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La sciatrice, figlia di Daniela Ceccarelli. a meno di 16 anni debutterà in Coppa del mondo col nuovo passaporto: “Una scelta fatta con mamma e papà”

“Mi presento nel mondo dei grandi per vedere l’effetto che fa. Senza pressioni”. Sono le prime parole di Lara Colturi nella chiacchierata con Il Foglio Sportivo. Esordire tra una settimana esatta in Coppa del mondo prima dei 16 anni (li compirà il 15 novembre) non è un record assoluto, ma questa ragazza della val di Susa avrà molti occhi puntati addosso.

Di Lara si parla da tempo come di un fenomeno, nelle categorie giovanili ha vinto tutto, ma per potersi presentare al via della Coppa del Mondo già nel 2022 ha fatto una scelta che ha scatenato reazioni contrastanti, ha ottenuto di gareggiare per l’Albania con tanto di passaporto.

Un modo per bruciare i tempi e mettersi alla prova. Seguendo la trafila delle squadre nazionali italiane non sarebbe stato possibile poter debuttare precocemente nel circuito maggiore, scalare le classifiche e sperare di essere al via alle Olimpiadi Milano-Cortina del 2026.

Lara è figlia di Daniela Ceccarelli, oro olimpico in Super G nel 2002 a Salt Lake City. Daniela è mamma, ma anche allenatrice assieme al papà Alessandro, il desiderio della famiglia è di poter seguire in prima persona la figlia nella sua crescita tecnica. Lo sport individuale ha tanti precedenti di genitori allenatori, non tutti fortunati, solo il futuro ci dirà di questo.

Daniela Ceccarelli è anche diventata direttore tecnico della Nazionale albanese, i giovani ragazzi della piccola nazione adriatica si allenano tra Sestriere e Bardonecchia proprio sulle piste dove è cresciuta Lara.

La scelta ha portato con sé non pochi strascichi polemici. L’eventualità che un giorno, in caso di vittoria olimpica o mondiale, sul gradino più alto del podio Lara dovesse ascoltare l’inno albanese invece di cantare Fratelli d’Italia a squarciagola, ha fatto storcere il naso pure a Sofia Goggia e Paolo De Chiesa. Diversa l’opinione di Giorgio Rocca che, forte di due passaporti, da atleta avrebbe potuto anche scegliere la Svizzera invece dell’Italia:

“Un’opportunità che andava colta” dice a Il Foglio Sportivo. Ma forse è presto per predire il futuro. E non è un viaggio di sola andata: la tuta azzurra non è persa per sempre. Nei mesi scorsi si è comunque parlato molto della scelta e poco della persona: “Io tutti questi commenti me li sono fatti scivolare addosso, la mamma e il papà invece si arrabbiano ancora”.

Lara Colturi sprizza simpatia, ha la risata facile, allegra, anche quando parla degli inevitabili contrasti tra un’adolescente e una mamma di carattere: “Siamo una famiglia molto unita, affrontiamo assieme ogni problema, anche a costo di qualche scontro”, racconta Lara, “la scelta dell’Albania è stata collettiva, a seguire la decisione di essere a Sölden per il gigante del 22 ottobre. I risultati ottenuti nelle gare in Sudamerica (dieci vittorie in venti gare) sono stati uno straordinario incentivo, ma quello che farò dopo l’esordio è ancora da pianificare”.

Un mese e mezzo tra Argentina e Cile, è stato anche un bel impegno economico. Si parla di circa 20mila euro sostenuti in gran parte proprio dalla federazione di Tirana.

“Mi dicono che ho messo gli sci ai piedi per la prima volta a 13 mesi, ma ero troppo piccola per ricordare”, continua Colturi. “Ho invece chiara un’immagine a Cortina dove ero per le gare della mamma (le ultime della carriera) avevo un paio di sci completamente ricoperto di adesivi. Avevo tre anni. Mi piaceva, e mi piace ancora, un sacco stare sulla neve, ma adoravo anche il pattinaggio artistico.

Sono arrivata a fare due gare delle due discipline nello stesso giorno”. Paradossalmente anche il pattinaggio, che ha praticato a livello agonistico fino a 13 anni, l’aveva portata oltre confine. Infatti si allenava a Briançon in Francia, è arrivata terza ai campionati nazionali di categoria. “Oggi pattino per divertirmi e magari per sfogarmi. Fisicamente i due sport sono incompatibili”, precisa Lara Colturi, “nello sci ci vuole potenza, nel pattinaggio leggerezza.

Lo sci è lo sport di famiglia, ma la passione è tutta mia. Senza non si va da nessuna parte”. A quindici anni passione e  determinazione sono fondamentali per la vita da professionista che già scandisce le giornate di Lara Colturi: sveglia alle 6, raccolta di dati fisiologici attraverso un sensore, processo di attivazione neuro muscolare mettendo del ghiaccio sul petto e poi interval training e finalmente una colazione più che sostanziosa.

Dopo un paio d’ore si va a sciare fino alle 12,30, Nel pomeriggio palestra, la sera studio seguendo a distanza un programma di economia aziendale dello Ski College Frejus di Bardonecchia, alle 21,30 a nanna. Sabato prossimo potrebbe essere l’ultima a presentarsi al cancelletto di partenza. Se non si qualificherà per la seconda manche nessuno la vedrà in tv.

Ma se dovesse riuscire farebbe meglio dei baby fenomeni del secolo: la croata Janica Kostelic e l’americana Michaela Shiffrin, entrambe non qualificate all’esordio. Qualcosa più di un sogno./IlFoglio.it

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