Home Approccio Italo Albanese MARIO CALIVÀ E I LINGUAGGI DELL’ARTE (DRAMMATICA) COME VETTORI DI COMUNICAZIONE IDENTITARIA

MARIO CALIVÀ E I LINGUAGGI DELL’ARTE (DRAMMATICA) COME VETTORI DI COMUNICAZIONE IDENTITARIA

Mario Calivà è uno scrittore, poeta e drammaturgo arbëresh. Dottore in economia e finanza e in Discipline dello spettacolo, nel 2018 si diploma anche in Drammaturgia e Sceneggiatura presso la prestigiosa Accademia Nazionale d’Arte drammatica “Silvio d’Amico” di Roma, presentando come tesi un dramma sulla Strage di Portella della Ginestra del Primo maggio 1947, con relatore lo scrittore, regista e traduttore dei classici greci per Feltrinelli, Giovanni Greco. Calivà ha ricevuto diversi riconoscimenti per le sue attività artistiche; ha lavorato nella redazione Rai Cultura di Roma ed è stato stagista al Teatro Massimo di Palermo.

Si occupa anche di fotografia e dal 2012 porta in scena le sue commedie in lingua arbëreshe. Nel 2019 a Parigi va in scena il suo monologo in lingua siciliana Na Margherita Mmenzu li ginestri(Una margherita in mezzo alle ginestre) tradotto per l’occasione in francese.

Mario Calivà vive a Piana degli Albanesi, un comune di 6000 abitanti, in provincia di Palermo, fondato nel 1488 dagli albanesi che lasciavano i Balcani a seguito dell’invasione turca. Dopo 532 anni gli abitanti di Piana mantengono ancora la lingua arbëreshe e il Rito Greco. Ma nella tutela della cultura arbëreshe assumono grande importanza anche i linguaggi dell’arte, come la poesia e il teatro.

“Poiché l’arte tende all’infinito, noi artisti cerchiamo di aggrapparci ad essa affinché la nostra arte possa essere ricordata, ma soprattutto, rappresentare un vettore di comunicazione che vada oltre il tempo e lo spazio e quindi rendere noi, e la comunità (quasi) eterni. Ma ogni identità deve essere. però, nell’ottica dell’apertura e accoglienza nei confronti dell’altro. Un ruolo importante è anche rivestito dai genitori arbëreshë che dovrebbero parlare la nostra lingua ai loro figli, in modo da consentire la continuità” – dice Mario Calivà.

In questi giorni, presso il Teatro del Seminario a Piana degli Albanesi, è andato in scena lo spettacolo Kënga e Krishtlindjes, una trasposizione teatrale di Calivà dal racconto “Canto di Natale” di Charles Dickens.

“Nel progetto ho coinvolto 20 attori e il coro dell’Istituto Comprensivo “Skanderbeg” di Piana degli Albanesi. Lo spettacolo ha registrato il tutto esaurito per tutte le serate. Una drammaturgia riscritta il cui obiettivo è quello di far riflettere lo spettatore sul vero valore del Natale.”

Alla nostra domanda se lo stato Albanese offre agli arbereshë l’attenzione dovuta, Mario Calivà risponde: “Secondo me l’Albania dovrebbe offrire maggiore attenzione ai progetti culturaliarbëreshë. Poiché gli arbëreshë, secondo il mio modesto parere, possono essere uno sponsor per l’entrata in Europa dall’Albania.

Alla domanda su quali siano i suoi nuovi progetti, Mario Calivà con entusiasmo risponde che fra poco andrà in stampa il suo nuovo libro sulle Leggi razziali e l’ottobre del 1943, frutto di una ricerca durata alcuni anni e di un lavoro sul campo, e che sta scrivendo un nuovo romanzo e delle drammaturgie in lingua arbëreshe.

Inoltre, il suo romanzo “Miseria” è stato tradotto in francese e sta per essere pubblicato in Francia. Buona fortuna e alla prossima!

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