Una riflessione sul romanzo “Il Rimorso”.
Di Francesco Casarelli
Ho avuto recentemente l’impegno e l’onore di curare la versione italiana del romanzo “Il Rimorso”, scritto dall’artista albanese KlodianaKadillari. Questo lavoro mi ha permesso di conoscere a fondo un’artista particolare e di apprezzare pienamente il suo impegno artistico e civile.
Klodiana vive a Tirana, in una casa a pochi minuti di auto dal centro di Tirana.
Molto conosciuta nel suo paese, ha svolto importanti esperienze lavorative in Italia e, come molti suoi connazionali, comunica benissimo attraverso la nostra lingua.
E’ un’intellettuale raffinata, dotata di un temperamento vulcanico e di una profonda versatilità artistica e creativa.
Attrice teatrale, sceneggiatrice, regista di documentari, scrittrice ma anche psicologa specializzata in “arte-terapia”, riesce a far convivere in maniera armonica, queste cinquedimensioni, senza che nessuna prevalga mai sull’altra.
Questa sua capacità di sintesi tra diverse discipline si cogliebenissimo nei suoi scritti e, a parer mio, “Il Rimorso” è un romanzo dove si mescolano con straordinaria efficacia i momenti fondanti dell’attività artistica e professionale di Klodiana.
La capacità documentaristica (ogni vicenda raccontata nel romanzo si ispira a fatti realmente accaduti), una sceneggiatura efficace e avvincente unita ad una profonda introspezione psicologica e ad un particolare estro narrativo che l’hanno portata ad una identificazione totale con ipersonaggi che si evince soprattutto in alcuni monologhi (ed è qui la dimensione teatrale), sono questi , in estrema sintesi, gli elementi che determinano la vera cifra di questo romanzo e da qui bisogna partire per comprenderne il valore.
Quest’opera, secondo le intenzioni di Klodiana, èinnanzitutto un viaggio nella memoria e nella coscienza dell’Albania.
Attraverso le vicende dei vari personaggi, si ripercorre un tratto importante della storia di questo piccolo paese balcanico.
Siamo alla fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, fino alla grande crisi delle “piramidi finanziarie” del 1997, che gettò il paese nel caos totale.
Sono i cosiddetti anni della “transizione”. Il regime “nazional-comunista” (secondo la definizione dello scrittore Fatos Lubonjia) fondato da Enver Hoxha era alla fine dei suoi giorni. Un nuovo ordine stava nascendo. In questo interregno dominato dal caos e dall’incertezza, un popolo intero era alla disperata ricerca della sua strada. Ma la violenza, la frode, la corruzione e il materialismo sfrenato che avevano caratterizzato i quasi cinquant’anni della dittatura comunista, avevano segnato in profondità l’anima di molti albanesi. Quello che si sperò fosse il ritorno alla democrazia e alla libertà, in realtà si trasformòuna disperata rincorsa verso il successo personaleidentificato con l’arricchimento ad ogni costo. Furono gli anni delle migrazioni selvagge verso i paesi del benessere, con il conseguente profitto illecito di chi sfruttava la disperazione della povera gente, il tutto in una grande rimozione collettiva di tutto ciò che avesse a che fare con la cultura, l’etica e la coscienza. Proliferarono in quegli anni le organizzazioni criminali che, senza alcuno scrupolo, fecero pagare ai più deboli e ai più indifesi, il prezzo della propria violenta ed arrogante affermazione.
Tutto questo è ben descritto ne “Il Rimorso”.
Ma Klodiana non vuole fermarsi qui. Lei in questa ambientazione storica cerca un “oltre”.
Il suo romanzo infatti – e lei stessa lo afferma con decisione – è soprattutto un appassionato omaggio alla donna albanese. In particolare alla donna povera, periferica, sfruttata ed emarginata. La donna che vive ogni giorno sulla sua pelle, le conseguenze di un mondo che, ancora oggi è rimasto colpevolmente di tipo patriarcale. La donna che è schiacciata dalla violenza degli uomini e, al tempo stesso, è il motore della società senza il quale nulla potrebbe avanti.
La vera vittima degli anni della transizione albanese è la donna, sulla quale, attraverso i traffici della prostituzione e le violenze domestiche messe in attimo da piccoli uomini frustrati, si è riversato tutto il peggio di un modo materialista e arrogante declinato al maschile.
Ciò che colpisce, nella crudezza narrativa di questo romanzo, è che la componente femminile, pur devastata dall’accanimento delle cattiverie e delle meschinità maschili, non smette mai di assolvere alla sua funzione, quella di cura, di protezione, che genera empatia e affetto. In pratica, l’ultimo vero argine alla violenza e all’odio.
Ed è così che questa donna albanese della transizione degli anni ’90, devastata ma mai del tutto sconfitta, pur inserita in un preciso contesto storico e geografico, assurge ad una dimensione universale. Così, su di lei, si riflettono le storie delle tante donne periferiche di questo mondo. Le donne dei paesi poveri che vivono ai margini estremi in mondi già di per sé emarginati. Quelle che portano nella propria anima e nel proprio corpo i segni indelebili della guerra, delle violenze e delle migrazioni forzate.
“Il Rimorso” è tutto questo secondo le intenzioni della sua autrice e chi, come me, ha avuto la possibilità di curarne la versione in lingua italiana, può affermare che KlodianaKadillari è riuscita pienamente nell’intento che si era prefissa.
Il romanzo uscirà a breve nella lingua italiana, prima nella sua versione “ebook”, ‘’Amazon’’, ‘’botaelibrit’’acquistabile da internet e, successivamente, nella versione cartacea.