nuove sfide per gli studenti albanesi della sezione bilingue del Gjimnazi “Ismail Qemali”, Tirane.
Di Cristina Lovat
Molti dei ragazzi albanesi, nelle classi in cui insegno, sentono l’attrattiva del business e dichiarano di voler studiare all’Università Finanza, Marketing e discipline affini. Quasi nessuno di loro sapeva cosa fosse un’impresa sociale e che in Albania, grazie all’adozione di una legge già in vigore in Italia, esistono beni confiscati dallo Stato alla criminalità organizzata e restituiti alla collettività come beni pubblici.
Di questo ieri abbiamo parlato al Liceo Qemali con la dott.ssa Anisa Xaka, della Ong ENGIM internazionale , che in Albania ha in gestione la pasticceria KeBuono Pastiçeri Sociale , impresa sociale di Fier, nata grazie al riutilizzo di un immobile confiscato alla criminalità organizzata.
- Che valore ha lavorare in un’impresa sociale?
- Il legittimo desiderio di guadagnare può incrociare il bisogno di far lavorare altri, magari persone che appartengono a fasce deboli?
- Che senso possiamo dare ad un lavoro che promuove un territorio, riconoscendo il diritto ad un equo guadagno da parte del lavoratore?
- La comunità è indifferente o può crescere, se riconosce in atto processi di giustizia, legati alla confisca di beni ai criminali?
Agli stimolanti temi di riflessione proposti da Anisa Xaka, ha fatto seguito l’intenso intervento- testimonianza di Silvia Morriconi, che ha scelto di svolgere a Fier, con la Ong Engim, il suo Servizio Civile Internazionale, a fianco di bambini albanesi disabili.
Ieri abbiamo segnato una nuova tappa emozionante del nostro percorso di Educazione alla Legalità, sostenuto dall’ Ambasciata d’Italia a Tirana.