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Mangiare a Tirana: 5 posti da non perdere nella capitale albanese

Di Giuglia Ubaldi, Il Giornale del Cibo

Tirana è tutto il contrario di quello che vi potreste aspettare. Per anni, infatti, è stata in cima alla lista delle peggiori capitali europee, alimentando l’idea di una città grigia con grandi palazzoni e poco da visitare. Le cose, invece, non stanno affatto così, o meglio, sono cambiate molto, di recente: innanzitutto è stata fatta un’opera di riqualificazione urbana che ha portato Tirana a essere una città colorata e piena di street art; in secondo luogo sono stati riaperti siti culturali come il Museo di storia nazionale, la Moschea di Et’hem Bey, o il Bunk’art, per un’immersione nel passato comunista; infine, non da meno, è stato valorizzato l’aspetto ludico e enogastronomico che, con l’apertura di numerosi locali, l’ha resa una capitale viva, vibrante, piena di cose da fare. Noi abbiamo selezionato per voi cinque posti dove mangiare a Tirana per godervi al massimo questa nuova atmosfera frizzante e vitale.

Dove mangiare a Tirana – 5 posti 

Il quartiere per eccellenza della movida è Blloku, vicino alla nota piazza Skanderbeg, in pieno centro. Qui si susseguono un locale dopo l’altro, da bar e bistrot dove vivere appieno la cultura del caffè, a semplici trattorie dove mangiare cucina albanese tradizionale, fino a grandi ristoranti gourmet di chef, anche italiani, che hanno creduto e investito in questa città. Iniziamo da uno di loro: Gennaro Esposito, noto chef campano del ristorante stellato Torre del Saracino di Vico Equense, in costiera amalfitana.

Tra i primi grandi cuochi italiani ad aver ceduto al fascino di Tirana, c’è Gennaro Esposito, che ha deciso, per il momento, di iniziare a chiamare il suo locale in incognito ovvero + 39 e non “IT” o altro più riconducibile a lui per tastare il terreno. Un terreno che ha dato subito grandi frutti, visto il successo più meritato che sta avendo, con piatti uno più buono dell’altro. Si va da insalatone e hamburger di altissimo livello e ingredienti ben selezionati; a primi classici italiani perfettamente eseguiti, come la cacio e pepe o l’aglio, olio, peperoncino (e frutti di mare); fino ai vari secondi sia di carne (eccezionale il pollo cotto a bassa temperatura), che di pesce (da provare il polpo arrostito).

Da Oda si sta proprio bene. Questo, infatti, è un posto tradizionale, familiare, economico, dove provare una cucina albanese davvero casalinga, con carni arrosto e alla griglia. Non da meno è qui la fergesa, la salsa tipica di Tirana a base di peperoni, ricotta, aglio, cipolla e spezie varie, da mangiare con il pane, di cui vi avevamo già parlato a proposito di cosa mangiare in Albania. Infine, non uscirete drittissimi: è buona norma a fine pasto bere una selezione di raki cioè la grappa fatta in casa con uva o prugne molto diffusa in Albania e prodotta soprattutto all’interno, in paesi come la deliziosa Girocastro.

Mullixhiu

Non si può dire di essere stati a Tirana se non si è andati almeno una volta al Mullixhiu, da Bledar Kola. Noto ormai ovunque, questo chef rappresenta un vero orgoglio locale e non a torto, visti i grandi cambiamenti che ha portato nella ristorazione e l’immagine “bella” e positiva che dell’Albania sta diffondendo nel mondo. Infatti, oltre a essere stato invitato da Bottura in persona Al Mèni a Rimini, si è classificato terzo nella World Gourmet Society Best Plate con un piatto che ormai cucina solo lui, ovvero il trahana: si tratta di una zuppa di farina, yogurt, sale, burro, acqua e latte, il tutto grattugiato e fatto riposare al sole, accompagnato poi con pancetta e pezzi di pane. Bledar ci tiene molto alla tradizione, infatti da provare sono anche altre sue paste tipiche albanesi, come come gli shëtridhlat o la dromsa, briciole di pasta arbëreshë, cioè grumi di farina da cuocere direttamente nel sugo di pomodoro.

Sita

In realtà, più che lunghe preparazioni, in Albania è molto diffuso lo street food. Spesso, però, si tratta di cibi fritti, grassi e poco sani; così, fedele alla sua linea, lo stesso Bledar Kola ha aperto di recente un chiosco per strada dove prepara piatti di qualità, accessibili a tutti, con prezzi bassi, soprattutto per riuscire a diffondersi anche tra i più giovani, magari meno soliti ad andare al Mullixhiu. Anche qui la selezione della materia prima è al primo posto, con prodotti locali tutti scelti da lui. E sempre per alimentare una cultura sul cibo a 360°, Kola ha scelto di non utilizzare plastica.

Padam 

Infine, situato nel cuore pulsante della città, all’interno di una classica villa che è anche hotel, Padam, con una cucina gourmet, raffinata e elegante. Qui la tradizione albanese convive perfettamente con alcune influenze esterne, soprattutto italiane: così troviamo la selezione di formaggi locale, insieme a quella internazionale; le zuppe del giorno classiche dell’est con primi piatti italiani di pasta, quale l’impeccabile Spaghetto Verrigni alla carbonara. E poi tanta griglia, che come vi avevamo già detto, è la regina indiscussa delle cotture albanesi, sia per la carne che per il pesce. Di fianco anche un wine bar con un’interessante cantina di vini da tutto il mondo.

Ecco, questi sono i posti dove siamo stati noi. E voi, se siete già stati a Tirana, avete qualche altro posto da consigliarci?

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