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Dalla Puglia a Istanbul, il business dei trapianti di capelli vale 15 milioni. E inoltre dentisti in Albania e chirurghi plastici in Rep. Ceca.

Da Aradeo, in provincia di Lecce, un’agenzia organizza 400 viaggi al mese per la clinica del dottor Serkan Aygin. E inoltre dentisti in Albania e chirurghi plastici in Rep. Ceca

di Michelangelo Borrillo, inviato ad Aradeo (Lecce), Corriere.it
C’è un mercato da 15 milioni di euro all’anno che ha come cuore nevralgico un paese con meno di 10 mila abitanti. Aradeo, comune dell’entroterra leccese, lontano dalle rinomate mete turistiche pugliesi. Il business in questione è comunque legato al turismo, sebbene non abbia nulla a che fare con il mare, il sole e il vento del Salento: da viale Giuseppe Di Vittorio, al centro di Aradeo, Marcello organizza i viaggi di chi si è messo in testa la stessa idea meravigliosa del tormentone pubblicitario degli anni ’80 di Cesare Ragazzi: farsi ricrescere i capelli. Ne organizza così tanti, che al locale originario dell’agenzia, nata nel 2010, ha dovuto aggiungerne un altro, sul marciapiede opposto, raddoppiando, di fatto, l’attività. Per questo l’idea meravigliosa, in realtà, è stata quella di Marcello Martiriggiano, 34 anni, titolare dell’agenzia Aratravel. Che dal 2015 ha lasciato perdere i viaggi vacanza e si occupa esclusivamente di turismo medicale: cura dei denti in Albania, chirurgia plastica in Repubblica Ceca ma, soprattutto, trapianto dei capelli in Turchia. A Istanbul, metropoli con 15 milioni di abitanti, grande quindi 1.500 volte Aradeo.

 

Tutto per quell’idea meravigliosa balenata per caso nella mente di Marcello il 22 ottobre del 2012. In viaggio, naturalmente. Precisamente in uno scalo all’aeroporto di Istanbul. «Ero diretto a Tbilisi e durante l’attesa per il volo successivo vidi numerose persone con una fascia nera in testa. Un tale Mohamed, di Dubai, al bar, mi spiegò chi fossero e il perché della fascia. E rimasi folgorato: perché anche Mohamed aveva indossato, qualche tempo prima, quella fascia nera in testa che contribuisce a trattenere il gonfiore successivo all’operazione. Ma nel 2012 aveva una chioma folta. E io, che ho sempre avuto problemi con i capelli, decisi di capirne di più. E così accettai l’invito a seguirlo nella sua visita di controllo. Rimandando il volo per Tbilisi». In quel momento si aprì lasliding door della vita dell’allora 27enne Marcello, il cui futuro cambiò in un giorno. «E sì, perché arrivato alla clinica, il manager di quella struttura, Alì, mi convinse a sottopormi subito al trapianto, visto che un paziente non si era presentato e si era liberato un posto, a quel punto last minute e quindi a prezzo scontato. Mi chiese che lavoro facessi e alla mia risposta, agente turistico, gli si illuminarono gli occhi. Perché ero il primo italiano a fare il trapianto in quella clinica e mi propose di portare altri connazionali».

L’idea meravigliosa che Marcello non colse al volo, più interessato all’esito del suo trapianto — «e 5-6 mesi dopo mi tornarono i capelli» — che al business della clinica del dottor Serkan Aygin. «Poi, però, approfittando del periodo morto, dal punto di vista turistico, per il Salento — spiega Marcello — cominciai nel novembre di 7 anni fa ad approfondire il tema, partendo dalla brochure lasciatami da Alì. E decisi di lanciarmi nel business con il sito capelli-trapianto.com, poi cambiato nel più immediato trapiantocapelli.it. A dicembre iniziarono ad arrivare le prime prenotazioni di gente interessata, e così a gennaio del 2013 tornai a Istanbul per firmare un contratto di esclusiva con la clinica. Adesso, in realtà, per evoluzioni successive del rapporto, c’è un’altra agenzia, in Italia, titolata a portare clienti dal dottor Serkan Aygin. Ma ormai il mercato si è così ampliato che lo spazio non manca. E poi noi adesso accompagniamo a Istanbul clienti anche da Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e addirittura Argentina e Brasile».

Il pacchetto, trapianto più soggiorno di 3 notti (in hotel a 4 stelle), costa 2.650 euro. «Il trapianto capillare in quella clinica, effettuato con un’operazione microchirurgica che “distribuisce” i bulbi presi dalla parte della cute dove sono ancora presenti capelli, costa 2.200 euro e si posiziona, per qualità, su una fascia alta visto che in Turchia si trovano, altrove, anche offerte a 1.200-1.500 euro. Noi guadagniamo sul volo e sul servizio di prenotazione in clinica». A prescindere dall’esito dei trapianti effettuati in Turchia, e in particolare alla clinica del dottor Serkan Aygin (in rete si leggono, accanto a moltissime recensioni positive, anche alcune negative) i numeri dichiarati da Marcello rendono l’idea del business: Aratravel accompagna a Istanbul circa 400 pazienti al mese, di cui la metà italiani, 150 spagnoli, una ventina di brasiliani. E l’alta stagione, al contrario di quella del turismo tradizionale, va da ottobre ad aprile. E al mese di aprile, del 2016, risale il viaggio a Istanbul che cambiò la vita di Vincenzo Percuoco, 29 anni, di Pozzuoli, reinventatosi videomaker dopo che la fabbrica in cui lavorava ha chiuso i battenti. «Ho sempre avuto la fissazione per i capelli — spiega Vincenzo — e dopo aver visto in Tv un servizio sui viaggi in Turchia decisi di informarmi. Lo studio, chiamiamolo così, è durato un annetto: ho cercato persone che avessero già fatto l’operazione. Che poi mi convinsero a provarci. Prenotai a marzo del 2016 per partire, da Napoli, il mese successivo. Dopo di me, da Pozzuoli, sono partiti almeno altri 20. Se con i capelli ho trovato la fidanzata? No — sorride Vincenzo — l’avevo già incontrata tre mesi prima del trapianto. Ma adesso, con i capelli, sto molto meglio con me stesso. Non ho più problemi a farmi foto e selfie…». E meglio con se stesso si sente anche Alessio Ferroni, romano di 47 anni che vive a Grosseto dove gestisce una struttura alberghiera. Di trapianti, Alessio, ne ha fatti due: «Uno nel 2015 e uno nel 2018, perché il mio caso prevedeva, appunto, un doppio intervento. Sono venuto a conoscenza della possibilità su Internet e per saperne di più, nel 2015, andai a Roma per partecipare all’incontro organizzato dal dottor Serkan Aygin. Per me l’estetica è importante e quando qualcosa, in te, non va, bisogna intervenire». La stessa cosa che ha pensato Sergio Morra, 52 anni, di Napoli, che lavora per una società di produzione televisiva. «Indossavo sempre un cappello, non riuscivo ad accettarmi senza capelli. E così, dopo aver visto i risultati ottenuti da due mie amici, ho deciso di andare anche io a Istanbul. Mia moglie era contraria, diceva che ormai sono nonno, come se a questa età non si dovesse più pensare all’estetica. Adesso, invece, dopo il primo intervento dello scorso marzo, in cui in un’operazione durata 9 ore in anestesia parziale mi sono stati impiantati 4.100 bulbi, è stata proprio mia moglie a spingermi a fare la seconda operazione a dicembre scorso, per impiantare capelli anche nella parte posteriore della cute. Adesso è come se avessi 40 anni: io lo reputo un miracolo tanto che, scherzando, non dico di essere andato a Istanbul ma a Lourdes».

Insomma, un trapiantato tira l’altro.«Ormai, a livello complessivo — spiega Martiriggiano – il mercato italiano conta 7 mila viaggi all’anno. Che per una media di oltre 2 mila euro a viaggio, portano a un business da 15 milioni». Gli italiani che più tengono ai capelli? Secondo i numeri di Aratravel sono i campani, i laziali e i pugliesi. E che la Puglia sia un punto di partenza importante per il turismo medicale dei capelli diretto in Turchia è dimostrato anche dai numeri del volo Bari-Istanbul di Turkish Airlines (che si aggiunge a quelli da Milano, Venezia, Bologna, Pisa, Roma, Napoli e Catania): inaugurato nell’aprile del 2015, il volo diretto è cresciuto in 3 anni del 28% con una frequenza che è salita da 4 a 5 voli settimanali e con un load factor(coefficiente di riempimento dell’aereo) arrivato all’82%. «Tutta un’altra storia rispetto a quando andai a Istanbul la prima volta — ricorda Marcello — quando mi toccò partire da Bergamo, dall’altra parte dell’Italia». E un’altra storia è anche quella che Marcello vorrebbe raccontare fra qualche mese. Con un turismo medicale non solo dall’Italia verso l’estero, ma anche in direzione contraria. «Sì, nel 2019 puntiamo a offrire pacchetti week-end in Italia, in cliniche private, puntando sul nostro servizio sanitario che, sebbene spesso se ne parli male, offre moltissime eccellenze». Un’altra idea meravigliosa, 7 anni dopo quella che, inutile nasconderlo, ha tratto l’ispirazione dallo spot di Cesare Ragazzi.

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