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Una messa a Legnano per salutare don Antonio Giovannini, il prete degli albanesi

Anche la comunità albanese si riunisce intorno a don Antonio Giovannini domenica 27 settembre nella parrocchia di san Pietro, rione Canazzadi 

Di Valeria Arini [email protected]

Anche la comunità albanese si riunisce intorno a don Antonio Giovannini domenica 27 settembre nella parrocchia di san Pietro,rione Canazza.

«Nella celebrazione eucaristica delle 11 nella  parrocchia – fa sapere la comunità albanese – siamo invitati a pregare e ringraziare il Signore per il dono di don Antonio in questi sei anni alla nostra comunità. Nonostante la situazione non lo permetta i sentimenti che si annidano nel nostro cuore sono tanti. Vogliamo stare ancora una volta con lui come nella preghiera del Padre Nostro, che a lui piace recitare in albanese ed in italiano  con tutti i bambini intorno all’altare (come nella foto)».

«Questo incontro non sarà un “addio” perché come ha detto, don Antonio  continuerà a sostenerci con la santa messa mensile in lingua albanese, che il mese prossimo sarà la seconda domenica del mese alle 15.30.  Vorrei soltanto precisare per chi non lo sapesse quanto è importante per noi poter pregare nella nostra lingua madre anche se grazie a Dio viviamo in un paese cristiano, ma credo che in fondo così sia per tutti. E don Antonio non si è risparmiato nell’affiancare non soltanto questa comunità del Legnanese, ma quella di Varese, Lecco e altri posti dove c’è una comunità che gli ha chiesto di celebrare messa. Grazie a lui abbiamo avuto la possibilità di avere tra noi diverse visite dei nostri vescovi dalle diocesi dell’Albania, i parroci dai quali tanti di noi hanno ricevuto i sacramenti. Perfino il cardinale emerito  mons. Ernest Simoni è venuto a trovarci e a cenare con noi, così il direttore di Radio Maria in Albania don Prek Lazri e l’ambasciatore presso la Santa Sede il sig. Visar Zhiti. Con don Antonio abbiamo fatto tutti gli anni i pellegrinaggi a Padova, al santuario di Sant’Antonio tanto devoto anche per gli albanesi. Ogni tanto ci trovavamo con un gruppetto per incontri di lectio divina e piccoli ritiri spirituali, cosi anche le cene familiari e di beneficenza. Quando andiamo al duomo di Milano ti racconta tutta la storia di questo luogo santo, così come altri luoghi a lui cari.

Una comunità in cammino che ha bisogno di una guida per non perdere le proprie radici di fede, cultura che sono stati custoditi gelosamente anche nel duro periodo del comunismo e tutt’ora trasmessi ai figli. Come si dice dobbiamo conoscere prima noi stessi, da dove veniamo per potere aprirci e conoscere meglio gli altri. Non sarà un addio e i nostri buoni propositi sono di andare a trovarlo qualche volta nella sua nuova missione a Samarate. La nostra preghiera, il nostro affetto continua e ti accompagna in questi anni a venire perché don Antonio è di tutti noi. Buona Missione don Antonio!  Un forte abbraccio da tutti noi! Urime per misionin e ri!»

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