Home Approccio Italo Albanese ANGELA KOSTA – IL BULLISMO GRAVE DANNO ALLA SOCIETÀ GLOBALE

ANGELA KOSTA – IL BULLISMO GRAVE DANNO ALLA SOCIETÀ GLOBALE

Negli ultimi tempi, molto spesso apprendiamo e notizie di aggressioni e bullismo nelle scuole medie e superiori e, questo non avviene solo tra adolescenti o compagni ma anche verso i professori. Ciò incita tutta la comunità a riflettere e non rimanere indifferenti a tali azioni che danneggiano non solo chi denota il bullismo ma anche tutti noi, cominciando dal più semplice cittadino, genitore, professore e altri.

Sfortunatamente il bullismo sta diventando molto frequente tra chi sarà il futuro di questo globo. Solo pochi giorni fa un ragazzo 16 – enne aggredì il suo compagno con un coltello proprio nei paraggi della scuola, un altro ancora aggredì la sua professoressa davanti a tutta la classe. Nessuno interveniva, tutti con i telefonini tra le mani a riprendere la scena. Ciò, ci fa riflettere quanto sia cambiato il mondo. Ai nostri tempi nessuno osava mancare di rispetto a chi ci dava la buona educazione e ci istruiva. Non lo facevamo dalla paura; ciò succedeva perché portavamo dentro di noi il grande rispetto verso i nostri professori. Qualora succedeva il contrario (raramente sottolineerei), ci organizzavamo riunioni non solo con i genitori ma anche con i alunni. La famiglia svolgeva un’importante ruolo in tutto ciò. Nessun genitore andava contro la scuola, contro il preside o i professori. Si creava e funzionava correttamente e dignitosamente il rapporto scuola – alunni – genitori. Esistevano delle buone regole che attribuivano solo all’andamento positivo per vivere in una società dove le buone maniere erano i principi e i valori come giusto sia. Forse, 30 – 40 anni fa eravamo poveri, ci mancavano tantissime cose, eppure eravamo così sorridenti e felici poiché eravamo ricchi di sorrisi e affetto di fratellanza.
Il bullismo è la manifestazione delle gravi problematiche che i giovani d’oggi portano dentro se stessi. La diversità tra ieri e oggi comporta maggior numero e crescita di eventi talvolta drammatici. La tecnologia, il benessere, quel rapporto un po’ distante ma molto affettivo nei confronti dei nostri genitori, la catena solidale di avere molto rispetto di chi fosse più grande di noi, lasciando un posto libero sul pullman agli anziani o alle donne incinte, dando il saluto sincero o facendo gli auguri senza egoismo e ipocrisia, essere pronti a intervenire per aiutare chi avesse bisogno, valorizzando e mettendo in azione tutto ciò ci insegnavano i nostri genitori e i nonni, importanti elementi nella nostra crescita, erano fondamentali. Ed erano proprio quest’ultimi i nostri psicologhi che ci capivano al volo se qualcosa ci fosse andato storto. Ciò succedeva perché eravamo molto legati e condividevamo interminabili momenti in famiglia; oggi succede il contrario: sin alla tenera età i bambini si isolano, creano un cerchio vizioso, giocano sui telefonini con compagni virtuali, con ciò produce l’intelligenza artificiale: la freddezza dei robot, gli innumerevoli giochi a volte dannosi, perciò i nostri figli diventano insensibili, acquisiscono pienamente la solitudine, portano dentro loro l’ira e il rancore verso i genitori che si odiano, si divorziano, non garantendo in nessun modo una crescita stabile a chi porta e sviluppa man a mano le problematiche psicologiche, cariche di voglia di espressione e sfogo verso chi desiderano sminuire, credendo e essendo convinti che chi hanno di fronte non merita ad essere al loro pari. Solo una famiglia sana cresce e mette a disposizione della società degli essere sani. L’ottica umana deve estendersi a livello individuale e globale sui problemi che stanno ammalano di più la terra, distruggendo cosi la natura. Un confronto molto efficace sarebbe non solo tra scuola e figli ma soprattutto tra genitori e figli. Penso che è inutile riparare i danni del bullismo che un figlio provoca altrui, andando da un psicologo, (ovviamente ciò è molto necessario), bisogna però che il genitore prestasse maggior attenzione a chi cresce e chi ha davanti agli occhi ma che spesso non riesce a vedere, orbi dal loro egoismo di non accettare in primis il fallimento di aver cresciuto un figlio che preannuncia non solo il bullismo ma anche la delinquenza, perché se non viene tirato fuori nel tempo giusto, chi sfoga mirando psicologicamente e fisicamente il più debole, lo attende un futuro pieno di guai.

Da Angela Kosta Accademica, giornalista, poetessa, saggista, critica letteraria, redattrice, traduttrice

Share: