L’Italia oltre a essere il primo partner commerciale dell’Albania è anche in cima alla classifica del numero di imprese con capitale partecipato: sono oltre 1400 le aziende italiane e joint venture italo-albanesi sinora censite. Tutto ciò rende necessario approfondire i rapporti bancari tra Italia e Albania. Nel Paese delle aquile esistono Intesa SanPaolo Bank Albania e Veneto Banka Albania, entrambe detenute al 100 per cento dal Gruppo Intesa Sanpaolo, che operano con 45 filiali sull’intero territorio nazionale. I due istituti fungono da polmone finanziario per gli operatori italiani che si affacciano su questo mercato. Il sistema bancario locale, sebbene caratterizzato da un’eccessiva diffusione di piccole banche commerciali sotto-capitalizzate e estremamente competitive che offrono tassi di interesse fuori mercato pur di guadagnare liquidità, viene ritenuto dagli osservatori internazionali solido e in grado di resistere alle pressioni derivanti dalla persistente crisi finanziaria internazionale, ma numerose sono le criticità. Nel tentativo di comprendere l’attualità bancaria dell’Albania, intervistiamo il dottor Silvio Pedrazzi (nella foto), Chief Executive Officer and Board of Directors Member di Intesa SanPaolo Bank Albania.
Il Fondo monetario internazionale, pur riconoscendo il positivo operato della Banca d’Albania nella sua azione di vigilanza e supervisione del sistema bancario locale, ha più volte invitato il Governo albanese a rafforzare il sistema di sorveglianza e seguire con attenzione l’attuale situazione finanziaria internazionale, che potrebbe avere ripercussioni anche sul mercato locale, data la tendenza dell’economia di questo Paese a divenire sempre più correlata con l’economia globale. Di quali riforme necessita il sistema?
Premetto che l’acquisizione di Veneto Banka da parte del Gruppo Intesa Sanpaolo, intervenuta a fine giugno scorso quale conseguenza del noto accordo intervenuto in Italia, non modificherà l’approccio commerciale del Gruppo in Albania. Per altro, proprio in questi giorni, sono iniziate le attività che porteranno all’incorporazione di Veneto Banka da parte di Intesa Sanpaolo Bank Albania. Tale processo, che dovrebbe completarsi entro il terzo trimestre, permetterà di razionalizzare l’offerta di prodotti e servizi contenendo anche i costi operativi con palesi vantaggi per la clientela, le famiglie e le imprese. Per quanto riguarda il Sistema Bancario, nel suo insieme, confermo gli ottimi parametri di liquidità e di solidità patrimoniale cui però si contrappongono alcuni problemi strutturali. Mi riferisco in particolare alla modesta dimensione della maggior parte delle Banche, all’elevato livello di Crediti Problematici e ad un basso livello di profittabilità. È evidente che la progressiva integrazione nell’economia globale impone una rapido adeguamento agli standard internazionali e la realizzazione di rilevanti investimenti – penso in particolare ai sistemi di risk management, alla digitalizzazione e all’adeguamento dei sistemi di Governance – che, al momento, il Sistema non sembra in grado di affrontare; sotto questo profilo Intesa Sanpaolo Albania è riconosciuta unanimemente come una eccellenza del Paese. Un processo di consolidamento del Sistema è recentemente iniziato e sicuramente proseguirà nel breve periodo. Detto ciò, occorre tenere presente sia la dimensione del mercato che il cammino di profonde riforme avviato dal Governo, con particolare riferimento alla lotta all’informalità ed alla profonda revisione del sistema giudiziario. Tali riforme, i cui effetti si stanno dispiegando, avranno impatti positivi sul Sistema Bancario e per altro sono propedeutiche all’apertura dei negoziati per l’ingresso a pieno titolo nell’Unione europea.
Quest’anno, il prossimo e nel 2020, l’Albania sarà l’economia in più rapida crescita nei Balcani occidentali, afferma l’Institute for Economic Studies di Vienna, in un rapporto pubblicato di recente sull’Europa centrale e orientale. Per quest’anno, l’Istituto di Vienna prevede una crescita economica del Paese al 4,1%, e per il prossimo anno al 4 per cento, per poi scendere al 3,9% nel 2020. Approfondiamo le valutazioni di tale rapporto?
Effettivamente il tasso di crescita dell’economia albanese, in costante crescita positiva negli ultimi anni, dovrebbe essere il migliore dell’Area Balcanica nel 2018. La crescita del Prodotto Lordo è trainata da diverse componenti: i consumi privati, l’incremento significativo delle esportazioni e gli investimenti in genere con spefico focus su quelli pubblici riferibili alla realizzazione di infrastrutture civili. Da sottolineare comunque la forte dipendenza commerciale con i partner strategici, quali l’Italia, che stante la ripresa economica in corso contribuisce all’aumento dell’attività economica albanese. La vera sfida dell’Albania è quella di sfruttare le attuali positive circostanze per raggiungere una competitività autonoma, non dipendente da fattori temporanei (quali, ad esempio, il basso costo del lavoro). Sotto questo punto di vista gli investimenti esteri, ed in particolare quelli italiani, possono giocare un ruolo determinante.
Può illustrarci gli effetti pratici dell’entrata in vigore della normativa sullo scambio automatico delle informazioni fiscali e finanziarie tra Albania e Italia?
Pur avendo l’Albania aderito fin dall’inizio agli accordi per lo scambio delle informazioni fiscali e finanziarie (Crs – Common Reporting Standards), ad oggi le Autorità competenti non hanno ancora diramato le istruzioni applicative; gli intermediari finanziari non sono quindi in grado di fornire all’Amministrazione pubblica i dati previsti. Ritengo personalmente che l’implementazione di tali accordi richiederà ancora un pò di tempo.
In una delle ultime assemblee di Aab, l’Associazione bancaria albanese, Lei è stato eletto Presidente. Che prospettive si prevedono per i prossimi anni per i rapporti bancari tra Italia e Albania?
I rapporti tra l’Associazione Bancaria Italiana e quella Albanese sono ottimi e confermati dal recente incontro tra le due Delegazioni tenutosi nell’ambito della recentissima Missione di Sistema organizzata dal Governo italiano. In tale occasione si sono poste le basi per un’ulteriore collaborazione. Va ricordato inoltre che anche le Banche Centrali dei due Paese, da lungo tempo, intrattengono profondi ed amichevoli rapporti nei vari ambiti professionali e regolamentari.
Alcuni consulenti italiani, stanno promuovendo finanziamenti alle start up in Albania, grazie a Fondi di finanziamento per le imprese. Quali sono i settori in cui il governo e i donors internazionali concedono finanziamenti tramite le banche?
Occorre precisare che il Governo e i “Donors” non concedono di norma alcun finanziamento direttamente alle banche commerciali; in realtà i contributi finanziari messi a disposizione da tali soggetti sono mirati allo sviluppo di certi settori specifici oppure ad interventi tendenti a migliorare le infrastrutture civili e sociali. In tale ambito si possono inquadrare i finanziamenti concessi direttamente allo Stato Albanese dalle Istituzioni Finanziarie Internazionali (quali World Bank, Bers e altri organismi simili) per la realizzazione di migliorie sulle infrastrutture (es.: reti idriche, elettriche, stradali, riduzione del consumo energetico) oppure per l’efficientamento della Pubblica amministrazione (es.: riforma del Catasto, riforma della Giustizia ecc.). In tale caso i fondi ottenuti vengono poi iniettati nell’economia locale principlamente per il tramite di Gare e/o appalti cui possono partecipare le singole aziende private, sia locali che straniere. In parallelo a quanto sopra, altri fondi vengono iniettati per fornire alle Banche commerciali fonti di provvista mirati a supportare e/o garantire particolari tipi di prestiti in settori economici specifici. E’ questo il caso, ad esempio, del Fondo di Garanzia per l’Agrobusiness (che copre fino a circa 100/mil. di Euro) e dei fondi per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile (Women in Business). Vorrei citare anche il contributo fornito dal Governo alle imprese albanesi (per il tramite di Cooperazione Italiana) mettendo a disposizione contributi in conto interesse e/o garanzie mirati all’acquisto di macchinari italiani. Infine, nei prossimi mesi, verranno lanciati i bandi per partecipare all’aggiudicazione di “Grants” (contributi in conto capitale provenienti dai programmi dell’Unione europea) nel settore agroindustriale.
Possiamo approfondire la realtà di tale progettualità e come accedere a tali finanziamenti?
Come accennato nella precedente domanda, stiamo trattando di una progettualità particolarmente articolata che necessita di supporto specialistico. Posso comunque affermare che pare particolarmente utile fare riferimento alle strutture costituite “ad hoc” dal Governo albanese (quali l’Aida – Agenzia per lo sviluppo degli investimenti in Albania). Per quanto riguarda invece il “Sistema Italia”, e detto che Intesa Sanpaolo Albania offre ai propri Clienti la necessaria consulenza ed è particolarmente attiva in tutti i Programmi citati in precedenza, si sono consolidate in Albania diverse strutture associative assai qualificate; mi riferisco alla Camera di Commercio Italiana in Albania, a Confindustria Albania e ad altre Associazioni di categoria analoghe; anche l’Ambasciata Italiana in Albania ed il Consolato sono in grado di fornire informazioni puntuali e supporto agli investimenti. Suggerisco a tutti gli imprenditori italiani interessati ad investire in Albania di approcciare con fiducia queste realtà.
(*) Presidente dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale (Irepi)