Di Artur Nura e Alessandro Zorgniotti
Le imprese italiane “prenotano” il parco industriale di Rrashbull.
La prima Zona franca fiscale della Repubblica di Albania sorge tra Tirana e Durazzo e si presenta come un panorama verde simile a molti paesaggi collinari di pregio dell’Italia, dalla cui cima si vede chiaramente il porto di Durazzo, a poco più di 7 chilometri in linea d’aria.
Un inizio – come si vede dalle foto che accompagnano questo articolo – però ambizioso e promettente per arrivare a farne sempre di più la porta delle imprese italiane in Albania, cosicché un parco economico italo-albanese passa da speranza a obiettivo da seguire passo dopo passo.
A visitare il primo ampio lotto del luogo produttivo, estensione 24 ettari, una delegazione di imprenditori e professionisti da varie regioni di centro nord e sud Italia, accompagnati dal presidente di PMI Albania Selim Bregu, dal segretario generale Paolo Capellino, dall’architetto molto noto. Gjon Radovani già Viceministro del Governo albanese, assieme al commercialista Afrim Ismaili.
Il presidente Bregu, referente e coordinatore del vasto progetto di investimento, ha illustrato le caratteristiche di un intervento, unico nel proprio genere, nel quale è importante, fondamentale partner istituzionale, per la parte italiana, la SIMEST: si tratta della Società per le imprese miste all’estero, che fa capo alla Cassa depositi e prestiti, il più grande investitore pubblico presente in Italia. La SIMEST, per ciascuna impresa interessata a realizzare un investimento sul mercato estero, in questo caso l’Albania, interviene con un sostegno economico in grado di coprire la gran parte della spesa documentata e relativa alle opere industriali realizzate nell’area del lotto di insediamento.
Le opere di urbanizzazione della zona, quindi la viabilità interna, gli allacciamenti idraulici ed energetici e la connettività alla rete internet, saranno realizzate per accompagnare ciascun investitore imprenditoriale, con la garanzia della piena titolarità dell’investimento e della sua totale tutela da parte del Governo, come previsto dalle autorizzazioni firmate dal Primo Ministro e dai Ministri competenti in persona.
La presenza di un ampio lago artificiale (il primo) garantisce la assoluta continuità degli approvvigionamenti idrici ed energetici, che rispondono a criteri di assoluta compatibilità ambientale utilizzando tutte le fonti di energia rinnovabile, dal solare al fotovoltaico, ora ampiamente autorizzate e incentivate anche dai più recenti provvedimenti dello Stato albanese.
La dotazione si perfeziona con una vasta coltivazione di Paulonia, pianta assai nota in Italia nei settori del mobile e degli imballaggi di legno e per le sue caratteristiche di isolamento acustico e termico che migliorano ulteriormente l’impatto ambientale e la sostenibilità del sito nel suo insieme.
Il parco industriale è quindi strutturato per fare fronte all’ospitalità di aziende nei settori dall’agrobusiness (con lotti collinari dedicati alle vigne e alle nocciole) alle imprese manifatturiere tipiche del made in Italy anche di alta tecnologia. Sotto il lago artificiale scorreranno i cavi per alimentare un cervellone elettronico in grado di gestire i big data necessari a gestire ogni possibile processo di automazione e di transazione elettronica (criptovalute comprese).
“Già cinque sono le imprese che hanno ufficializzato la propria adesione e il proprio insediamento nel parco – ha dichiarato il presidente Bregu – In aggiunta alle possibilità e ai vantaggi che l’Albania già offre come tale, dal punto di vista della tassazione e del costo del lavoro, assolutamente più bassi che in Italia, e dal punto di vista del livello di professionalità della manodopera, la Zona franca fiscale offre una bolletta energetica ancora più conveniente e più contenuta e un magazzino doganale che risolve il problema dei dazi per gli esportatori dall’Italia, grazie alle autorizzazioni governative di cui disponiamo”. Insomma, conclude Selim Bregu, “il solo pensiero di chi verrà a investire in questi 24 ettari di parco sarà quello di occuparsi a tempo pieno dell’attività produttiva”.
Della delegazione italiana di imprenditori e professionisti hanno fatto parte i signori Prospero Antonio e Caliendo Raffaele dalla Puglia e Cassandra Popa e Simonetti Ugo dalle Marche.
Insomma, la prima pagina di un capitolo tutto nuovo e inedito della politica industriale albanese che adesso dovrà essere scritta dagli investitori italiani, in un approccio tra i due Paesi che seguiremo nella consapevolezza di come siano i bisogni delle imprese a decidere le scelte economiche alle porte dei Balcani.