Gli Amministratori dei call-center in Albania hanno parlato delle conseguenze della legge italiana.
Agron Shehaj, Amministratore della Intercom Data Service, prevede che in Albania il settore si muoverà verso la contrazione nel peggiore dei casi; nel migliore, non crescerà o crescerà con difficoltà.
Ines Muçostepa, Presidente dell’Unione delle Camere di Commercio e Amministratore della Albacall, ha detto che “l’entrata in vigore di questa legge sicuramente porterà problemi per il settore dei call center che operano in Albania, visto che molte compagnie (quasi tutte) operano per conto di clienti italiani, i quali possono essere scoraggiati a portare lavoro nel nostro Paese e, quindi, a ripiegare verso altri Paesi della UE”, dice.
Diego Pisa, Amministratore della Teleperformance, dice che in Albania il settore si ritroverà in difficoltà. “Non ci sarà più nessuna iniziativa ad aprire nuove società. Se fino a ieri il settore è cresciuto a ritmi elevati, ora questo non accadrà più”, dice.
Mentre i grandi operatori si preparano a sopravvivere a questa ondata di austerità, ciò sarà più difficile per gli operatori più piccoli.
Gentiana Drenova, dell’Unione delle Associazioni Call Center, ha dichiarato che, con gli emendamenti alla legge italiana, il mercato si formalizzerà e molte delle piccole imprese chiuderanno e anche la domanda di servizi dall’Italia cadrà.
In Albania ci sono oltre 800 società di call center con oltre 25 mila dipendenti.
Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate albanese, sono tre i call center che, nell’ambito di 10 compagnie, hanno il più alto numero di dipendenti.
Si tratta di Intercom Data Service (IDS), con circa 3000 dipendenti, Albacall e Albania Marketing Service (Teleperformance), rispettivamente con circa 2100 e 1800 dipendenti.
Anche Tregi Marketing Group, Fiber, Professional Marketing Albania, Infocall, Fastcall rientrano nella lista dei 100 più grandi datori di lavoro del Paese, con 500-800 dipendenti ciascuna.
Quello dei call center è il quarto tra i più grandi settori del Paese, in termini di numero di dipendenti, dopo quello del commercio e servizi, dell’edilizia e dell’industria manifatturiera, secondo i dati della fiscalità e di una indagine strutturale dell’INSTAT (l’Istituto di Statistica albanese, n.d.t.).
Questo settore occupa, infatti, circa il 7% dei lavoratori del settore privato non agricolo./opinion.al