Di Adela Kolea
🔴In Albania, esiste la figura di un etnologo che firma e si assume tutta la responsabilità sull’autenticità dei costumi tradizionali albanesi in ogni apparizione pubblica in cui essi vengono esibiti?
Mi collego all’intervista rilasciata dalla direttrice del Centro Antropologico, “Xhubleta”, Tirana, Luljeta Dano per trattare in modo conciso un argomento ed una preoccupazione che condivido con lei:
“La preservazione dell’autenticità degli abiti tradizionali e folcloristici albanesi.”
Questo lo faccio semplicemente da grande appassionata dell’etnocultura.
E, al contempo, prendendo spunto da una serie di presentazioni abusive sceniche e commerciali, in cui gli abiti tradizionali albanesi sono stati stilizzati in chiave moderna, spesso bizzarra, trash, mancando di rispetto alla tradizione ancestrale e offrendo ai non esperti, informazioni errate, attribuendo “dell’albanesità” ad abiti, che di albanese non hanno proprio nulla.
Per il loro confezionamento vengono innanzitutto utilizzati materiali scadenti, imitazioni di tessuti ed ornamenti e non materiali pregiati, i quali, una volta erano esclusivamente riservati all’abbigliamento tradizionale.
La qualità dei ricami, delle cuciture, degli accessori lascia molto a desiderare.
Per non parlare di accostamento ed abbinamento fuorviante di alcuni elementi del tutto estranei a questi costumi nel loro complesso.
➡È accaduto che nel Festival Folcloristico di Argirocastro, la più nota manifestazione folcloristica del paese, il solista di un gruppo polifonico, invece di indossare una fascia adatta per i pantaloni, tipica tradizionale e consona al suo abbigliamento, ha legato intorno alla vita dei ritagli di tessuto ottenuti da un grembiule facente parte degli abiti folcloristici femminili di Mirditë.
➡La direttrice Dano riporta l’esempio della Norvegia e l’approccio da parte dei norvegesi con l’attenta preservazione del loro costume tradizionale nazionale chiamato “Bunad.”
Esistono a seconda di regioni e località norvegesi circa 55.000 tipi di Bunad, ma la cosa più importante è che alla tutela rigorosa dell’abito tradizionale nazionale risponde una polizia apposita, la quale osserva meticolosamente se le persone che hanno prodotto, venduto e coloro che hanno in seguito indossato il Bunad per svariate occasioni, hanno riportato su di esso qualche modifica, che mette in discussione l’autenticità del costume nazionale folcloristico, e all’occasione, i trasgressori si sottopongono a delle sanzioni salate.
Tuttavia, con la consapevolezza che l’Albania non è Norvegia, la sig.ra Dano auspica l’istituzione di un’ente specifica a livello nazionale in paese, incaricata all’osservanza a carattere legale dei criteri rigorosi dell’autenticità dell’abbigliamento tradizionale folcloristico albanese per salvaguardarlo dagli abusi commerciali e per far accrescere il senso di responsabilità civica nell’approccio con tutto ciò che di autentico abbiamo avuto in eredità dai nostri avi.
📷Xhubleta albanese esposta al museo di Lezhë – Alessio – Albania.
Reperita da Luljeta Dano.
📷Bunad, abiti tradizionali norvegesi, versione femminile e maschile.