Home Approccio Italo Albanese Albania. La breve estate di Argirocastro, che visse il boom turistico per...

Albania. La breve estate di Argirocastro, che visse il boom turistico per una sola stagione

di Arturo Cocchi

Sito Unesco dal 2005, la piccola città e il suo centro storico in stile ottomano hanno caratteristiche uniche. Le case riconvertite in guesthouse hanno visto quadruplicare gli ospiti tra il 2015 e il 2019. Poi la pandemia e la profonda crisi


Un gioiello che aveva provato i benefici del turismo senza averne ancora subito la degenerazione, solo per poche stagioni, l’ultima in particolare prima che la pandemia riportasse tutto all’anno zero. Argirocastro (Gjirokastra), piccola città dell’Albania meridionale aveva vissuto un 2019 da miniboom, con 120mila turisti accorsi a scoprirne l’unicità architettonica e culinaria.

Sito Unesco World Heritage dal 2005, iscritta assieme a Berat come “rari esempi di un’architettura tipica del periodo ottomano”, questa città, che ha dato i natali al premio Nobel Ismail Kadare e al dittatore Enver Hoxha aveva messo a frutto il recente rinnovamento del suo centro storico, un agglomerato di edifici di 200-300 anni fa caratteristiche per le facciate in legno e i tetti di lastra di pietra, molte delle quali erano state riconvertite in guest-house: 700 letti, che ormai faticavano ad accontentare la richiesta.

Ma ora, anche nella  “Città di pietra”, posta su pendii dominati da una fortezza del tredicesimo secolo, è calma piatta.

“La pandemia ha troncato tutto bruscamente, come il taglio di un coltello – racconta all’agenzia di stampa Associated Press Hysen Kodra, che aveva riconvertito la sua casa in guest house -. Fino al 2019 andava tutto bene, con gli ospiti che crescevano letteralmente da un giorno all’altro. Nel 2020, 100 per cento di cancellazioni”.

(agf)

La fortificazione sulla cima della collina e il bazar del diciassettesimo secolo, con la caratteristica forma a raggiera, dove i turisti si insinuavano lungo le viuzze a ciottoli alla ricerca di piatti tipici come pasha qolfe (polpette di carne in besciamella) o oshaf (fichi secchi con latte di pecora), oltreché di artigianato locale, tende, tappeti, costumi tradizionali. Queste le attrazioni della località albanese, che propone anche un museo etnografico, oltre alla casa del leader comunista scomparso e al museo – appena rinnovato – dedicato al fresco Nobel.

In un paese ancora povero rispetto agli standard europei, il turismo era arrivato a incidere per il 9 per cento sul Pil, una quota che senza la pandemia si stimava potesse raggiungere la doppia cifra quest’anno.

Argirocastro ha una popolazione permanente di 30mila persone. Kodra e la sua casa – ora guesthouse – hanno una loro storia da raccontare. La casa infatti si trova in prossimità del punto dove il regime aveva deciso di erigere e installare la statua dedicata a Hoxha, dopo la sua scomparsa, nel 1985. Per lasciare spazio al monumento, la famiglia venne sfrattata e ricollocata altrove. Con l’inizio della protesta studentesca che tra il 1990 e il 1991 portò alla caduta del regime, i proprietari poterono ritornare nella loro proprietà. Il monumento fu rimosso poco dopo.

Priva di industrie, la cittadina venne rinnovata in funzione dell’ospitalità e del turismo. Le case a torretta vennero riconvertite in piccoli negozi, bar e ristoranti; il numero di visitatori crebbe di 4 volte tra il 2015 e il 2019. Italiani, polacchi, francesi e spagnoli i più numerosi tra gli ospiti, che però arrivavano persino da Usa, Canada e Australia, oltrché da Israele. Fino a marzo scorso.

(agf)

Manjola Bici, che gestisce un piccolo negozio che vende tè ed erbe locali, nel Vecchio Bazar, racconta che c’è stato un calo del 60 per cento nei visitatori, e che molti tra quelli che si presentano sono locali che entrano, guardano e non spendono nulla. Nonostante i tentativi di promozione della città, anche attraverso il web, gli introiti sono crollati e molti negozi rimangono chiusi. Bici e i suoi colleghi-vicini stanno ora cercando di variare l’offerta, di abbassare comunque i prezzi, in cerca di avventori locali e hanno chiesto al governo di tagliare le tasse in loro sostegno. Come in ogni angolo del pianeta, anche da queste parti, molte speranze vengono riposte nell’esito positivo della campagna globale di vaccinazione.

“Come potete constatare da soli – dice Manjola all’equipe di Ap – oggi siete gli unici turisti, e gli unici clienti, qui”.

“Non penso che potremmo resitere a lungo, se il governo non taglia le tasse, che dire , per un anno – aggiunge Kodra, che dubita che arriveranno prenotazioni per l’imminente primavera.

Meno drastici, almeno sul fronte della ripresa dei flussi turistici, i rappresentanti dell’amministrazione pubblica. “La pandemia svanirà un giorno non lontano, i turisti torneranno e troveranno una città diversa e ancora più bella”, garantisce Loena Bakuli, a capo della progettazione nel settore turismo per la municipalità locale./Repubblica.it

Share: