In serata il Consiglio di sicurezza Onu ha bocciato, per il veto di Mosca, la risoluzione contro i referendum russi e l’annessione di territori ucraini. La Cina si è astenuta. Il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, annuncia l’invio di altre armi a Kiev
Il consiglio di sicurezza Onu ha bocciato la risoluzione contro i referendum russi e “l’annessione” di territori ucraini per lo scontato veto di Mosca. Mentre a votare a favore della mozione presentata da Usa e Albania sono stati in dieci Stati, la Cina si è astenuta insieme a Brasile, India e Gabon. E’ questo l’ultimo atto di una giornata iniziata con l’annuncio di Putin (con tanto di firma) dell’annessione delle quattro regioni ucraine occupate (Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia) e la richiesta di Volodymyr Zelensky di un’entrata rapida nella Nato.
La reazione della Nato – Tra i tanti interventi di condanna alla decisione del leader russo è arrivato anche quello del segretario generale della, Jens Stoltenberg che ha ribadito pieno sostegno alla causa ucraina anche dopo la dura replica del presidente Zelensky che ha dichiarato: “Non tratteremo mai con la Russia fino a quando Putin sarà il presidente”. “L’Ucraina ha il diritto di recuperare i territori occupati dalla Russia”, ha detto il segretario della Nato: “Se accettassimo l’annessione della Russia e le minacce nucleari, allora cederemmo a un ricatto nucleare mentre Kiev ha il diritto di difendersi come dice la carta delle Nazioni Unite. La retorica nucleare di Putin è pericolosa. La Nato è vigile, monitora cosa fanno le forze militari della Russia”. Chi sperava in un intervento che allentasse la tensione tra Russia e Ucraina, ai massimi dall’inizio dell’invasione ordinata da Vladimir Putin, dovrà attendere.
La frenata sull’ingresso di Kiev – Stoltenberg però frena sulla richiesta di Kiev di un’adesione accelerata al Patto Atlantico: “L’ingresso di un Paese nella Nato deve essere deciso dagli alleati all’unanimità. Al momento siamo concentrati nel dare sostegno pratico a Kiev per difendersi dall’invasione decisa di Mosca”. Il punto di partenza della riflessione dei vertici dell’Alleanza viene esplicitato dal segretario, secondo cui “se Putin smetterà di combattere ci sarà la pace, se l’Ucraina smetterà di combattere cesserà di esistere come Stato indipendente e dotato di una sua sovranità territoriale”. Come è ormai evidente, si tratta di un punto di svolta del conflitto ucraino. Putin ha tracciato una linea rossa intorno ai quattro territori annessi e da ora in poi ogni offensiva ucraina in quell’area sarà considerata un attacco diretto alla Federazione russa. Interpretazione fornita anche da Stoltenberg: “Questo è un momento cruciale. Putin ha mobilitato centinaia di migliaia di altre truppe impegnate in una irresponsabile e spaventosa minaccia nucleare e ora ha annesso illegalmente altro territorio ucraino. Insieme, questo rappresenta l’escalation più grave dall’inizio della guerra“. Una mossa che, a suo parere, “non dimostra forza, mostra debolezza. È un’ammissione che la guerra non è andata secondo i piani e che Putin ha completamente fallito gli obiettivi strategici”. Questo nonostante si tratti del “più grande tentativo di annessione di territorio europeo con la forza dalla Seconda Guerra Mondiale. È il 15% del territorio ucraino, un’area grande più o meno quanto il Portogallo sequestrata illegalmente dalla Russia sotto la minaccia delle armi. I falsi referendum sono stati progettati a Mosca e imposti all’Ucraina in totale violazione. Questo furto di terra è illegale e illegittimo”. Per questo il segretario generale della Nato invita tutti gli Stati alleati a non “riconoscere, nemmeno in futuro, alcuno di questi territori come parte della Russia. Chiediamo a tutti gli Stati di respingere i palesi tentativi della Russia di conquista territoriale. Queste terre sono l’Ucraina”.
La Casa Bianca – Sull’argomento Ucraina nell’Alleanza atlantica interviene anche la Casa Bianca. “Sulla Nato gli Stati Uniti hanno una politica della porta aperta, ma per il momento sosteniamo Kiev a difendere il proprio territorio”, ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un briefing con la stampa. Annunciando un nuovo invio di armi a Kiev, Sullivan ha sottolineato che “i militari americani in Europa sono pronti ad ogni evenienza“, aggiungendo comunque che gli Usa “non vedono al momento indicazioni” del possibile uso di armi nucleari da parte della Russia. Gli Stati Uniti, ha ribadito, prendono le minacce russe “molto seriamente” e ne discutono “direttamente con la Russia, compreso il tipo di risposta che daremmo” nel caso Mosca decidesse di usare armi atomiche. Poco prima era anche intervenuto il presidente americano: “Gli Usa non si faranno intimidire da Putin o dalle sue minacce o dalle farsa che ha organizzato stamattina”, ha detto Joe Biden alla Casa Bianca ribadendo che gli Usa e i loro alleati “non riconosceranno mai i territori come Russia”. “Siamo preparati a difendere ogni centimetro della Nato”, ha aggiunto sottolineando che “le fughe di gas dal Nord Stream sono state causate da un attacco deliberato. Quello che dice Putin sono solo bugie”, ha concludo Biden assicurando che gli Usa e i loro alleati “scopriranno quello che è successo” al gasdotto./Ilfattoquotidiano.