By: Alice Taylor | exit.al | translated by Paolo Cantore per EurActive.it
La relatrice sull’Albania per il Parlamento europeo, Isabel Santos, ha redatto una risoluzione molto dura nei confronti del Paese, criticando i piani per un sistema di passaporti in contanti, la mancanza di trasparenza nella concorrenza e negli appalti pubblici e gli scarsi progressi nel campo delle libertà fondamentali.
La risoluzione redatta da Santos (S&D) sarà sottoposta alle procedure parlamentari nelle prossime settimane.
“Il Parlamento europeo esprime preoccupazione per la mancanza di progressi nel raggiungimento della trasparenza istituzionale, della libertà di espressione e della libertà dei media e sottolinea il ruolo che i leader politici hanno nel creare un ambiente favorevole a queste libertà”, si legge nella bozza di risoluzione.
Sul tema dei media, chiede anche “misure immediate” contro l’influenza politica, l’assetto economico della stampa e l’intimidazione dei giornalisti.
Nell’ultimo rapporto della Commissione sui progressi compiuti, non è stato registrato alcun progresso dall’Albania nella libertà dei media. Le preoccupazioni principali riguardano le pressioni sui lavoratori dei media, i finanziamenti e la trasparenza.
La bozza di risoluzione “esprime preoccupazione” anche per alcuni aspetti del progetto di legge sull’amnistia fiscale e per la proposta di un sistema di passaporti in cambio di investimenti, ritenendoli “incompatibili con le norme dell’Ue e con la politica dei visti”.
I piani per vendere la cittadinanza albanese a ricchi investitori di Paesi terzi sono stati rivelati per la prima volta da Exit nel 2019. Nonostante l’opposizione dell’Ue, il governo ha dichiarato che porterà avanti il suo progetto.
Malta, Cipro e Bulgaria avevano programmi simili, ma gli ultimi due li hanno abbandonati per le preoccupazioni dell’Ue. Resta solo Malta, che adesso dovrà spiegare le sue motivazioni nei tribunali dell’Ue.
La risoluzione tocca anche il tema delle questioni irrisolte dei quasi 50 anni di regime comunista totalitario, terminato nel 1991. I fascicoli della Sicurezza di Stato rimangono chiusi nonostante le richieste della società civile e dei politici di entrambe le parti.
Al di là delle critiche, ha rilevato i progressi nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e nell’ambito della riforma giudiziaria.
Nel frattempo, la bozza di risoluzione del Parlamento europeo “chiede di completare la declassificazione dei file dell’era comunista e di renderli disponibili ai ricercatori e al pubblico in generale, per far progredire la giustizia e la riconciliazione”.
Ma la risoluzione non contiene solo cattive notizie. La risoluzione ha elogiato l’impegno del governo a completare la riforma della giustizia e lo ha incoraggiato a portare a termine il processo di verifica e a garantire la giustizia universale attraverso misure trasversali.
Ha inoltre preso atto del processo in corso di prevenzione, indagine proattiva e perseguimento dei casi di corruzione e criminalità organizzata, ma ha chiesto maggiori progressi nella creazione di un’amministrazione pubblica efficiente e responsabile.
Rispetto al traffico di persone, droga e armi, ha accolto con favore il successo delle indagini e delle operazioni internazionali per combattere il fenomeno. Tuttavia, è necessaria un’azione continua per “ridurre le richieste di asilo infondate da parte dei cittadini albanesi”.
Per quanto riguarda i diritti umani, la risoluzione ha accolto con favore i passi compiuti per eliminare la discriminazione nei confronti delle minoranze e ha lodato l’impegno costruttivo nelle iniziative di cooperazione regionale e transfrontaliera, in particolare i “progressi tangibili raggiunti nel contesto del processo di Berlino e del vertice Ue-Balcani occidentali di Tirana”.
Altri punti di merito sono stati l’approccio alla transizione e alla diversificazione energetica, l’adesione al Meccanismo di protezione civile dell’Ue e i prossimi passi per la creazione del Parco nazionale di Vjosa.