Secondo un sondaggio eseguito dalla BERS sugli imprenditori di molti paesi risulta che in Albania quasi un imprenditore su due ritenga che avere buone relazioni con la politica sia un fattore essenziale per il buon andamento del proprio business.
L’Albania si classifica ai primissimi posti, di poco dietro a Macedonia e Bosnia, con il 42% degli intervistati, mentre paesi come l’Italia sono al 25% e la Germania addirittura al 3%.
Abbiamo piu’ volte scritto sulla mancanza di un vero libero mercato in Albania, commentando le classifiche delle imprese piu’ grandi, o di quelle piu’ redditizie, dove si dimostra che in classifica non esistono attivita’ industriali, ma solo aziende concessionarie dello stato, dai giochi di fortuna all’estrazione mineraria, passando per le aziende appaltatrici dello stato.
E’ evidente che per esercitare quei business servono validi appoggi politici, ma, siccome le aziende concessionarie non possono per loro natura essere tante, se la percentuale di quelli che ritengono che il proprio business ha bisogno della politica sale fino al 42%, questo evidentemente vuol dire che anche per esercitare altre attivita’, non formalmente legate alla pubblica amministrazione, serve il consenso politico.
Per dirla in un modo piu’ semplice e diretto, vuol dire che l’attivita’ economica in Albania non e’ percepita come libera, ma assoggettata alla politica, cioe’ che l’applicazione delle norme e’ selettiva: per i nemici si applicano, per gli amici si interpretano.
Visto da un altra angolatura, questo significa che solo gli amici del potere politico possono fare soldi, con i quali, evidentemente pagando tangenti, possono continuare ad essere amici del potere, e il cerchio si chiude. Pratico, no?/Exit.al