere che Erdogan abbia altri progetti per l’Albania, certamente non a favore degli albanesi.
Sembra ritornare ai tempi di Skanderberg, quando da una parte c’era il principe Castriota che combatteva per liberare il paese dal “cattivo ottomano”, e dall’altro lato il sultano Murat pronto a tutto per tenere il paese balcanico sotto il suo dominio.

Ma se prima c’era Skanderberg oggi chi c’è a tenere a freno Erdogan?

Non dimentichiamo che fu proprio il governo di Erdogan a sostenere l’Isis e la parte più oltransista dei Fratelli Musulmani.

In un paese come l’Albania, dove per secoli tutte le religioni vivono in pace, dar spazio alla Turchia di oggi potrebbe essere un errore dalle conseguenze gravi.

Rutigliano Fabrizio

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