Alketa Vejsiu ringrazia l’Italia dal palco della terza serata di Sanremo 2020. La conduttrice albanese ricorda gli anni bui vissuti dal suo paese e il supporto ricevuto dagli italiani. “Avete tenuto accese le nostre speranze, non ci avete abbandonati quando abbiamo raggiunto le vostre coste per poter vivere”.
di Stefania Rocco, Tv.fanpage.it/
Alketa Vejsiu è la sorprendente conduttrice albanese che Amadeus ha voluto a Sanremo 2020. Talentuosa e preparata, Alketa ha ricordato gli anni più difficili vissuti dal suo paese, quelli segnati dalla sconfinata povertà che ha spinto moltissimi dei suoi connazionali a cercare la fortuna oltre la costa. Ad accoglierne una parte è stata l’Italia, paese Alketa ringrazia stasera a nome del suo popolo:
Tutto poteva costarti la libertà, sembra assurdo ma era davvero così se vivevi nella dittatura. Se eri bionda venivi osservata con sospetto perché bionda era Raffaella Carrà. Durante quegli anni si imparava italiano ascoltando la Rai, Sanremo era Sanremo anche quando eravamo costretti ad ascoltarlo di nascosto. Era il prezzo da pagare se vivevi quegli anni bui.
L’unica donna ad avere condotto Sanremo in Albania
“Grazie Italia per avere tenuti accesi i nostri sogni, non ci avete abbandonato” ha continuato Alketa, unica donna ad avere condotto un’edizione del Festival canoro più importante in Albania, una specie di Sanremo locale “Non lo avete fatto quando raggiungevamo la vostra costa per vivere. L’Italia ha illuminato nostro cammino con la sua cultura, la sua musica, la sua arte e la sua bellezza. Sono qui stasera per dire grazie a Sanremo, grazie da noi che ti abbiamo sognato anche al di là del mare. Non sei soltanto tempio della musica italiana ma anche esempio di integrazione”.
L’esempio di Ermal Meta
Alketa cita quale esempio di integrazione un cantante albanese particolarmente caro al pubblico italiano, vincitore di Sanremo nel 2018 con “Non mi avete fatto niente”, Ermal Meta: “Un giovane ragazzo partito con la nave ha realizzato quello che sembrava impossibile per il mio paese, quel ragazzo si chiama Ermal Meta e con la sua vittoria nel 2018 ha risollevato l’orgoglio degli albanesi. Noi tifiamo per la vostra musica e per tutti quello che vi appartiene. Anche ai mondiali tifiamo Italia, esultiamo ai vostri goal. La musica cancella i confini che ci separano . Non costruisce muri come a Berlino o in Messico. Semplicemente si diffonde e canta l’amore, i sogni, la vita e ci insegna ad amare e a volare. Oggi che il mio paese fa parte della grande famiglia europea sono volata qui per realizzare questo sogno. Mentre vi parlo mi viene in mente una canzone che Bobby Solo cantava qui su questo palco. Chiesi a mio padre di cosa parlasse e mi rispose che la lacrima che arriva da un cuore spezzato cresce e diventa un mare. Gli risposi ‘Ecco perché la lacrima è salata’. Quella lacrima è diventata per me metafora del dolore. E in quel dolore l’Italia è stata faro di salvezza”.
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