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La Russia è pronta a mettere il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza perosservatori delle Nazioni Unite per monitorare l’evacuazione dalle zone assediate di Aleppo

Da LaStampa.it

La Russia è pronta a mettere il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onuelaborata dalla Francia che chiede l’invio di osservatori delle Nazioni Unite per monitorare l’evacuazione dalle zone assediate di Aleppo, in Siria. «Non possiamo essere d’accordo con l’avventato testo francese», ha detto l’ambasciatore di Mosca all’Onu, Vitaly Churkin, prima del voto.

La risoluzione avanzata dalla Francia – di cui l’Italia è co-firmataria – chiede l’accesso immediato e incondizionato a osservatori nelle zone assediate di Aleppo e in tutta la Siria al fine di garantire la distribuzione degli aiuti umanitari. Il documento sottolinea inoltre che l’evacuazione dei civili «deve essere volontaria e per destinazioni di loro scelta». Fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro riferiscono che in caso di veto russo al testo francese, lunedì si terrà una sessione di emergenza dell’Assemblea Generale.

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Dopo aver annunciato il veto, la Russia ha fatto circolare tra i membri del Consiglio di Sicurezza una seconda bozza di risoluzione, alternativa a quella francese, che chiede al segretario generale di fornire disposizioni, in coordinamento con le parti interessate, per consentire al personale Onu di monitorare i civili che rimangono ad Aleppo.

La decisione di Mosca sembra destinata a scatenare altre polemiche nel giorno in cui è ripresa l’evacuazione da Aleppo est. Gli autobus hanno cominciato a rientrare nella zona ancora sotto il controllo dei ribelli, per trasportare via gli abitanti rimasti intrappolati. Finora giovedì, il primo ed unico giorno in cui il cessate il fuoco ha retto, solo 7/8mila persone hanno lasciato la zona assediata. Altre 40.000 persone, secondo l’Onu, tra civili e ribelli aspettano di poter lasciare l’area, chi verso la provincia ribelle di Idlib, ancora controllata dalle forze anti-Assad, chi verso la zona occidentale della seconda città siriana, controllata dai governativi.

Ma non ovunque la situazione è calma. Cinque autobus diretti nei villaggi siriani a maggioranza sciita di Fua e Kefraya per evacuare feriti e malati sono stati attaccati e bruciati. Lo riferiscono l’Osservatorio siriano per i diritti umani e la tv di Stato siriana. Video pubblicati sui social media mostrano anche uomini armati che esultano e gridano “Dio è grande” mentre i mezzi bruciano. I media di stato parlano di “terroristi armati”, termine usato per indicare i gruppi che lottano contro il presidente Bashar Assad.

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