Home Approccio Italo Albanese Come sarebbe il Parlamento con un sistema di voto proporzionale?

Come sarebbe il Parlamento con un sistema di voto proporzionale?

Di Exit.al

Nonostante le promesse del Primo Ministro Edi Rama che dice di essere disponibile a rivedere la legge elettorale, le probabilità che questo avvenga prima del 18 giugno sono molto scarse.

A parte le raccomandazioni dell’OSCE-ODIHR e la forte richiesta della Commissione Europea e del Parlamento Europeo per fare la riforma elettorale, diverse idee sono state ventilate sulle possibili modifiche della legge elettorale, con particolare attenzione alle liste aperte e al sistema proporzionale.

L’attuale sistema elettorale albanese si basa su liste chiuse, il che significa che i partiti politici decidono nelle liste l’ordine dei candidati. Una lista aperta vuol dire che gli elettori decidono chi votare. L’attuale sistema è, inoltre, basato su un sistema di 12 collegi regionali, in cui i partiti registrano le coalizioni in vista delle elezioni.

Questo ha portato ad una forma di rappresentanza distorta e non proporzionale, dove i partiti più piccoli sono in grande svantaggio, soprattutto se non fanno parte di nessuna coalizione. Ad esempio, alle ultime elezioni Fryma e Re Demokratike di Bamir Topi ha preso l’1,7% dei voti, ma nessun seggio in Parlamento, mentre i cristiano-democratici hanno preso lo 0,46% e un seggio in Parlamento. L’unica differenza è che quest’ultimo partito era parte di una coalizione e ha preso i voti in una unico collegio, mentre il primo non lo era e i voti li ha raccolti in tutta l’Albania.

Anche se sembra improbabile che un sistema proporzionale venga attuato in tempi brevi, diamo uno sguardo al suo effetto, sulla base dei risultati delle elezioni nazionali del 2013 (anche se molto è cambiato nel frattempo). Immaginiamo che venga adottato, come sistema elettorale, il sistema proporzionale olandese, in cui non ci sono regioni e non ci sono sbarramenti.

Nel 2013, 1.724.779 albanesi hanno votato per 140 seggi in Parlamento. Un seggio è quindi pari a 12.319,85 voti.

Poiché molti partiti non raggiungeranno il numero di voti necessari per un seggio, e tutti i partiti che prenderanno uno o più seggi probabilmente hanno ricevuto voti aggiuntivi che non portano ad un ulteriore seggio, ci saranno i cosiddetti “resti”. Questi verranno distribuiti secondo un algoritmo specifico, chiamato metodo D’Hondt, attualmente è già in uso in Albania.

La tabella seguente confronta i risultati ipotetici di un sistema proporzionale con i risultati del 2013.

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Come si può vedere, i cambiamenti sono minimi. Solo 6 posti finiscono in mano a partiti diversi. Quello che si può vedere è l’effetto del sistema delle coalizioni: in un sistema proporzionale FRD sarebbe stato rappresentato con due deputati, mentre i cristiano-democratici non avrebbero preso nessun seggio. Nel sistema attuale i due seggi di FRD sono inghiottiti dalle coalizioni del PD e del PS. Infine, un seggio del PD finirebbe al PR. Nel Parlamento attuale, tuttavia, il PD ha già dato al PR due seggi in modo da poter formare un proprio gruppo parlamentare.

In conclusione, l’introduzione di un sistema di voto proporzionale, senza soglie di sbarramento, non avrebbe un grande impatto sull’attuale equilibrio delle forze. Tuttavia, il sistema proporzionale, senza premi o soglie ridotte per le coalizioni, darebbe maggiori possibilità ai piccoli partiti che rifiutano di allinearsi in anticipo con uno dei due grandi blocchi. In altre parole, per i nuovi partiti “non allineati” come Libra, Sfida e Bleta Shqiptare, un sistema proporzionale è preferibile.

Considerando, tuttavia, il fatto che sia il PD che il PS approfittano della situazione attuale, sembra improbabile che venga introdotto, in tempi brevi, il sistema proporzionale.

 

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