Di Adela Kolea
Si discuteva in un’altra sede su alcune locuzioni tipicamente albanesi, che ovviamente sono piene di pathos e impostate in modo meramente consono all’etnolinguistica del posto, che risultano difficili da tradurre letteralmente in altre lingue. Sicuramente si possono interpretare in modo versatile, senza far perdere il senso del modo di dire.
*”Të bëftë mirë!; E gëzofsh!; Të lumshin duart!” ecc…
Detto ciò, la struttura linguistica di un posto va a pari passo con l’etnocultura, per cui nulla è casuale se in albanese esistono dei modi verbali non presenti in altre lingue.
Correva il 1989.
Dopo un’intera vita trascorsa nell’Albania ermetica, senza poter raggiungere i familiari in Italia, mia nonna (italiana) è riuscita a venire in Italia finalmente, con un visto apposito, accompagnata da me – ero adolescente all’epoca – e durante un pranzo, disse alla nipote italiana, in albanese:
“Të lumshin duart!”, complimentadosi per ciò che lei aveva cucinato.
“Zia, ma cosa significa?” – le chiese la nipote.
“Ah, mia cara, – rispose la nonna – gli albanesi hanno certe espressioni di riconoscenza e ammirazione, difficili da tradurre, ma ricche di significato.
“Che siano beate le tue mani!”- potrei interpretarla,” – le spiegò felice…💖
-Per cui, “Të bëftë mirë”, che si dice al posto di un “Buon appetito!” introducendo l’inizio di un banchetto, si può semplicemente intendere in questo modo.
Sebbene letteralmente riporti l’auspicio che la consumazione di quel pasto, all’ospite possa risultare di gradimento e gli possa procurare del beneficio;
“E gëzofsh!” che si usa dire al posto di un “auguri/complimenti” per un oggetto nuovo appena spianato, riporta il significato letteralmente di “che tu ne possa giovare!” e così via…