Questa sera tu stai suonando la chitarra
con gli amici in una scena improvvisata,
le dita tremano molto più delle corde,
avvolte dal gelo del freddo invernale.
Non potei venire anche se siamo vicini,
passeggiare lì in questa vigilia di Natale,
o meglio dire, non volevo vedere il vento
mentre il tuo volto batteva spietatamente.
Tu aspetti che i pedoni ti ascoltino attenti,
molti di essi fuggono, spariscono in silenzio.
Chissà come ti senti mentre girano le spalle?
L’indifferenza picchia come sferza del vento.
Qualcuno si arresta, lancia qualche parola
e tu sicuramente sorridi a stento o taci.
Sappi nipote mio, solo pochissime persone
riescono a capire la voce fragile dell’anima.
Coloro che s’innamoreranno di quei suoni
e fermeranno i passi lungo la passeggiata,
quelli che capiranno il tremito dello spirito,
saranno così rari, come le dita di una mano.
Non rattristarti, così capita anche nella vita,
incontrerai tanta gente gretta e meschina,
altri, cinici che, con una parola cercheranno
di avvelenare la tua passione per la musica.
Un giorno, tu interpreterai su di un palco
con le luci accecanti e un pubblico elegante,
ma non dimenticare mai quel miniconcerto
in una via della città, nella vigilia di Natale.
Quanto vorrei essere vicino a te stasera,
ma ti penso tanto, nonostante la mia mancanza.
Un po’ di tristezza e malinconia m’invadono,
mentre arrivano da me i suoni della chitarra.
IRMA KURTI
Dal libro di poesie: “Sotto la mia maglia”, 2013