Il sindaco Veliaj: “Sul 2 giugno più eventi a Tirana che a Roma. L’italiano resta storicamente per noi un simbolo di libertà, ma gli investimenti in Albania devono…
Di Alessandro Zorgniotti
“Come Sindaco di Tirana, devo conoscere e imparare la lingua parlata dai miei concittadini, e tra questi ci sono anche gli Italiani, che a migliaia vivono nella Capitale”. Così dice Erion Veliaj, Primo cittadino dal 2015, ai microfoni di Radio Radicale intervistato dal corrispondente Artur Nura per la rubrica Albania Italianofona.
L’intervista è realizzata in una settimana molto importante per le relazioni binazionali fra Italia e Albania “e, come ho avuto modo di sottolineare con una battuta ma reale – prosegue Veliaj – ci sono più iniziative a Tirana che a Roma! Penso alla recente inaugurazione della bellissima Scuola Italiana che rappresenta un ulteriore punto di riferimento e di contatto nella nostra città.
Io, che sono di cultura anglofona, ho imparato l’italiano perché ogni settimana incontro un sindaco, un imprenditore, uno studente o un sacerdote che provengono dall’Italia. Quattro ore settimanali di italiano corrente”. Veliaj si è soffermato proprio sulla settimana in corso: “Il primo giugno sarà qui, per un grande concerto (sostenuto da sponsor privati), il vincitore del festival di Sanremo Ermal Meta, simbolo proprio di questa vocazione binazionale italo-albanese.
L’Italia dispone di quello che io ho chiamato in più occasioni un “soft power”, un potere sottile in grado di orientare gusti e consumi, dalla moda al cibo, dalla cultura alla musica. A volte si ha l’impressione che a questo grande potere sottile non segua una politica di promozione e di investimenti altrettanto forte. Un po’ all’opposto di quanto è impegnata a fare l’Albania che da piccolo Paese giovane quale è sta sviluppando energie e capacità promozionali molto alte”.
“La lingua italiana è stata per i nostri padri un simbolo di libertà ed era la sola finestra verso l’esterno. Adesso – spiega Veliaj – c’è più competizione, arrivano programmi e opportunità dall’America così come dalla Turchia, quindi sta alla volontà dei singoli Paesi, come l’Italia, decidere se credere e investire nelle relazioni culturali con l’Albania”.
Il Sindaco di Tirana dunque aspetta “una telefonata dall’Italia per capire quale nuovo Governo ci sarà e portare avanti gli accordi molto importanti già siglati a livello politico, fin dai tempi in cui ero ministro del lavoro nel primo Governo Rama fino al 2015, e che per esempio prevedono il riconoscimento dei contributi previdenziali versati dai lavoratori albanesi durante il lavoro in territorio italiano”.
Intanto, mentre la crisi di Governo va avanti, la collaborazione fra i territori accelera: “Abbiamo siglato accordi importanti con Verona sul tema dei rifiuti, con Bari per l’acquedotto, con Firenze per il servizio di bike sharing, con Milano per l’urbanistica tramite l’architetto Boeri, e altri accordi territoriali ancora”. Con la Turchia? “Non ci sono gemellaggi attualmente, il Comune di Tirana è pragmatico e punta a realizzare investimenti di qualità in maniera laica per la città”.
Sul futuro politico di Veliaj: “Io candidato Premier? Fare il Sindaco è il lavoro più bello, perché in pochi giorni si passa dalla decisione alla sua realizzazione, mentre a livello di Stato e di Ministeri ci sono dei filtri burocratici che un sindaco non ha. Quindi quei colleghi primi cittadini che fanno la colpa alla burocrazia perché non riescono a realizzare i lavori dovrebbero cambiare mestiere. Su piazza Skenderbeu abbiamo sbloccato con dieci mesi di opere realizzate un dibattito che andava avanti da dieci anni, e adesso il nostro progetto è in gara a Barcellona come migliore spazio pubblico urbano d’Europa”.
Alla fine della molto importante conversazione, al sindaco Veliaj è stato fatto nel omaggio del best seller Banchieri scritto da Beppe Ghisolfi, luminare dell’educazione linguistica finanziaria che il 6 luglio sarà, con l’industriale piemontese Amilcare Merlo, in visita istituzionale in Albania e a Tirana per il memoriale a Michele e Pietro Ferrero.