Un gruppo di ONG chiamato “Gruppo di organizzazioni della società civile albanese solidali con la democrazia in Turchia”, ha pubblicato oggi degli annunci su diversi grandi giornali albanesi per commemorare il fallito colpo di stato contro il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
“Noi, come organizzazioni della società civile in Albania, con forza denunciamo il tentativo di colpo di stato che l’organizzazione terroristica di Gulen ha organizzato per il 15 luglio 2016 in Turchia, un alleato e un partner strategico dell’Albania. Ci teniamo a sottolineare che Gulen, che ha intrapreso questo vile tentativo di rovesciare l’ordine democratico costituzionale utilizzando le armi e la violenza, è una minaccia per tutti i Paesi dove risiede. Noi, come organizzazioni della società civile, sottolineiamo che siamo vicini alla Turchia e al popolo turco per quanto riguarda l’eliminazione di questa organizzazione terroristica in ogni angolo del mondo, tra cui l’Albania”.
Anche se le organizzazioni non si menzionano per nome, il gruppo sembra essersi formato nel mese di agosto 2016, all’indomani del fallito colpo di stato. Secondo l’agenzia di stampa turca Anadolu, il gruppo di ONG comprende il Forum dei musulmani dell’Albania, che rappresenta la comunità musulmana albanese, così come la Società Çamëria e la Lega degli Imam.
Nel mese di aprile l’Ambasciatore turco Hidayet Bayraktar ha chiesto al Governo albanese di prendere provvedimenti contro le scuole di Gulen. Già nel novembre 2016 il Ministero della Pubblica Istruzione ha rilasciato una direttiva che vieta l’uso di simboli nazionali turchi e di nomi turchi nelle stesse scuole, in apparente violazione delle leggi albanesi sulla libertà di espressione. Tuttavia, l’organizzazione di Gulen non viene classificata in Albania come un’organizzazione terroristica e non ci sono prove che queste scuole sostengono il terrorismo.
Diverse organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno denunciato la repressione, messa in atto in Turchia, nei confronti di diversi intellettuali, nei confronti della stampa e dei politici di opposizione./exit.al