D) Questo è un romanzo non semplice da categorizzare. Ha del reale, dell’onirico, del mistico, della fiaba e del fantastico, dello psicologico, ma è anche un romanzo di memoria. Le tue reazioni?
R) Guardo sempre il lato positivo che si regge sulla verità e non sulla menzogna, ed è proprio nel dolore che mi alzo più forte di prima.
D) Infatti, ci sono momenti quando dal reale (vita difficile di Mary) si passa al surreale (Mary dopo la sua morte?). Quanto è vero questo, o è tutto un sogno?
R) Sia la vita che il sogno hanno una loro metamorfosi o, se vogliamo, una “sintesi clorofilliana”.
– Del resto, nel bene e nel male, la vita non è tutta un sogno? – È evidente che la Mary del romanzo sta vivendo un’altra vita (reincarnazione), ma vive parallelamente su altri piani (corpo – psiche – spirito). La sofferenza e la schiavitù, invece, sono reali. Mary attendeva il boia come una liberazione da una vita abusata e consumata nel terrore e nell’angoscia.
D) Si chiede, ma chi è Raf, e S.A.I.R. (p. 58)?
R) Raf è il daimon di Mary (un angelo che nel tempo si materializza): le rimane accanto, la protegge, l’ama disperatamente. Sia lui che l’”Angelo Bianco” hanno suggerito a Mary di scrivere il romanzo, il primo di una fortunata e ormai famosa trilogia.
S.A.I.R. è il titolo nobiliare di un Principe che corrisponde a SUA ALTEZZA REALE IMPERIALE. Anche lui un personaggio realmente esistito e reincarnato. Sin da bambino fu sempre vicino a Mary, discreto e devoto. Poi ci fu la guerra e nessuno dei due ebbe notizia dell’altro. Il Principe si rifugiò in Svizzera per circa un anno, nella residenza del nonno materno. Si incontrarono (per caso) una sera a teatro. Nel lungo e commosso abbraccio capirono che non si erano mai perduti.
D) Raf e il Principe che vive in Svizzera: cosa c’entrano e come si legano? Si tratta di mondi paralleli o del concetto di reincarnazione?
R) Raf ha vissuto sei vite con Mary in mondi paralleli e una sulla Terra (reincarnazione). Il Principe visse sempre in solitudine e non riuscì mai a dimenticare Mary.
D) Amore e morte si legano forte anche in questo romanzo che ricorda la vita di certe Sante. Cosa ne pensi?
R) Concordo pienamente. L’intera trilogia è un impasto di carne e sangue. Non è spiegabile altrimenti come un corpo umano (quello esile, denutrito e martoriato di una bambina indesiderata) potesse vivere o, meglio, sopravvivere sepolta viva, ustionata da ogni male e succube di una violenza cieca e criminale. Eppure, la Mary del romanzo ha trovato nel buio più profondo la luce che acceca, quella dell’Infinito, quella stessa Luce che arriva dalla forza della Fede.
La stessa che le ha permesso di vedere “cose” che non sono di questo mondo.
Ottima l’analisi interpretativa del testo sia sotto il profilo umano e culturale, sia sotto il profilo psicologico.
Mary sapeva sin d’allora che il letto più sicuro, più accogliente è la ferita.
– Aliena da qualsiasi divisione / integra la materia e non profana / nel suo vivere da santa essenzialmente.
(Versi che chiudono la trilogia del romanzo “L’ombra affamata della madre” – in nome della verità.
D) Nel capitolo 7, quando si legge di Priscilla, subentra anche l’elemento sociale (prostituzione, traffico degli organi e simili). Ma si legge tanto anche di abuso domestico. È allora anche un romanzo di denuncia?
R) Sì, è soprattutto un romanzo di denuncia, come gran parte della mia scrittura. Un grido disperato che possa scuotere le coscienze di un mondo sanguinario, surreale, disumano, cinico aberrante,dove i bambini sono i nuovi martiri.
D) Ci sono istanti in cui si ha la sensazione che Mary guardi séstessa da un’altra dimensione o universo parallelo. Può tutto questo, in certi tratti, confondere il lettore?
R) Confuso inteso come “interdetto”, impotente per i pugni allo stomaco man mano si procede nella lettura, direi di sì, (tanto è l’orrore che attraversa le pagine, ma certa che abbia toccato il cuore del lettore in modo sublime). Si dovrebbe essere morti per non reagire alla descrizione di “una figlia di sé stessa” rinata dalle macerie delle sue ibride metastasi. Invece può essere di conforto in quanto il mondo dove andremo ad abitare è fatto esclusivamente di Amore, dove non si è costretti a coabitare con coloro che non sono desiderati, un Universo dove la bellezza non ha confini e la mente umana non è in grado di descrivere. Ma è una felicità difficile da raggiungere. Possibile soltanto a chi ha subito ogni tipo di ingiustizia, abbia conosciuto l’inferno del dolore e il collasso degenerativo di un’intera esistenza.
D) La voce narrante e Mary sono entità diverse o la stessa? E Rafè quello che le unisce?
R) Sono entità che si sovrappongono nei vari passaggi, ma la matrice è la stessa. In questo romanzo Raf è un Angelo ma anche un uomo in carne e ossa.
D) Mary vista come un Cristo crocifisso versione femminile o una Cenerentola senza un lieto fine. La Scrittura come salvezza contro tutta l’umiliazione e la sofferenza patita. Alla fine, però, è come se questa storia personale di Mary diventasse una vittoria tramite Raf, la fede e il perdono.
Un romanzo come questo quanto può interessare il lettore contemporaneo?
R) Moltissimo. Sono Romanzi di formazione che mettono in risalto la visione originale della vita con lucidità ed esperienza, e a nudo la visione della realtà.
Mary è stata un Cristo crocifisso (non dimentichiamo che la mente Divina è Donna).
Raf ha vissuto sette vite con Mary: lei scriveva, lui dipingeva. Mary non conosce odio né rivalsa. La sua bocca ha masticato fieletrasformandolo in miele. Ha amato molto e perdonato sempre. Per dare pace al suo cuore. Il romanzo ha riscosso molto interesse nei lettori sparsi in tutto il mondo. È stato tradotto in spagnolo da Gabriel Silva (Ecuador), in inglese da Sara Russell, in albanese da Angela Kosta, in russo da Olga Ravchenko ed Emma Pribylskaja. Un regista lo sta traducendo in inglese insieme al secondo “Non dirmi che ho amato il vento”. Nei progetti c’è un film sul nuovo realismo. I registi, quanto i lettori, mi hanno chiesto di scrivere il seguito della Saga di Mary.
Questi troveranno “un mondo variegato. Si raccomanda la lettura in considerazione dei vantaggi culturali e spirituali che ne derivano, in modo da apprezzare gli elementi costitutivi e la tecnica impiegata nel testo”. (Prof. Carmelo Ciccia).
Dopo la trilogia, ha visto la luce un quarto romanzo che è la continuazione della “Saga di Mary” dal titolo “La luce del ritorno – dopo tanto buio fuoco un’alba di luna”, che ha riscosso grande successo dalla critica specializzata italiana e straniera.
D) A un certo punto si menzionano Buddha, Siddharta e Gesù, e il concetto della parola come linfa vitale. Come si lega tutto questoe quant’è importante e forte la PAROLA per Mary, ma anche nel presente romanzo?
R) La parola è linfa vitale in quanto anima nuda allo specchio ed è più veloce di un’arma e della luce. La parola come verità e rispetto. Come presenza assente di un’Umanità corrotta, cinica, disumana, sorda, repellente, infida.
D) Quello tra Mary e Raf è un amore che ha del sensuale ma anche del platonico e dell’estasi spirituale. Sei d’accordo?
R) Raf e Mary sono legati dal destino. Anche i loro nomi sono biblici e hanno conosciuto l’estasi spirituale e terrena.
D) Si legge tanto di Mary come scrittrice di successo e seguita da un vasto pubblico. Eppure, non sappiamo quasi niente di quello che scrive. Quanto è vero questo?
R) Mary, la mitica e donna che è nella Storia (Giovanna Scarsi – critico esperto dell’equipe della Treccani), è una donna molto riservata, tradizionale, legata al ruolo di sposa e di madre prima ancora di essere scrittrice, figlia, e madre e figlia di sé stessa.
La Scrittura ebbe un ruolo importante nella sua vita: fu una necessità organica.
Durante un’intervista rispose: – “Scrivo per non morire.” –
Ha vissuto molti anni di “clausura” senza mai lamentarsi. Da sempre “allergica” ai salotti letterari; rare furono le sue apparizioni in pubblico o nei teatri, se non in occasioni specialiche consistevano nella presentazione dei suoi libri e durante le “Stagioni Liriche” realizzate dal marito regista.
Ama la vita tranquilla della sua città situata tra le montagne e il mare.
Non ha ritirato neppure primi premi consistenti in denaro (pur non avendo partecipato), destinando la somma in beneficienza. Idem per il “Premio alla Carriera Peter Russell”. Mary non ama le “passerelle” e non partecipa ai concorsi che si moltiplicano in modo nauseante, a suo parere nocivi, ridicoli, inutili, trasformati spesso in alcove vivaci e spumeggianti.
La Scrittura non è un bricolage, un fai da te, la Poesia è quel “mistero” che va oltre la sostanza, dove molto conta il respiro e la potenza della parola.
Il critico ha il dovere di informarsi, non fingersi miope, oaddirittura cieco, in attesa di “comare volpe”. Oggi va di moda l’autocelebrarsi, scrivere soltanto per gli amici della consorteria di cui fanno parte che, a loro volta, ricambiano il favore diventando così stampelle di mutuo soccorso. Ma la tanto sobria indifferenza va a farsi benedire al tinnire profumato dell’argent. In un attimo la situazione si ribalta, i critici diventano “RE SOLI”, politicanti esperti d’artifici: addestrato è il piccolo esercito di nani – che tanto ci ricorda la semplicità e la furbizia di Bertoldo, nell’inchinarsi – nel nostro caso, al “gran signore”, esperto della pirotecnica.
Se la Scrittura è purezza e verità, sangue e dolore, scienza e coscienza, non dovrebbe subire contaminazioni ma, come un dardo, attraversare il cuore di chi legge. Il silenzio ha fatto tremaremolti burattinai e continuerà a fare tanto rumore. Non corro il rischio di impantanarmi e vado avanti. Non ho patologie quali l’invidia, l’ingratitudine, la cattiveria e l’odio.
Sin da bambina, negli anni 70, i docenti iniziarono a pubblicare le mie poesie sul “Letterato di Cosenza” a tiratura nazionale; quindi,opero nel campo della cultura e dell’arte da oltre mezzo secolo.Circa 800 recensioni sono state pubblicate su giornali esteri e italiani. Ho pubblicato dodici libri di poesie e quattro romanzi e, nel corso dell’anno, saranno dati alle stampe tre libri di poesie e un quinto romanzo. Della mia poesia si sono occupati critici di elevato spessore, tra i quali l’irlandese Peter Russell, Thomas Fleming (Editore di Chicago) – il quale mi disse: “Ti lascio la fiaccola della Magna Grecia), Athanase Vnthev De Thracy(candidato al Nobel per la Letteratura 2019), Anatoly Kudryavitsky (Sur Vision Magazine 2020), prof. Wafaa El Bein(Università del Cairo), Eugen Evu e Jon Urda (Romania), Orazio Tanelli (New York, U.S.A.), Lyssette Alvarado (Messico), Gabriel Silva (Ecuador), Giovanna Livolti (Australia), Svilen Angelov(Bulgaria), Anabela Ferreira (Portogallo), Paul Courgé (Francia), Mohammed Akalaiy (Cairo), Hassan Ezzat (Egitto), Med Nadir Sebaa (Algeria), Ion Popescu e Romeo Magarescu (Romania), Najada Jifu Baolhoul (Siria), Ismail Iljasi (Macedonia), HamadRami Mahmoudi (Arabia), Wilhelm von Hohenzollern (Prussia), Vickor Permiakov (Russia), Julio Beprè (Argentina), Olga Ravchenko ed Emma Pribylskaja (Bielorussia), Adriana Doris (Olanda), Krishna Srnivas Ram (India), Artur Silvestri (Bruxelles), Cynthia L. White (North Carolina – U.S.A.), J.M. Evans (U.S.A.), Syed Ameeruddin (India), Folco Quilici, AntonioPiromalli, Giorgio Barberi Squarotti, Piero Bigongiari, Maria L. Spaziani, Guido Zavanone, Lucio Zaniboni, Carmelo Aliberti, Vittorio Vettori, Ferruccio Ulivi, Giuseppe Amoroso, Antonio Catalfamo, Vincenzo Guarracino, Michele Coco, Giuseppe Bonavori, Alberto Cappi, Sebastiano Saglimbeni, Ivo Lovetti, Marco Forti, Vittoriano Esposito, Frank Corsaro (giornalista del quotidiano statunitense “AMERICA OGGI”), Vincenzo Rossi, Lionello Sozzi, Lucio Zinna, Ferruccio Monterosso, Nazario Pardini, Giuseppe Cossiga, Giulio Andreotti, Franco Piccinelli(RAI – Radio TELEVISIONE ITALIANA), Ivon Popescu, Giorgio Poli, Nicolae Diaconu, Mario Sansone, Gordiano Lupi, Ninnj Di Stefano, Mario Fresa, Mauro D’Castelli.
Mario Fratti (scrittore – regista – drammaturgo – sceneggiatore – critico letterario e cinematografico, New York, U.S.A.), GautamTalukdar (Bangladesh), Hong Dou Fan (Cina), Gjergj Kola (Albania), Oliver Friggeri (Malta), Antonio Cruz (Santiago), Carlos Vitale (Spagna), Hakob Simonyan (Armenia), Tony Kitt(Irlanda) etc.
Articoli, saggi e recensioni sono stati pubblicati su giornali italiani ed esteri. Ne citiamo alcuni: “America Oggi”, “Il Ponte Italo Americano”, “Brancusi”, “Provincia Nuova Corvina”, “Gate.Ashram.Org” (Intervista trasmessa sulla newsletter del Medio Oriente). Dal “Sole 24” alle “Muse”, da “Mantova Colta” a “Gazzetta del Sud”, da “Agenzia Ages” al “Corriere di Roma”, da “Alle Fonti dell’Elicona” al “Cristallo”, da “Vernice” a “Latmag” e alla “Nuova Tribuna Letteraria” etc. – Inclusa nelle tre principali “Storia della Letteratura Calabrese” a cura di Antonio Piromalli, Pasquino Crupi e Paolo Borruto. In altrettante “Storie della Letteratura Italiana” a cura di Guido Miano, Rino Cerminara, Mario Basile, Vittoriano Esposito, Vincenzo Rossi, Antonio Coppola etc. Inclusa in Antologie Letterarie a cura di Ivan Pozzoni, Lucio Zaniboni e Vincenzo Guarracino.
Ha scritto Haiku e filastrocche pubblicate su “Le Muse”.
In allestimento il V volume della “Storia della LetteraturaMondiale” e un volume che raccoglie interviste e testimonianze di personaggi famosi.
Concordo con l’illustre prof. Antonio Catalfamo quando scrive che la Liuzzo è “l’agnello sacrificale” al massacro. Ma è fuori da ogni dubbio che la Liuzzo non si genuflessa ai “poteri loschi”. La dignità non deve essere confusa con la superbia, né l’umiltà con l’umiliazione.
Ma ugualmente desta invidia e rabbia perché, essendo “libera”, si autoproduce sfuggendo così all’inquinamento di quelle Case Editrici che annullano la personalità dell’Autore per produrre mercanzia in serie.
Mary non è suddito della sfera privata in quanto l’amore non ha servi né padroni, dove l’amore domanda e non pretende. Né è disposta ad annullare la propria volontà partecipando a “giochi di prestigio” organizzati da satiri e saltimbanchi.
Mary è una donna libera che ben conosce quel filo sottile tra libertà e libertinaggio (sa che la bellezza fisica è solo caducità e il “cervello” è quello che rimane).
Qualcuno mi ha definita, scherzando, “Musulmana” per la mia riservatezza scambiata per rigidità. Solo che, nel mio caso, nessuno me lo impone. Per me è soltanto rispetto verso me stessa, la mia famiglia, la società di cui faccio parte. Penso che il corpo, quanto la mente, siano un Tempio Sacro. E, all’occorrenza, mostro il bisturi ai vecchi Satiri che si presentano con lo sguardo “innocente dei demoni”.
La Scrittura è preghiera, raccoglimento, estasi. Qualcun altro mi scrisse che sono una presenza bellissima, ma selvaggia, difficile e impossibile da domare. Gli risposi di continuare a domare i suoi cavalli e stare attento a non essere disarcionato.
Se oggi sono qui a rilasciare questa particolare intervista, è perchésono sopravvissuta ai lager, alle foibe, nel dolore ho incontrato le vittime e Padre M. KOLBE, e non so come sono riuscita a domare “leoni”.
La SCRITTURA è incontaminazione, il corpo SACRO, la mente DIVINA. Non è una SOUBRETTE. Beh… sarò anche “Musulmana”. Amo i figli del mondo, della terra, nessuno escluso, anche i nemici. E soprattutto la prof. Wafaa El Bein, sorella di scrittura, seria, colta, bella e generosa. Dotata di straordinaria sensibilità e acribia. Doti che appartengono a lei soltanto.
Ad alcuni Critici e (Critici disonesti) chiedo di guardare in fondo ai loro cuori, costituirsi alla propria coscienza. Mary non è un oggetto di consumo, né mercanzia, e mai scenderà a compromessi con la sua coscienza. Per quanto lungo e inclemente possa essere “l’inverno”, fiorirà il seme gettato tra le pietre a cui più volte avete dato morte certa. A chi si ritroverà nelle mie parole (nessun segreto è al sicuro e rischia sempre di essere svelato), sappia che Mary non sarà mai una delle loro concubine che hanno riscaldato, e continuano a riscaldare, la loro stalla o porcilaia.
Siamo nel periodo di Carnevale e la maschera di Pulcinella ben si addice. Il mio motto da sempre è: “Più crepe mi fate, e più luce mi entra.” Sono innamorata della SCRITTURA e FEDELE alla PAROLA… sono una donna d’altri tempi? – Ne sono orgogliosa. Sono me stessa: Maria – Mary – Mia.
Tra i riconoscimenti più importanti, tre PREMI ALLA CULTURA dalla PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Dipartimento per l’informazione e l’editoria, il 14.12.1994.
Il Dipartimento dello Spettacolo, tramite il CTS L. Calogero di Reggio Calabria le ha assegnato il Premio alla Cultura 1994.
Nel 1996 e nel 2007 (Ministeriale 27.01.2003 del 15 dl/1210/PG)- 3 settembre – Excellence World Poetry Award (India – prof. Syed Ameeruddin.- 24 novembre 2004 – Professional Women’s Advisory Board, conferito da Cynthia L. White, (Menager Editor dell’AmericanBiographical Institute (U.S.A.), University Institute of Arts and Science di Santa Fe (New Mexico, U.S.A.).- Laurea Honoris Causa in Psicologia (30.09.2006). La stessa Università, il successivo 3 settembre 2007, conferisce una seconda Laurea H.C. in Lettere Moderne e Filosofia con facoltà della Poetessa italiana di insegnare presso quella Università – “Per la sua dedizione all’Arte della Poesia, alla Cultura e all’educazione del suo Paese.”– Associazione Culturale – UMANITARIA – SCIENTIFICA“Provincia Corvina” – Hunedoara – Dott. Honoris Causapromotrice culturale (15.01.2009), dott. Maria Teresa Liuzzo, Laurea H.C. in Letteratura Italiana, per l’attività letterariasvolta in collaborazione con la Rivista Letteraria e scientifica “SI NOVA PROVINCIA CORVINA”, che viene stampata e diffusa in Romania e nel resto del mondo, coniugando le ragioni che ispirano la stampa e la diffusione della nostra Rivista Letteraria “LE MUSE”, nota e diffusa anche in quello Stato (prof. Eugen EVU e Jon URDA).
Per me hanno viaggiato i miei libri: sono stati i miei occhi, la mia bocca, le mie gambe, la mia coscienza.
La Scrittura è il cuore del mondo.
A voi la reale visione dei fatti.
“Ai posteri l’ardua sentenza”.
L’omaggio più bello che si possa fare a una Donna costa meno di un fiore di campo.
Si chiama: RISPETTO.
Patrick Sammut.
Direttore della rivista IL-PONT, Malta, fondata nel 2012.