Home Approccio Italo Albanese LO STAGNO. POESIA DI ASTRIT LULUSHI

LO STAGNO. POESIA DI ASTRIT LULUSHI

INTERPRETAZIONE E TRADUZIONE IN ITALIANO DI MARIA TERESA LIUZZO

DIRETTORE DELLA RIVISTA DI CULTURA INTERNAZIONALE “LE MUSE” (ITALIA)

In fondo ad una strada di campagna,
timida si affacciò una pozzanghera
dove annegò la luna
pallida come l’alba
e violenta come uno schiaffo
arrivò la pioggia.
Nella tempesta
soltanto un uomo rimase in piedi
stringendo nelle mani tre monete.
Per tre volte nello stagno cadde
e la sua ombra
sembrava un albero di pioggia.
Offrì alla quercia le monete d’oro;
si chinò sull’acqua
finché precipitò il suo sguardo
sullo sfondo.
D’argento un cielo
come i suoi capelli
monitorava la calma dello stagno.
Forse nuotava un pesce?
L’acqua sembrava una sirena addormentata.
Si fa di fuoco il cielo
e l’UOMO si rialza
svegliato dalla melodia notturna
della sua donna lontana
e tanto amata.
La sorte non sembrava essere mutata.
Ma il giorno successivo
tra i fondali
precipitando l’UOMO si addormenta
ed era bello anche nella morte.
Era smarrito e solo nell’eternità del tempo
mentre soffiava caldo dal mare un nuovo vento.

A. L.

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