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Trent’anni della Vlora, Giuseppe Dalfino: La storia però ha dato ragione al mio padre.

La Vlora partì da Durazzo con un enorme carico umano e arrivò a Bari senza preavviso il mattino dell’8.8.91.

Mio padre e la comunità barese presero subito coscienza delle proporzioni “eccezionali” di quell’approdo.

Nell’occasione le ragioni del Sindaco Dalfino e della amministrazione cittadina erano semplicemente quelle di dare accoglienza alle 20.000 anime della Vlora, nell’attesa di verificare il da farsi.

Furono tantissimi infatti i volontari e gli operatori sanitari accorsi sul molo foraneo del porto di Bari nonostante le ferie e il caldo afoso, e fu esemplare la solidarietà dei commercianti e dei semplici cittadini.

Si creò però una sorta di conflitto istituzionale generato da una diversità di vedute tra Comune e Governo, con quest’ultimo che immediatamente aveva
stabilito di prendere in mano la situazione e di “respingere” al più presto i 20.000 albanesi.

La comunità barese dal suo canto, con il Sindaco in testa, intendeva soltanto agire in senso umanitario, date le circostanze “eccezionali”.

Non a caso mio padre una notte di quei giorni, tornato a casa stremato, aveva detto a mia madre una frase rimasta emblematica: “Sono persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza”.

Io so che mio padre non poteva non pronunziare quelle parole, in quanto uomo di saldi principi, docente universitario e avvocato.

Quella vicenda segnò indelebilmente la città di Bari e in particolare mio padre, che infatti dopo qualche tempo è scomparso per un tumore.

La storia però gli ha dato ragione.

Nota: L’autore dell’articolo Giuseppe Dalfino e’ un apprezzato Avvocato già Segretario ai Consiglieri dell’Ordine, impegnato nel sociale uomo delle istituzioni.

Stiamo parlando del figlio del compianto sindaco di Bari Enrico Dalfino, indissolubilmente legato, nella memoria patria e cittadina, all’esodo albanese dell’8 agosto 1991, allorché una folla zippata fino all’inverosimile sulla motonave Vlora arrivò senza nessun preavviso sulle coste baresi.

Mentre la motonave si avvicinava alla costa si sentivano urla di gioia che inneggiavano all’Italia.
I giornali titolarono a grandi lettere “INVASIONE”, mentre il sindaco Dalfino vide subito, ed in maniera lungimirante, un caso umanitario. Contrario a questa interpretazione del Governo Centrale.

Il tutto questo nasce da un’idea commemorativa del Dott. Tommaso Garofalo, un amante dell’Albania e gli albanesi.

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