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POESIA DI KIRMAN RUSTEMLI

INTERPRETATA E TRADOTTA IN ITALIANO DA MARIA TERESA LIUZZO

DIRETTRICE DELLA RIVISTA DI CULTURA INTERNAZIONALE ”LE MUSE” – GIORNALISTA, EDITORE (ITALIA)

VIOLA
Ho sempre lavorato duramente in questa vita,
non ho neppure una moglie, ho soltanto te.
E’ già inverno
e non c’è neppure un fiocco di neve sulle montagne.
Ci vediamo in primavera, mio grande amore.
Non pronuncio il tuo nome,
altrimenti si offenderà il narciso.
Se la primavera tarda ad arrivare,
morirà sepolta dalla neve.
Qualcuno ti raccoglierà
e prendendoti in braccio,
come un bambino
dopo averti riconosciuto,
ti abbraccerà.
Dimmi mia violetta,
quando ci incontreremo?
Raccolgo mazzi di fiori
e tra questi, tu sei la ”viola”
che crea e compone
musica e canzoni.
Non sentirti sola,
chiamami qualche volta.
Sarebbe bello vivere insieme.
I vasi del giardino sono pieni di rose,
e di piante grasse,
la vernice si sta scrostando dall’orlo.
La terra è un prato fiorito
tra i sentieri verdeggianti dell’erba.
Non bruciarti sotto il sole improvviso,
quando appare nel cielo più rosso del fuoco.
Rimani un mistero, violetta mia.
La diga è sopravvissuta,
come se fosse stata trattenuta
dalle braccia forti di un eroe.
Simili a due ”cinture infrangibili”
che hanno trattenuto e vinto
la forza impetuosa dell’acqua.
Tutti i ragazzi furono fatti prigionieri.
Il pianto è il sale della vita, Viola!
Non potevo sopportare tutto questo.
Ho rotto la diga e separato le acque.
Ho fatto del mio coraggio una fortezza.
Volevo regalare a quei giovani prigionieri
il sogno della libertà.
Come ogni prestigiatore,
anche io ho usato uno dei miei trucchi:
era una magica violetta!

Kirman Rustemli

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