Artur Nura: Un caro saluto agli ascoltatori di Radio Radicale a cui propongo per la rubrica Albania italianofona un’intervista con Roberto Laera rappresentante di Italian network a Tirana.
Grazie di aver accettato questa intervista
Roberto Laera: grazie a te Artur, buongiorno
AN: allora vorrei prima complimentarmi per l’evento realizzato sulla realtà italo albanese, però andando oltre il confine della Repubblica d’Albania, in Kosovo. Come è nata l’idea di fare questo convegno e come è andato
RL: Il convegno si è tenuto il 22 marzo a Bari nell’Aula Magna dell’Università ed è andato molto bene. c’erano oltre 300 partecipanti. Abbiamo pensato di fare questo evento Italia, Albania, Kosovo, innanzitutto perché conosciamo molto bene Albania e Kosovo avendo noi una sede a a Tirana e poi perché abbiamo immaginato e consideriamo Albania e Kosovo come un unica opportunità per gli imprenditori italiani; è un momento difficile per l’imprenditoria italiana e abbiamo tutti i giorni clienti che ci chiedono informazioni su l’internazionalizzazione e la delocalizzazione in Albania che offre tutta una serie di vantaggi; l’Albania deve essere una piattaforma per i Balcani occidentali e avere un’influenza per tutti i Balcani occidentali quindi questo è quello che noi poi proponiamo ai nostri clienti, cioè di avviare le loro attività in Albania ma per guardare sicuramente oltre.
AN: una cosa di cui vorrei complimentarmi (perché secondo me chi conosce la storia politica italo- albanese sa bene che questa dovrebbe essere una politica ufficiale della Farnesina, che secondo la mia opinione personale purtroppo non lo è) è per l’organizzazione e per questa idea che secondo me dovrebbe essere seguita anche dai politici.
Possiamo menzionare delle persone, degli ospiti di spicco di questo convegno?
RL: il Rettore di Bari, il Rettore dell’Università Nostra Signora del Buon Consiglio di Tirana, il professor Aldo Berlinguer che è stato anche assessore al Turismo della Regione Basilicata, l’Onorevole Fatmir Toci del Governo albanese, oltre i Consoli Generali di Albania e Kosovo e tutta una serie di relatori anche del mondo economico; c’era l’amministratore di Teleperformance Italia (Diego Pisa) che è amministratore anche di Teleperformance Albania, il rappresentante di una società di lavoro, Etjca SpA (Luca Stamegna) che sta aprendo una sede anche a Tirana, oltre tutta una serie di imprenditori, anche che hanno già avviato le loro attività in Albania;
AN: Bello, allora alla fine questo convegno ha portato, diciamo, ad una soluzione su cui bisogna lavorare? almeno i partecipanti che rappresentano le istituzioni?
RL: Certo, abbiamo in questo convegno oltre che dell’aspetto economico anche dell’aspetto formativo. Abbiamo parlato di Erasmus, abbiamo parlato di università e di Unione Europea. C’era il dottor Bernardo Notarangelo della Regione Puglia che è colui che adesso, dirige il programma IPA italia-albania-Montenegro e la cosa che è saltata agli occhi e la prima riflessione che tutti abbiamo fatto è che questo programma poteva essere fatto tra Italia, Albania e Kosovo, anche per una questione di equilibrio della presenza italiana nella regione e anche tra paesi, perché il Montenegro è un paese troppo piccolo, e quindi…
AN: Però importante dal punto di vista geo-strategico…
RL: è importante dal punto di vista strategico Artur, però in un progetto comunitario riuscire a lavorare su tre paesi con degli squilibri anche dal punto di vista numerico relativamente al numero di abitanti o delle imprese presenti è difficile per chi deve operare e scrivere un progetto, quindi sarebbe stato più equilibrato secondo molti, fare un asse Italia, Albania, Kosovo.
Si riflette molto anche perché ci sono una serie di vantaggi fiscali anche tra Albania e Kosovo: non c’è iva sulle esportazioni, non c’è dazio e quindi sicuramente anche dal punto di vista economico è un’area che può essere considerata come un’area unica;
AN: Roberto visto che lei è da molto tempo in Albania, sta lavorando da molto tempo in Albania, ha una esperienza considerevole, come la vede la realtà italo-albanese, diciamo dal punto di vista politico, nei confronti di un investitore italiano? Un investitore italiano trova le dovute risposte, quando arriva per capire se investire o meno, da parte della rappresentanza governativa italiana a Tirana, ma anche da parte del governo albanese?
RL: io sono 10 anni che sono qui e ho visto 3 ambasciatori (italiani in Albania) e devo dire che l’Ambasciata italiana, il Governo italiano, per quello che mi dicono gli investitori italiani che sono qui, non è molto presente, quindi il supporto del Governo italiano agli imprenditori non si fa sentire molto. D’altra parte il Governo albanese ha attivato, soprattutto l’ultimo governo, una serie di strumenti per attirare gli investitori esteri in Albania.
C’è tanta buona volontà però forse manca una struttura, nel senso che bisognerebbe organizzare un po’ meglio l’attrazione degli investimenti, focalizzando gli investimenti su assi strategici, che sono strategici per il paese.
Un’idea che è venuta fuori anche dal convegno è quella di trasformare i consolati albanesi e kosovari in Italia in consolati economici.
AN: in che senso economici? Poiché tra quelli che ci ascoltano ci sono anche politici italiani. In che senso, in modo più concreto?
RL: come se fossero delle filiali del ministero dell’Economia albanese in Italia e quindi poter dare una serie di informazioni agli investitori, italiani soprattutto, per poter investire in Albania.
Magari anche avviare le pratiche per la costituzione di una società in Albania e comunque in modo strutturato, poter dare le informazioni che in questo momento non sono fornite in modo strutturato dal Governo albanese.
AN: capisco, un’altra domanda che mi viene, appena sentita la tua considerazione nei confronti della rappresentanza governativa albanese: come la vede lei che ha 10 anni di esperienza italo-albanese da investitore, la politica del governo Rama nei confronti dell’ Italia?
Poiché noi ricordiamo, sicuramente anche lei, che Rama appena insediato, ha parlato di un paese geostrategico importantissimo e ha fondato una task-force parlamentare per offrire assistenza agli investitori italiani e alla fine di questa cosa non si parla più.
Oltre alle visite non rare di Rama, però non a titolo ufficiale come primo ministro, ma visite private in Italia in diverse regioni, però alla fine secondo me non ha portato un risultato serio questo…Secondo lei?
RL: noi siamo stati gli organizzatori della prima missione del Governo albanese a Milano e abbiamo portato il Primo Ministro e gli altri ministri nella sede di Bosch a Milano e in quella occasione il Primo Ministro Rama lanciò l’Albania ad un euro.
Il giorno dopo tutti i giornali italiani parlavano di questo e quindi suscitò tanto interesse. Sicuramente l’Italia ha dal punto di vista, forse più culturale, un’influenza sul governo albanese.
Però poi quello che io dico è che dai nostri errori bisognerebbe imparare. l’Italia, come tutti i paesi, ha fatto degli errori. L’importante è che questi non si ripetano in Albania.
Bisognerebbe attingere anche da quelle che sono le esperienze politiche ed economiche di altri paesi che sono organizzati in modo diverso.
AN: in modo migliore, direi…
RL: ma migliore non lo so, poi è la storia che lo dice, però in modo diverso e quindi cercando di evitare tutta una serie di storture che la politica italiana ha portato e forse porta ancora sia nell’economia che nell’ impatto con i cittadini
AN: io vorrei portare all’attenzione degli ascoltatori l’esperienza tua che è ricchissima di questa realtà italo-albanese. Lei prima dell’intervista mi ha menzionato che diversi investitori che vengono in Albania con lei, hanno visto anche la costruzione di una grande moschea e hanno posto delle domande. Come possiamo convertire in informazione questa riflessione, quale era la loro preoccupazione?
RL: una delle cose che diciamo per abbattere i pregiudizi, che soprattutto noi italiani abbiamo nei confronti dell’Albania e degli albanesi quando veniamo per la prima volta (io stesso 10 anni, la prima volta che sono venuto avevo dei pregiudizi), e che è un paese in cui le religioni convivono pacificamente; ed è la realtà! Però poi, passeggiando per il centro di Tirana, appena passati davanti alla grande moschea in costruzione, fa un certo effetto e quindi molti chiedono da chi è finanziata? come mai c’è questa moschea?
AN: ma lei da cittadino italo albanese, possiamo definirla, ha fatto presente che a Tirana c’è una chiesa grande ortodossa? anche rispetto a questa grande chiesa si sono poste domande del tipo: “da chi è stata finanziata”? Poi c’è una chiesa, non tanto grande cattolica, e alla fine c’è anche una moschea che dovrebbe rappresentare una percentuale della popolazione.
RL: Sì questo è corretto Artur, però purtroppo viviamo un periodo in cui anche la disinformazione, quello che sta accadendo nel mondo, ci fa percepire la religione islamica in modo sbagliato. Non voglio dire un pericolo, però ci fa un po’ riflettere. Quindi vedere questa grande moschea con questi grandi minareti…è grande, molto più grande delle altre chiese…
AN: sicuramente lei ha vissuto l’altra esperienza per cui i credenti musulmani vanno a pregare in mezzo al Boulevard per strada perché non hanno una moschea. A questo punto, visto che non tutti gli italiani conoscono la storia dei Balcani, dobbiamo dire che l’Albania è l’unico e il primo paese costruito e fondato in modo occidentale, in cui la Chiesa è stato separata dal governo. Uno stato laico sin dalla sua fondazione. Una cosa che non è capitata ai greci, non è capitata ai serbi e ai croati e ad altri e per questo noi albanesi dobbiamo mantenere e conservare la laicità dello Stato.
Questo sarebbe giusto o mi sbaglio?
RL: Si. Sicuramente si! Infatti tutte le religioni dovrebbero avere la possibilità di essere professate in maniera equa. Il vedere il venerdì una strada chiusa al traffico per dare la possibilità ai musulmani di poter seguire le loro funzioni religiose e pregare, in uno stato laico non si dovrebbe vedere e quindi sicuramente la Grande Moschea darà la possibilità a tutti i religiosi islamici di poter avere un luogo dove poter professare la propria religione. Anche perché è la prima religione in Albania e nei Balcani. Le altre religioni esistono però il 60% degli Albanesi…
AN: sono i dati degli anni scorsi e non ci sono i dati precisi. Anche io sono di tradizione musulmana, se parliamo della mia famiglia, ma da cittadino europeo io non sono mai… sono un credente, non un praticante ma non ho mai pregato in una moschea. Invece l’ho fatto una chiesa, l’ho fatto in Vaticano.
Così credo che abbia fatto la maggior parte nostra popolazione (del popolo albanese), io rappresento la maggior parte degli albanesi, almeno della mia età.
RL: certo, questo è anche un aspetto, che la maggior parte degli albanesi sono credenti ma non praticanti.
A maggior ragione vedere una moschea cosi grande da il senso che la religione musulmana stia iniziando a diventare anche più radicata nel Paese
AN: però bisogna dire sempre che è una religione musulmana molto moderata, poiché c’è una tradizione nella storia degli Albanesi, tale. Sicuramente quando c’è dietro la politica c’è da preoccuparsi e anche lo stato e noi giornalisti abbiamo realizzato diverse trasmissioni e dibattiti relativamente a questo.
Però tornando a noi, e alla tua esperienza italo-albanese, io vorrei concludere questa intervista secondo me interessantissima, perché abbiamo parlato di esperienze avute da te e delle mie preoccupazioni, con un ultimo appello al governo italiano: diciamo all’ambasciata del Governo italiano e al Governo albanese a Tirana, come può offrire più facilità ad un investitore?
RL: ripeto, ci dovrebbe essere un’organizzazione nella attrazione degli investimenti in Albania. Questo per non dare modo neanche a consulenti improvvisati, italiani, pensionati, ecc. che vivono qui e che si improvvisano come consulenti, di far facendo vivere un’esperienza sbagliata agli imprenditori che arrivano Quindi ci dovrebbe essere una organizzazione tra Italia e Albania.
L’Italia dovrebbe dare maggiore supporto ai propri connazionali, l’Albania dovrebbe organizzare in Italia i propri Consolati come degli uffici commerciali, dove vengono date le informazioni precise riguardo alle opportunità di investimento;
AN: ti ringrazio molto di questa intervista molto corretta e secondo me piena di riflessioni.
RL: grazie a te Artur
AN: e sperando sempre che si ascoltino quelli che hanno il potere per decidere e cambiare le cose, cioè i politici sia alla Farnesina che al ministero degli Esteri e dell’economia a Tirana.
Da Tirana Artur Nura per Radio Radicale.