La chiesa trasformata in “Vatër Kulture” – “Centro di Aggregazione Culturale” nel paesino Plezhë, Bushat, Scutari sotto dittatura.Per poi farla demolire completamente in seguito nel 1972.
Di Adela Kolea
“Ho assistito personalmente purtroppo alla demolizione della vecchia chiesa nel ’72, – mi riferisce Ndoc, – vi abbiamo potuto mettere in salvo solo due cimeli: un cofanetto con i resti di un santo ed un crocifisso di legno, che li abbiamo conservati nelle nostre case di nascosto e li abbiamo immediatamente collocati nella nuova chiesa che abbiamo costruito nello stesso posto con il cambio dei sistemi politici.”*Plezhë è un insediamento nell’ex comune di Bushat, nella contea di Scutari, nel nord dell’Albania.
Fa parte del comune Vau i Dejës.* In un paese come l’Albania, autodichiaratosi ateo nel 1967, annotando ciò anche nella Costituzione, vivendo per mezzo secolo sotto dittatura, un paese in cui nonostante la fede non si praticasse più dal 1967 al 1990, esistevano tre religioni quali mussulmani, cattolici ed ortodossi, ma non era facile preservare la fede per gli albanesi.
Dopo aver distrutto chiese e moschee, dopo aver raso al suolo oggetti e simboli di culto, dopo aver condannato, ucciso o perseguitato numerosi esponenti del clero cattolico e personalità del mondo islamico in Albania, automaticamente anche la censura su eventi e riti religiosi non poteva fare eccezione ed era altrettanto intransigente la linea ferrea di interdizione che si manteneva riferitosi a tutto ciò.
Di religione non si poteva parlare e non si poteva manifestare apertamente nessun credo.
Foto archivio di prof. Shabe Ndoc