Da Tomasso Merlo
Non siamo più in democrazia, per la quarta volta arriva un governo non eletto da nessuno. Nonostante un clamoroso no degli italiani a Renzi e alle sue sciagurate riforme costituzionali, Gentiloni – mite maggiordomo di Renzi – ha annunciato un governo che conferma come il Pd sia entrato in guerra a testa bassa contro il paese.
Il Pd si chiude nel fortino, ignora il referendum, rimanda le urne e attraverso l’ennesima manovra di Palazzo si appresta a galleggiare inciuciando con la peggiore feccia generata dalla politica italiana, quella dei voltagabbana, dei vari Alfano e della galassia di ex berlusconiani traditori.
In una democrazia sana personaggi del genere andrebbero a lavorare per davvero, e invece il Pd promuove Alfano a Ministro degli Esteri, lo innalza a volto dell’Italia nel mondo. Siamo alla follia autolesionista. Come promuovere la Boschi ai vertici del governo dopo che la stessa ha dichiarato che avrebbe lasciato la politica se vinceva il no, se falliva.
Come confermare Poletti, macellaio Mr Voucher, come dare un ministero del nulla all’amichetto personale di Renzi e confermare tutti quei personaggi piddini scelti perché incapaci di fare ombra ad un capo che l’Italia ha detto a chiare lettere di detestare.
Invece di puntare ad una legge elettorale in tempi brevi e andare al voto, invece di ascoltare un paese in ginocchio, il Pd tenta un colpo di stato di palazzo, toglie ai cittadini la libertà di votare ancora una volta e si prende il potere senza vergogna, fregandosene degli italiani. Il tutto grazie ad un Mattarella che conferma i dubbi sulla sua persona.
Un tesserato del Pd, un anziano tecnocrate alla mercé delle bande senza scrupoli di Renzi e compagni. Ma il colpo di stato del Pd è una mossa pericolosa. Fino ad oggi il malcontento degli italiani si è tenuto entro i livelli di guardia. Rilanciare una classe dirigente bugiarda e fallimentare ampiamente sfiduciata, riconfermare la linea Renzi dopo il massacro referendario, ignorare le nuove istanze che echeggiano nel paese potrebbe scatenare conseguenze gravi.
L’arroganza e la sfacciataggine renziana alla base di questo grave passaggio repubblicano, potrebbe generare conseguenze politiche e sociali di altrettanta durezza. Togliere al popolo il diritto di votare per la quarta volta e mettere davanti al destino del paese le proprie meschine poltrone, è un crimine democratico che l’Italia non si può permettere e di cui il Pd dovrà rendere conto…