Di Ermanno Arcuri
Chi resta nel proprio ambito lavorativo o di vita sociale e non illumina la propria conoscenza, confrontandosi partecipando ad iniziative di notevole livello, sicuramente perde gran parte del bagaglio culturale che appuntamenti letterari riescono a colmare nel corso degli anni. Un esempio è proprio aver partecipato presso lo scenografico chiostro di Sant’Adriano in San Demetrio Corone, ad una serata per apprendere chi è stata la prima poetessa arbëreshe della storia.
“I canti di Mariantonia Braile” è il libro prodotto dall’associazione FAA con i contributi di Damiano Guagliardi, Mario Gaudio e Dante Maffia. A moderare gli interventi il giornalista nonché scrittore e conduttore di trasmissioni radiofoniche, Gennaro De Cicco, il quale ha contribuito alla serata con personali letture dei canti e con declamazioni registrate accompagnate da musica a più voci.
A patrocinare l’iniziativa culturale l’amministrazione a guida Ernesto Madeo con gli interventi del vicesindaco, Giuseppe Sangermano e del consigliere delegato alla cultura Emanuele D’Amico.
Gli amministratori hanno ribadito la volontà di promuovere opportunità culturali, perché tale si tratta, nell’erudire chi è interessato alla storia di un popolo che ha nelle proprie figure popolane l’anima stessa di una comunità che sa esprimere l’amore ma anche il dolore più profondo.
Sono intervenuti lo scrittore e storico Francesco Perri e il presidente FAA Damiano Guagliardi. Dalla loro disertazione letteraria sono emersi alcuni fattori sostanziali, questi canti furono stampati da Salvatore (fratello di Mariantonia poco prima del decesso nel 1917 della poetessa) qualche settimana dopo la morte della sorella gravemente ammalata e furono la prima raccolta poetica data alle stampe.
La ristampa attuale è stata curata da Francesco Perri e Gennaro De Cicco, che sono stati gli ideatori e i curatori grazie ad un improvviso lampo di genio. Nel suo intervento conclusivo Damiano Guagliardi precisa: “Si tratta di una ristampa “aggiornata” del libriccino, molto raro, che, dopo 107 anni, è servito a conservare la memoria letteraria di quella che in tanti oggi definiscono la prima donna poetessa Arbëreshë – continua Guagliardi che ha rivestito anche ruoli istituzionali in seno alla Regione Calabria – Questi Canti, per l’intensità dei versi e per la particolare condizione psicologica di Mariantonia, sono poesia autentica che riesce a suscitare emozioni e sentimenti rari, profondi in ogni lettore.
Nella presentazione del testo, che mi è stata richiesta dagli amici curatori, ho scritto che questa pubblicazione, che porta la firma del Progetto Editoriale FAA, ci inorgoglisce per almeno tre motivi: finalmente si possono leggere i sei componimenti di Mariantonia di cui rarissime persone avevano preso visione; siamo orgogliosi di ripetere a distanza di sette anni un’esperienza editoriale che altre istituzioni culturali, pedagogiche e didattiche avrebbero dovuto realizzare; con questa edizione, arricchita dal contributo attento e critico del poeta Dante Maffia, di cui siamo onorati avere vicino come socio nella FAA, di quello del professor Giuseppe Gradilone pubblicato nel 1958 sulla rivista Shejzat con Salvatore Braile ancora in vita, di Vincenzo Tieri nella rivista “Il Popolano” del giugno 1917 e di Mario Gaudio, nostro socio e grande estimatore della poesia di Federazione Associazioni Arbëreshe – Federata e Shaqateve Arbëreshe – Spezzano albanese, diamo la possibilità di conoscere il dolore, espresso in versi, di una giovane donna che sa di essere prossima alla morte, che ama la vita che le sta sfuggendo e, disperatamente, spera che ciò non accada”.
Infatti, i canti non sono altro che dei sentimenti tradotti in scrittura, delle emozioni forti e tragiche che sono patrimonio poetico degli Arbëreshë e della Comunità di S. Demetrio Corone.
L’insediamento, la crescita e la contaminazione di una comunità è l’esempio più democratico che la tanta Europa unita possa esprimere in tanti anni di drammatici eventi che hanno visto nazioni esprimere guerra e odio. Si dovrebbe partire proprio dalla storia dell’unione pacifica per costruire un mondo migliore e l’esempio migliore è proprio la trasmissione di atti o scritti poetici che ne manifestano la grandiosità di generazioni passate da rivalutare ampiamente.
“Abbiamo stampato solo cento copie – afferma Damiano Guagliardi – per esigenze di tempo, ma ne possiamo stampare molte altre se i sandemetresi lo desiderano. Facciamo rivivere Mariantonia nella nostra memoria! Mariantonia fu vittima della cultura maschilista dei tempi, che non seppe comprendere il suo dramma umano e la capacità creativa di trasferirlo in sei Canti.
È nostra grande soddisfazione rompere il silenzio del passato per valorizzare la sua umanità distrutta da un morbo inesorabile ad appena ventitré anni”. La cultura, quindi, non ha confini e si manifesta in tanti modi diversi, anche grazie a questa “improvvisata ed inaspettata pubblicazione”, di Franco Perri e Gennaro De Cicco, che hanno messo mano direttamente nel testo e se il volume non presenta lacune il merito è tutto loro.
Ermanno Arcuri