Da Sonila Alushi
La sveglia ha un suono dolce eppure, a quest’ora del mattino, riesco a odiarla comunque! Come al solito, mi faccio un doppio caffè, preparo la colazione per i bambini e mi leggo le prime pagine dei giornali. Non che mi aspetti buone notizie, ma stamattina è peggio del solito: parlano tutti della guerra in Siria. Le immagini sono terribili e mi entrano dentro fluendo come un veleno.
-Ma, in fondo, io chi sono per poter fare qualcosa? Mi domando.
-Nessuno. Mi rispondo subito dopo, usando questa risposta come antidoto.
Porto i bambini a scuola. Guardo la lista delle cose da fare. Oh! Oltre al lavoro, ho ancora alcuni regali di Natale da comprare, l’attrezzatura da sci dei bambini da ritirare, alcune bollette da pagare, ecc. Che diamine, queste bollette sono sempre più alte! Ci stanno proprio spennando!
Vado a prendere i bambini a scuola. Sgrido Dea perché ha preso un brutto voto. Accompagno Enian ad un corso. Arrivo a casa che sono particolarmente nervosa. Nel lavandino una montagna di piatti da lavare. Per la miseria, mi sono appena fatta lo smalto alle unghie e con tutte quelle stoviglie da strofinare, rischio di rovinarlo. In TV ancora immagini e filmati da guerra. Aleppo completamente distrutta; un padre piange chiedendo aiuto per sua figlia; una madre prega perché i suoi figli possano sopravvivere; un bambino piange urlando chiedendo del padre appena morto. Spengo la TV. Vedere quelle immagini e ascoltare quei pianti mi provoca tanto dolore e tanti sensi di colpa.
-Ma, in fondo, io chi sono per poter fare qualcosa? Mi domando.
-Nessuno. Mi rispondo subito dopo, usando questa risposta come antidoto.
Prima di dormire, apro i miei profili sui social. Su Home di Facebook ancora tante notizie e immagini strazianti della guerra. Un pianto lancinante di bambino mi tuona dentro come un eco. Quel pianto assomiglia al pianto di Enian quando era piccolo. Una volta, particolarmente, piangeva così perché aveva 40°C di febbre ed era sofferente. È stato terribile per me che in quel momento mi sono sentita un essere impotente, inutile, incapace… Ora sto male. Qui va che non dormo più quindi meglio se chiudo il pc e mi leggo un libro. Devo entrare in un altro mondo per poter stare meglio. Un mondo fantastico, fatto di persone felici, di belle città e di cieli azzurri.
-In fondo, io chi sono per poter fare qualcosa? Mi domando.
-Nessuno. Mi rispondo puntualmente, usando questa risposta come antidoto.
Torno a leggere. All’improvviso sento una voce che sussurrando mi dice: “Ma certo, non sei nessuno perché nessuno hai scelto di essere….insieme a tanti, troppi, altri nessuno. Vigliacca ed egoista che non sei altro. Vergognati!”
Mi sveglio di colpo e mi guardo attorno. Nulla, buio e tanto silenzio. Ma sì, sarà stato solo un incubo, mi rassicuro, e ritorno a dormire.
-In fondo, io chi sono per poter fare qualcosa? Mi domando.
-Nessuno. Mi rispondo, ancora, usando questa risposta come se potesse essere un antidoto. Ma con la testa nascosta sotto al cuscino, le mani appiccicate alle orecchie e gli occhi chiusi talmente forte da farmi male, invidio chi NON sa cosa sta succedendo ai propri simili in Siria. Io, invece, non ho scuse, non ho antidoti, non ho difese. Io so.