Artur Nura: un caro saluto agli ascoltatori di radio radicale a cui propongo, per la rubrica Albania italianofona, un’intervista con il professore Antonio Boccia che dà lezioni nelle università di Tirana e che ha realizzato un seminario sul diritto del lavoro, diritto della sicurezza albanese, mettendo a confronto diritto del lavoro e sicurezza europea e la legislazione italiana. Grazie di aver accettato questa intervista.
Antonio Boccia: grazie a te, carissimo Artur, sei sempre affettuoso.
Artur Nura: intanto vorrei far conoscere anche a coloro che ci seguono dall’Italia e da Roma come mai un professore italiano dà lezione nelle università albanesi.
Antonio Boccia: caro Artur, devo dire la verità: tu già mi conosci, sono cinque anni che sono in Albania. Già ne ho fatti tre a Durres e mi sento, come dire, un pò italo-albanese. In quanto non sono nuovo a questo tipo di esperienze. Ma , scherzi a parte, diciamo che il progetto che stiamo affrontando, che tra l’altro termina proprio oggi, è un seminario che abbiamo effettuato, con la Prof.ssa Ersida Teliti, presso il Politecnico di Tirana, che è una Istituzione prestigiosa.
Ma non solo, perché abbiamo collaborato anche con l’istituto delle costruzioni, che afferisce direttamente al Ministero dello sviluppo urbano.
Diciamo che la tematica che si è intesa approfondire è stata la tecnica della sicurezza del lavoro secondo l’ordinamento dell’Unione Europea; ovviamente con la partnership Professori anche dello stesso Politecnico di Tirana, come il professor Altin Bidaj, che ha fatto un po’ da tutor nel campo dell’ingegneria e della sicurezza.
Artur Nura: intanto vorrei capire, visto che parliamo di un Paese in via di sviluppo, quali sono le differenze tra le leggi albanesi sul diritto del lavoro e della sicurezza e quelle italiane ed europee.
Antonio Boccia: questa è una domanda molto interessante e cerco di darti una risposta abbastanza precisa, che mi permette di illustrare un minimo di ordinamento albanese. Devo dire, che l’Albania ha emanato una serie di norme nell’ambito del suo stesso ordinamento, che sono molto evolute: sin dal 1995 il codice del del lavoro ha regolamentato, non solo il diritto del lavoro come disciplina e come contrattualistica, ma nel paragrafo ottavo ha dettagliatamente e specificamente descritto varie situazioni nell’ambito della sicurezza del lavoro; anzi, il capitolo 8 è dedicato proprio a questo tipo particolare di disciplina che è la sicurezza. Le norme che vanno dalla 39 alla 75, in particolare, si occupano di questo. Poi c’è da dire il codice è stato ripreso lo scorso anno, nella modifica che è stata fatta nel 2016; e infine, per completezza, c’è da aggiungere anche una normativa specifica che non è codificata: si tratta delle direttive ministeriali contenute in un decreto, ossia il numero 10237 dell’anno 2010.
Quindi, l’Albania, si è attrezzata per tempo e, se vogliamo fare un paragone, una normativa-quadro l’Italia l’ha emanata nel 2008, quindi non tanto tempo prima. Nello stesso tempo la repubblica albanese ha avuto anche l’intelligenza di confrontarsi con i legislatori esteri, dell’Europa occidentale, per cui oggi abbiamo normative che sono anche abbastanza similari, per non dire addirittura speculari. Il confronto con le norme europee è utile, sempre nell’ambito dell’adattamento, visto che l’Albania è in pre-adesione e, auspicabilmente, si ritiene che nel giro di tre anni possa adeguare tutti i parametri per un ingresso a titolo pieno.
Quindi è chiaro che il confronto è sempre più serrato, e la questione è quella dell’adattamento completo, al fine evitare teoriche problematiche ”di rigetto”, sempre nell’ambito del diritto del lavoro.
Artur Nura: intanto, se parliamo di leggi, io sono cosciente che in Albania non abbiamo una grande differenza con quelle italiane; quindi, se parliamo dell’applicazione delle leggi, hai discusso con i tuoi colleghi albanesi per quanto riguarda le differenze?
Antonio Boccia: in maniera specifica di infortuni e statistiche non abbiamo parlato; posso dirti, però, che abbiamo riportato quella che è “l’esperienza europea”. Abbiamo, infatti, voluto presentare agli studenti quelli che sono i dati dell’OSHA, che è l’agenzia europea che si occupa di media e di statistiche di infortuni nell’ambito del lavoro. Risultano parzialmente “allarmanti” solo alcuni settori, ma ti parlo dell’unione europea. In realtà si potrebbe fare un parallelo per quelli che sono i lavori più usuranti che sono presenti anche in Albania, come il settore dell’estrazione del cromo.
Nell’unione europea i maggiori fattori di esposizione a rischio sono quelli dei lavoratori che hanno esposizioni con agenti biologici, e il rischio chimico (qui si potrebbe fare un parallelo, mi dicevano i colleghi, con le industrie estrattive del nord, se non vado errato, e quindi con la esposizione a materiali ed agenti che sono altamente pericolosi e possono essere nocivi per la salute dei lavoratori). Nella precedente domanda richiedevi la differenza tra la normativa, e l’esecuzione o l’applicazione della stessa. Questo è il vero problema che riguarda, ovviamente, non solo l’Albania.
Perchè succede spesso che le norme siano ottime, ma l’esecuzione delle stesse è un pochino più rallentata: questo succede però anche in Italia, che viene ritenuta una potenza economica… Paradossalmente, si è visto tramite le ispezioni, che i difetti di applicazione legislativa si verifichino maggiormente nelle imprese piccole, dove c’è minor numero di dipendenti e c’è un attenzione minore e minor controllo; e quindi c’è purtroppo un numero inversamente proporzionale, cioè maggiore, di rischi di infortuni, rispetto alle aziende con elevato numero di dipendenti. Io credo che la stessa cosa capiti qui, in Albania.
Artur Nura: per concludere, per capire la responsabilità delle autorità albanesi, lei ha menzionato che è finito questo progetto. Io vorrei conoscere la presenza del ministero: era presente in quest’ultimo seminario?
Antonio Boccia: non c’è stata una presenza ufficiale delle Autorità, sotto il profilo politico, anche se hanno preso parte, in una giornata, i funzionati dell’Istituto di Costruzioni, che afferisce al Ministero dello sviluppo urbano. Perciò, diciamo che questa prima fase di lezioni ed incontri è stata condotta dal Rettore del Politecnico in maniera autonoma e del tutto sperimentale, come del resto si fa con una cosa che è in una fase di elaborazione e di studio, ed ovviamente sempre in attesa della formalizzazione di un vero e proprio accordo tra Università.
Insomma, si è trattato di un primo approccio nel Politecnico di Tirana di formatori che provengono dalla Unione Europea, in questa singola e specifica materia, che è un argomento di nicchia. Quella della sicurezza, infatti, non è proprio in perfetta coincidenza con il diritto del lavoro : è una parte specifica della materia lavoristica.
Intanto, ripeto, è stato fatto anche un incontro con formatori albanesi, nell’ambito del ministero dello sviluppo urbano, e dobbiamo quindi dare atto al Direttore dell’lstituto di una grande apertura mentale. Insomma ,io credo che, col tempo, si moltiplicheranno gli incontri, e quindi si entrerà di più nello specifico, allorquando due università formalizzeranno un accordo di collaborazione completo. Per adesso, consideriamo questo primo passo solo sotto il profilo sperimentale.
Personalmente devo confessarti che sono molto contento di essere uno dei primi che viene a collaborare, anche sotto il profilo prettamente lavoristico, in Albania: per questo ringrazio il Rettore Prof. Maliqari, cioè della opportunità di poter lavorare ra l’ Albania e l’ Italia: in questi due Paesi, che in fondo sono amici da sempre.
Artur Nura: sono vicini, sono amici e hanno una cultura comune: comunque bisogna attendere quando formalizzerete l’accordo tra le due università, e allora bisognerà vedere come andrà avanti. La ringrazio per questa intervista.
Antonio Boccia: certamente! Intanto grazie a te caro Artur, e a presto
Artur Nura : da Tirana, per radio radicale, Artur Nura.