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Merkel a Skopje, referendum del 30 settembre avrà impatto su adesione a Ue e Nato

Secondo il cancelliere tedesco Angela Merkel, il referendum del 30 settembre nell’ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom) sulla disputa sul nome con la Grecia avrà un impatto sull’adesione del paese all’Unione europea e alla Nato.

Merkel parlando in conferenza stampa con l’omologo macedone Zoran Zaev proprio a Skopje, dove si trovava in visita ufficiale ha anche aggiiunto: “Nessuno minaccia di isolare i cittadini macedoni che sono liberi di scegliere sul futuro del loro paese. Tuttavia il futuro (della Fyrom) nell’Ue e nella Nato a condizione che il referendum abbia successo. Entrambe le questioni (la disputa sul nome e l’adesione a Nato e Ue) sono intrecciate. Il popolo macedone il 30 settembre ha l’occasione, così come 27 anni fa (anno dell’indipendenza), di decidere se vuole far parte della famiglia dell’Ue e della Nato, il che richiede allo stesso tempo l’accettazione dell’accordo con la Grecia”, ha detto la Merkel,

Invitando i cittadini a “non stare a casa” il 30 settembre, il cancelliere tedesco ha quindi esortato il popolo macedone a “cogliere l’occasione e a scegliere quale futuro intende avere” e sostenendo cosi i social democratici macedoni e non i conservatori dell’ex primier Nikola Gruevski.

Dall’altro canto, l’accordo sulla disputa sul nome con l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom) sarà sottoposto al parlamento greco per la ratifica come previsto, sulla base delle disposizioni degli obblighi internazionali derivanti dall’accordo stesso.

Il primo ministro greco Alexis Tsipras parlando in conferenza stampa a margine della Fiera internazionale di Salonicco (Fit) ha detto: “Sono assolutamente convinto che la maggioranza dei parlamentari greci voterà a favore dell’accordo”.

Tsipras ha poi escluso la prospettiva di un referendum in Grecia sulla questione, affermando che una consultazione referendaria sul nome e di un paese vicino sarebbe “senza precedenti”.

Dunque a differenza della Fyrom, la Grecia sembra che non abbia motivo di intraprendere un simile processo referendario e l’accordo sarà ratificato dal parlamento, allo stesso modo di tutti gli altri trattati internazionali.

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