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FAMMI ENTRARE

IN MEMORIA DELLO SCRITTORE HYJNI CEKA (1934 – 2019)

Dal Prof. FATMIR TERZIU

Scrivi per il SAPERE DIVINO,
non per un comune mortale
che mangia e beve e non ha spirito.
Non per una piuma che volteggia nell’azzurro del cielo,
ma come un uomo che tiene i libri stretti sotto il braccio,
o se ricordo bene come un buon calligrafo o un amanuense.
Muovo le dita a caso sulla tastiera,
da un fiotto di luce mi cerca il tuo sguardo
senza nascondersi.
Ho sete. La mano che muove l’inchiostro ha il ronzio delle api.
Voglio terminare ciò che sto scrivendo a mente fresca.
Nelle mie pupille ruotano nuvole di stelle
e accendono forti emozioni nel teatro del pensiero.
Non fanno chiasso né notizia gli ubriachi
che sparano al bersaglio
che megalomani si esibiscono in pirotecniche straniere,
tu – loro.
Li ho attesi finché non è arrivata la pioggia,
poi ho iniziato a giocare su un’area rocciosa.
Le loro voci esclamavano: ”Ti abbiamo trovato!”
Poeti, scrittori e pittori hanno bevuto un drink,
fianco a fianco.
Eravamo ubriachi e ci siamo addormentati, leggeri come petali al vento.
Risvegliandoci ci ritroviamo pagine nei nostri libri,
ogni volta che qualcuno ha bisogno di sentirci al loro fianco.

Interpretazione e traduzione di Maria Teresa Liuzzo

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