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La sanità senza medici e infermieri ora li cerca in Croazia e in Albania

Oggi sono 601 i professionisti stranieri arruolati negli ospedali del Piemonte dall’inizio della pandemia

  • 25 Marzo 2023
  • Torino
  • Enrico Romanetto

La sanità va caccia di medici, infermieri e operatori sociosanitari all’estero. E il Piemonte, con organici ridotto all’osso da anni di tagli, bandi deserti e un “piano di rientro” i cui strascichi si sono sentiti soprattutto durante l’emergenzaCovid, cercherà di arruolarli in Croazia e Albania.Un’impresa non semplice a livello burocratico a cui, però, fanno ricorso molte Regioni fin dall’inizio della pandemia. Medici arrivati da Cuba, oltre che a Torino in Calabria, ma anche dalSudamerica per supportare il sistema pubblico inPuglia.

Il “caso” Piemonte

Se per i sindacati la necessità di nuove assunzioni in Piemonte è calcolata in circa 6mila professionisti tra medici e infermieri, a fronte di bandi a cui rispondono sempre meno professionisti, l’assessorato alla Sanità guarda ora ai Balcani per cercare di reclutare nuovi “camici bianchi” a supporto dei nostri ospedali. Il numero ad oggi è difficile da quantificare, ma altrettanto complesso sarà chiudere accordi con i due governi.

«Su Albania e Croazia si stanno facendo delle ricognizioni per valutare se esistono le condizioni per sottoscrivere protocolli di collaborazione» conferma l’assessore alla Sanità della Regione, Luigi Genisio Icardi. Ad oggi sono operativi complessivamente 601 stranieri tra medici, infermieri e operatori inseriti nell’elenco vigente per l’esercizio temporaneo della professione sanitaria o di operatore sociosanitario in Piemonte. «Professionisti che possono essere assunti sia dalle Aziende sanitarie, sia dalle strutture sanitarie private o accreditate del nostro territorio» spiegano dall’assessorato di corso Regina Margherita.

Cosa dice la legge

Il reclutamento temporaneo di personale medico e sanitario non medico è previsto da una legge varata all’inizio della pandemia nel 2020 che consente di assumere – a tempo determinato – anche cittadini di Paesi al di fuori dall’Unione europea. «E, titolari di un permesso di soggiorno valido per svolgere attività lavorativa, ferma restando la valutazione in merito alla conoscenza della lingua italiana e del rispetto di ogni altro limite di legge». Un supporto che è stato utilizzato per fronteggiare il Covid. «I bandi del Dirmei durante la pandemia sono sempre stati aperti anche agli stranieri, che però hanno risposto in numero molto contenuto» chiosano dalla Regione, che non nasconde la complessità del caso.

La Conferenza presieduta dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, chiede con sempre maggiore insistenza al Governo di fare ordine nella normativa. Il reclutamento all’estero di professionisti è stato ratificato anche dal decreto Milleproroghe fino al 2025 e, a questo riguardo, gli assessori alla Sanità hanno prodotto un impianto legislativo per disciplinare, ad esempio, il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero, oppure, i requisiti minimo per poter esercitare nel Servizio sanitario nazionale che, spesso, rendono più complesso l’ingaggio di medici stranieri./CronacaQui.it

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