Di Roberto Spagnoli
La Turchia è tra i principali sostenitori della libertà di stampa nel mondo. E’ quanto ha sostenuto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in occasione del Working Journalists’ Day che viene celebrato in Turchia dal 1961.
”Oggi la Turchia è uno dei Paesi guida al mondo per la libertà di stampa, le ultime tecnologie nel campo della comunicazione, i social media e il giornalismo su Internet”, ha detto Erdogan in un comunicato sul suo sito ufficiale.
Secondo il presidente turco l’opinione pubblica ha il diritto a ”notizie rapide, accurate e imparziali” e i mezzi di informazione devono essere in grado di informare ”senza alcuna restrizione”.
Le parole di Erdogan stridono fortemente con gli oltre 165 giornalisti in carcere in Turchia dall’imposizione dello stato di emergenza all’indomani del tentato colpo di Stato del 2016. Decine sono i mezzi di informazione chiusi in Turchia, mentre 50mila sono le persone arrestate e 150mila quelle rimosse dal loro incarico.
La Turchia è al 155esimo posto su 180 nella lista stilata da Reporters Without Borders nel 2017 sulla libertà di stampa nel mondo.
Non tutto però è perduto, nonostante il regime personale sempre più autoritario e repressivo che Erdogan sta imponendo. Lo dimostra la sentenza con cui la corte costituzionale turca ha sancito la violazione dei diritti umani compiuta con l’incarcerazione dei giornalisti e della quale ha parlato il corrispondente di Radio Radicale Mariano Giustino al notiziario del mattino di venerdì 12 gennaio.