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POESIE DI İLHAN SOYTÜRK

INTERPRETATE E TRADOTTE IN ITALIANO DA MARIA TERESA LIUZZO

BUIO

Nel giorno oscuro trema una vita.
Niente distinzioni
di parole segrete
per una caricatura
realizzata su cartoncino.
Tu hai sogni
per le stagioni senza domani.
Speriamo che il nuovo viaggio
ci riservi un futuro di speranze.
Lascia che l’albero fiorisca
e produca frutti.
Che l’amore non sia sofferto e buio
come la cenere,
senza alcun motivo
come le docce di questa città.
Prima che i denti neri
mordono i seni bianchi
ricorderai quei giorni
che profumano di rose
e altri ne arriveranno.
Nessun ha mosso un dito
nelle cantine
né battuto ciglio
nel lungo viaggio
attraverso un tunnel senza luce.
Forse erano innocenti,
forse il tempo era simile
a una nobile solitudine.
Troppi nodi dispersi
nel silenzio allucinante della morte.
Conosco i tuoi occhi,
profondi come l’oceano
e silenziosi come le navi
ancorate al porto.
Il più grande degli addii
è il sogno ignoto.
Ci sono attimi in cui la tua bocca
profuma di latte,
lo sai
proprio al centro del dolore.
Lo sai che è tutto buio pesto?
Tutto appare oscuro
quando ti trovi in difficoltà.
Devi ancora sorridere
anche se intorno ci sono tempeste.
Non essere triste,
i sogni d’amore hanno le ali
tieni gli occhi fissi sul tramonto.
Sopportare la crudeltà
e il tradimento
è come sentire battere
il polso della morte
sempre più vicina.
So che presto ci saranno belve e gioie
Nella notte infernale.
Dipingi un sorriso
all’angolo delle tue labbra.
Guarda, la primavera dei sogni è arrivata.
L’orgoglio è privo di valore,
non è che uno straccio che raccoglie la polvere.
Non essere così triste, alzati.
Ricordiamo i nomi delle persone.
”Beviamo mezza tazza ciascuno,
trasformiamo in propositi
le difficoltà”:
andiamo in paradiso, a Kevser.
Strofina le tue lunghe ciglia
sul mio cuore.
Anche se è notte, non preoccuparti,
non arrenderti
e sii la mia gioia.
Siediti e scrivi.
Le stagioni non sono ancora sbocciate.
Ok, siediti e scrivi
la poesia della tristezza e del dolore.
Il tuo sorriso somiglia
al canto di un gabbiano
fatto amore tra le onde.
Una canzone.

DONNA

Una donna
sul pianerottolo di pietra
con il terrore
di infrangere il silenzio,
le sue mani sono giunte in grembo.
Ha inondato d’amore le fiabe
e con sussurri maliziosi
le ha rese vive
per una intera vita.
Sul ciottolato fertile, materno
quella donna
ha vissuto con il peso sulle spalle,
non una, non dieci,
ma cento vite.
Come una spiga
magro era il suo corpo,
sembrava un chicco di grano
coperto di cenere.
Ha consegnato il passato al futuro,
le hanno tagliato i seni,
mutilato la sua identità
in un giorno splendente
di pioggia primaverile
poi se ne andò silenziosamente
è morta nell’oscurità
donna abbandonata.
Loro ”non esistevano”
ha donato il suo sguardo sorridente
per una goccia di paradiso
come un’opera di bene.
Ha lasciato amicizie
scritte nel ghiaccio
nel centro della città.
Sam colpì
come una foglia di rugiada.
Non offriva il suo amore
solo per apparire.
Non portò disperazione con sé.
Ha deposto il suo cuore ferito
per il suo bene
come un velo di muffa silenziosa.
La sua voce divenne più cupa,
ansiosa.
Nascose la sua tristezza
in un grido buio come la cenere,
stringendola nelle sue mani delicate,
da baciare
che la vita conosce da sempre.
Mia Madre
profuma di fiori selvatici.
Quella donna è mia Madre
che oggi riposa in questo terreno.
Veste il profumo
dei fiori più belli
nell’abbraccio del tempo
che bacia ancora l’amore e il lavoro
delle sue mani.

                İlhan Soytürk 

*MARIA TERESA LIUZZO:
DIRETTORE DELLA RIVISTA DI CULTURA INTERNAZIONALE ”LE MUSE” –
POETA- SCRITTRICE- SAGGISTA- CRITICO LETTERARIO E D’ARTE-
OPINIONISTA- OPERATORE CULTURALE- TRADUTTORE- GIORNALISTA-
EDITORE (ITALIA)