*A colloquio con la Dottoressa Elisa Scelsa, nuova responsabile dell’Istituto per il commercio estero italiano a Tirana: “Dopo la missione di sistema di febbraio, le premesse ci sono tutte e l’interesse italiano è molto alto, per questo serve che Istituzioni e settori economici albanesi facciano la loro parte e diano tutte le certezze necessarie”
Artur Nura: Salve e ben ritrovati a tutti gli ascoltatori di Radio Radicale, dove per la rubrica Albania Italianofona proponiamo oggi una intervista alla Dottoressa ELISA SCELSA, Direttrice dell’Ufficio di Italian Trade Agency – ITA di Tirana, cioè l’Istituto per il Commercio con l’estero facente capo al MISE – Ministero Italiano per lo Sviluppo Economico.
Grazie, dottoressa, di avere accettato il nostro invito ai microfoni della Radio.
Elisa Scelsa: “Sono io che ringrazio Voi”.
Artur Nura: Partiamo appunto dal ruolo del Ministero italiano e dell’Ufficio da Lei diretto per riepilogare l’ultimo degli eventi che avete coordinato e gestito a Tirana, ossia la Missione di sistema delle Istituzioni e delle Imprese italiane in Albania, a metà dello scorso mese di febbraio. A un mese esatto di distanza, potete già registrare le prime conseguenze positive in termini di manifestazioni di interesse di aziende interessate al mercato albanese e a progetti specifici da realizzare qui?
Elisa Scelsa: “Sì. Desidero anzitutto premettere che questa Missione di sistema ha avuto il primo risultato di una forte adesione da parte delle Imprese italiane piccole, medie e anche grandi, e da parte delle Istituzioni politiche, associative e finanziarie incaricate di svolgere o sostenere attività di internazionalizzazione. Risultato ancora più evidente se si considera che, solitamente, le Missioni di sistema si rivolgono a mercati più lontani e più estesi, e ciò offre anche il metro dell’importanza che l’Italia assegna all’Albania e a questa specifica area geografica a noi vicina da molti punti di vista.
Detto questo, le prime conseguenze dell’evento di febbraio sono misurabili dalla nostra operatività attuale, perché le manifestazioni di interesse venute da diverse aziende partecipanti a quel forum economico fanno ora parte della nostra quotidiana attività di assistenza generale e specifica proprie di un Ente pubblico e funzionale come ICE. Si tratta di una fase cosiddetta di “Follow Up”, in cui dobbiamo accompagnare e gestire la volontà di fare business anche in relazione alla possibilità che l’Amministrazione locale offre dal punto di vista di un ambiente favorevole allo stesso (“Business claim”)”.
Artur Nura: Questo è senza dubbio un buon punto di partenza. Ci può tuttavia enumerare la presenza italiana in Albania sotto l’aspetto del numero delle imprese, anche miste, presenti su questo mercato?
Elisa Scelsa: “Anche qui va fatta una premessa. L’Italia è il primo partner economico dell’Albania sul piano commerciale, e i numeri che esprime indicano la parallela qualità della sua presenza. A oggi, su circa 2000 partite IVA registrate, le imprese che svolgono attività a carattere produttivo e servizi vanno da 500 a 700, intendendo sia quelle a totale partecipazione italiana, sia altre dove gli operatori dall’Italia possiedono una quota o di maggioranza o anche solo di minoranza.
Si tratta di attività di supporto reale alla produzione, pensiamo al “facon”, oppure legate all’edilizia, alle costruzioni, alla produzione di energia, alla trasformazione di materie prime in vari settori. Vantiamo inoltre una Banca di grande rilievo che supporta le nostre aziende che arrivano qui.
Il dato però che qualifica l’Italia al confronto dell’Albania è la sostanziale equivalenza nel rapporto di forza fra import ed export. Mentre su una bilancia commerciale totale con l’estero pari a 6.7 miliardi, quindi una parte importante del Prodotto interno lordo di questo Paese, l’Albania esporta meno di quanto importa dagli altri Paesi, nelle relazioni con l’Italia importazioni ed esportazioni si equivalgono e vanno a pareggio.
In altre parole, i sistemi economici italiano e albanese sono integrati sotto il profilo industriale, e questo rappresenta più di ogni altro dato la grande responsabilità di ciascuno dei due Paesi nei confronti dell’altro, sul versante dei rapporti economici e sociali che li legano”.
Artur Nura: Il che conferma ulteriormente le nostre tesi sulla unitarietà del contesto italo – albanese. Torniamo però alla missione importante che avete gestito a metà febbraio e a cui hanno aderito, assieme al Governo italiano, realtà come Confindustria, Associazione bancaria e rete delle imprese. Come può essere tradotta in numeri, per quanto riguarda le adesioni di imprenditori italiani e albanesi e i primi risultati che sta producendo in ambito business?
Elisa Scelsa: “I numeri sono, come dicevo inizialmente, molto importanti in rapporto a quello che può sembrare un mercato non grande e non distante dall’Italia da cui sono arrivate qui a Tirana 200 aziende, mentre ben 235 sono state le imprese albanesi iscritte all’evento. A queste dobbiamo aggiungere le delegazioni provenute dai due Paesi vicini di Kosovo e Macedonia, formate rispettivamente da 37 e da 12 imprenditori e dalle loro Istituzioni governative e di categoria competenti nella materia dell’internazionalizzazione. I dati totali in nostro possesso indicano 800 B2B, cioè momenti di colloquio diretto fra operatori di Paesi diversi, e riteniamo che i risultati delle partnership così avviate possano andare ben oltre le nostre stime, in quanto la missione di sistema con destinazione Albania ha abbracciato nel complesso l’area dei Balcani del Sud”.
Artur Nura: Parliamo ora più specificamente del Suo Ufficio. In che termini e con quali costi l’ICE sostiene il cammino di internazionalizzazione delle imprese italiane all’estero, a partire da quelle piccole e medie?
Elisa Scelsa: “Prima di tutto l’Istituto per il commercio estero è un Ente a carattere pubblico e con finalità pubbliche, che facendo capo al Governo e al Ministero italiano dello Sviluppo economico è finanziato pubblicamente. Esso svolge pertanto attività di assistenza generale, di informazione e di promozione che sono in via generale gratuite e senza oneri per il sistema delle imprese che a noi si rivolgono. Chiaramente però, come nel caso delle conseguenze della missione di sistema di febbraio a Tirana, quando siamo chiamati su richiesta delle aziende a svolgere compiti di assistenza e consulenza più specifica in relazione al mercato di destinazione, utilizziamo risorse che sarebbero altrimenti dedicate alle funzioni più generali, e allora in questo caso chiediamo alle imprese interessate una compartecipazione il cui costo per le stesse è comunque ridotto in virtù del carattere pubblico dell’ICE”.
Artur Nura: Veniamo ad alcune considerazioni finali. Le Sue dichiarazioni anche sulla bilancia commerciale confermano una sorta di naturale “fratellanza” fra Italia e Albania, e l’ICE è parte di un sistema istituzionale più ampio assieme ad Ambasciata, Sace, Simest e mondo bancario. Quali sono le iniziative per fare in modo che nuovi settori, che imprese di dimensioni più grandi e aree geografiche italiane anche meno vicine, come Piemonte e Nord Ovest, si approccino ulteriormente all’Albania?
Elisa Scelsa: “Per rispondere voglio partire dal bellissimo ragionamento espresso dal Ministro Calenda, titolare dello Sviluppo economico: “Alle imprese italiane basta poco per internazionalizzarsi”. Nel senso che le nostre aziende sono già in origine abituate a operare in contesti di partenza non semplici e non agevoli, quindi non hanno grossi problemi a spostarsi su un mercato estero se quest’ultimo è in grado di offrire condizioni di accoglienza e ambienti di business realmente facilitanti”.
Artur Nura: L’Albania in tal senso li offre, in particolare per l’accoglienza e l’ospitalità?
Elisa Scelsa: “Il punto è questo. L’Albania presenta diversi punti di incontro con l’Italia, e un’azienda italiana che arriva per la prima volta in Albania trova un ambiente di primo impatto caloroso, ospitale, caratterizzato da un Popolo cordiale e, come gli Italiani, capace anche di autocritica. Man mano però che il cammino di questa impresa prosegue nella concretizzazione della sua volontà di investimento, emergono quegli aspetti più propriamente “informali”, fatti di meccanismi che tendono a far prevalere le aziende albanesi in determinati settori o che non forniscono le necessarie certezze dal punto di vista delle normative e dei diritti reali.
L’Albania come detto offre importanti opportunità industriali e commerciali, ma chi viene qui ha bisogno di sapere, per esempio, che un magistrato corrotto sarà rimosso dal suo incarico o che un malfattore andrà veramente in carcere. Questo è un atto dovuto non solo agli imprenditori italiani o esteri che arrivano qui per portare sviluppo, ma anche agli Albanesi e ai loro figli. L’unico modo per attrarre investitori è trattare bene quelli che già ci sono, e questo suppone un cambio di mentalità culturale sia per coloro che intendono venire qui con i propri progetti e capitali, sia per quanti, Istituzioni e imprenditori albanesi, devono offrire accoglienza e possibilità di partenariato”.
Artur Nura: La ringrazio, Dottoressa Scelsa, per le sue parole che delineano la realtà non solo come spesso la si vuol fare apparire ma come talvolta invece si presenta in concreto, perché questa è la migliore esortazione a migliorare. Grazie di questa intervista molto interessante e arrivederci a presto.
PS: L’intervista e’ stata trascritta da un lavoro eccellente di Alessandro Zorgniotti *