No alle politiche fiscali preferenziali e bisogna prestare attenzione alla compra vendita delle banche.
Il Board esecutivo del Fondo monetario internazionale (FMI) ha concluso le consultazioni con l’Albania, sull’articolo IV, per l’anno 2017. Nella dichiarazione pubblicata oggi, il Board stima l’andamento dell’economia albanese e si esprime ottimistico sul futuro, esprimendo però la propria preoccupazione in merito alle capacità del governo albanese per il proseguimento del consolidamento fiscale e la riduzione del debito pubblico, in un
momento in cui ha dei piani su dei grandi investimenti nella forma di partenariato pubblico-privato (PPP).
Il FMI chiede al governo albanese di essere più chiaro nei suoi piani per la riduzione del debito pubblico, mentre ha attirato l’attenzione verso il freno della riduzione delle imposte e l’attuazione di politiche fiscali preferenziali. Il Fondo pone l’accento anche sul rallentamento delle riforme nel settore energetico.
Un altro elemento segnalato dal FMI, è il processo di consolidamento del sistema bancario, chiedendo che i candidati per nuove licenze bancarie devono avere la dovuta esperienza bancaria e di evitare i conflitti di interesse. Nel suo comunicato stampa ufficiale, il FMI riporta che: “L’economia dell’Albania è cresciuta del 3.4% nel 2016 è sta proseguendo il suo rafforzamento, beneficiando dell’aumento della domanda interna, degli investimenti diretti esteri e da una ripresa dei principali partner commerciali dell’UE.
La riduzione del divario della produzione e l’effetto dell’inflazione alta importata, hanno stimolato l’inflazione in meno del 2%. L’incremento generale del credito rimane limitato, in quanto le banche continuano a ripulire i loro bilanci dai crediti inesigibili da più di tre anni. Le debolezze estere a breve termine sono limitate, dato che il disavanzo del conto delle partite correnti è finanziato principalmente da finanziamenti concessionari e le entrate dagli IDE, mentre le riserve in valuta sono sufficienti. Le debolezze fiscali e finanziarie si sono ridotte durante gli ultimi quattro anni. Tuttavia, ci sono delle sfide, a partire dall’elevato livello del debito pubblico e le necessità di finanziamento, i crediti problematici e le debolezze istituzionali che ostacolano gli investimenti.
Il chiaro mandato del nuovo governo che è uscito dalle elezioni politiche dello scorso giugno, la favorevole prospettiva economica e le prospettive sull’apertura dei negoziati di adesione all’Unione europea, offrono una opportunità per ripartire con l’attuazione dell’agenda delle riforme. Gli obiettivi principali della politica in questo momento, sono la preservazione della stabilità macroeconomica e finanziaria e l’approfondimento delle politiche strutturali e istituzionali, in modo da accelerare il ritmo della convergenza.
La prospettiva a medio termine rimane favorevole. La crescita del PIL dovrebbe accelerare al circa 4%, stimolata dalla costante domanda interna, le riforme volte a migliorare il clima del business e una forte ripresa dell’UE. Si attende che l’inflazione prosegua verso l’obiettivo del 3%, mentre il divario della produzione si riduca
Il deficit delle partite correnti dovrebbe contrarsi, in quanto i grandi progetti energetici che richiedevano enormi importi sono in via di conclusione, la zona euro continua a riprendersi e gli investimenti esteri non nel settore energetico dovrebbero stimolare la diversificazione dell’esportazione.
Nel frattempo, il rafforzamento del sostegno dei donatori, come conseguenza del processo di adesione europea, potrebbe portare a degli investimenti importanti e ad una ripresa del credito bancario./ Monitor.al;/CCIA