Da albanese che ha sempre tenuto la Tv accesa su RaiUno per sapere cosa stava succedendo in Italia, o anche solo per seguire programmi di musica e film meravigliosi, per me è sempre stato molto facile ricordare il volto e la voce di una delle personalità più importanti del panorama italiano, il giornalista David Sassoli.
E infatti, fin dal primo incontro, il suo viso mi era così familiare che avevo la sensazione di conoscerlo da anni. Ma che sarebbe stato nei miei riguardi di una cordialità impeccabile, semplice come sembrava sullo schermo, ospitale e collaborativo, l’ho appreso solo in una riunione che ho avuto con lui negli uffici del Parlamento europeo, a Roma. Al tempo, lui era il Vicepresidente del Parlamento europeo, io Ambasciatrice della Repubblica del Kosovo in Italia.
Tramite un suo amico, il giornalista Marco Finelli, ho chiesto di poter conferire con lui per approfondire il tema della liberalizzazione dei visti per il Kosovo, nonché i contenuti dell’agenda dell’integrazione europea, visto che, a mio avviso, il Parlamento europeo poteva svolgere un ruolo fondamentale con la Commissione.
Ricordo che era il 5 ottobre 2018. Come in altri casi, mi sarei aspettata un incontro caratterizzato dalla consueta freddezza dei funzionari, nel corso del quale avrei dovuto rappresentare gli interessi del mio Paese, venendo ascoltata con rispetto e interesse, ma sempre in un clima istituzionale.
L’incontro, invece, fu decisamente diverso, forse anche perché, da giornalista di spicco, Sassoli era stato una delle voci che nel 1999, per mesi, aveva letto durante le varie edizioni dei TG, notizie legate alla tragedia della guerra in Kosovo.
Così, più che un funzionario vestito a guisa di eurodeputato, mi sono trovata davanti una persona estremamente cordiale, sensibile e incredibilmente semplice. Mi ha subito iniziato a parlare dei suoi legami con il Kosovo, di cui ovviamente mi ero informata il più possibile prima di andare alla riunione. In ogni caso, non potevo prevedere una sensibilità così forte, legata a quegli eventi che aveva raccontato per tante notti nel Diario di Raiuno.
Vi dirò di più, è stata una conversazione così amichevole che sembrava quasi spontaneo chiedere il suo aiuto nella liberalizzazione dei visti per il Kosovo. Conosceva molto bene la questione e quella del processo di integrazione nell’UE, nonché tutte le difficoltà che il Kosovo stava affrontando a causa del mancato riconoscimento da parte di cinque Paesi. Al termine della riunione, mi promise anche che avrebbe fatto del suo meglio per aiutare il Kosovo e l’Albania a entrare a far parte dell’Unione Europea, magari anche organizzando una visita in Kosovo insieme ad altri europarlamentari.
“Dobbiamo fare di più per il Kosovo”, la sua rassicurazione. Senza ombra di dubbio, posso tranquillamente affermare che quello è stato uno degli incontri più calorosi che ho avuto a Roma durante la mia missione di Ambasciatrice del mio Paese.
Pochi mesi dopo, poi, ci siamo ritrovati alla promozione del libro “Ambasciatori a Roma”, in una delle sale più prestigiose di Roma, al Campidoglio, e curiosamente la sorte ha voluto che io fossi uno dei diplomatici intervistati nel Volume, lui l’autore della prefazione. «La diplomazia del futuro – scriveva David Sassoli nel testo – deve necessariamente diversificare i caratteri delle varie analisi, per considerare contesti sempre più diversi […]. Dovrà essere un eccellente negoziatore, ma anche un promoter di pace e di comprensione tra i popoli”. Parole che mi avevano molto colpito.
Ricordo in particolare la sua lezione nella sala gremita di personalità della vita politica e diplomatica romana. Mentre io mi ero soffermata sulla mia attività, gli interessi del mio Paese e ovviamente sugli ottimi rapporti con lo Stato e il popolo italiano, il vicepresidente del Parlamento europeo parlò a lungo del ruolo della diplomazia nella risoluzione dei conflitti internazionali, dei valori dell’Unione Europea e della pace tra i popoli. E infine, riferendosi proprio alle conversazioni intrattenute con me, rimarcò anche in quella sede la necessità di un sostegno maggiore al Kosovo.
David Sassoli è sempre stato un oratore eccezionale, capace di rubare la scena, e perché no, anche un diplomatico modello, con la sua eloquenza, il linguaggio comprensivo e il desiderio di promuovere solo la pace.
La sua elezione a Presidente del Parlamento europeo il 3 luglio 2019 mi è sembrata quasi naturale, un premio a un ottimo “europeo” appassionato che cercava con insistenza la cooperazione e l’integrazione tra i popoli. La sua prematura scomparsa, l’11 gennaio scorso, è stata una tragica notizia per l’Italia e per tutta l’Europa. Ho vissuto la notizia della sua morte con dolore, ma con grande rispetto per un politico e un uomo che rimarrà per sempre un modello per tutti.
Alma Lama
Ex -Ambasciatore del Kosovo in Roma
Gazzeta Diplomatica.it