Di Alessandro Zorgniotti
In Italia forse debutterà, al massimo però soltanto parzialmente, nella prossima manovra economico-finanziaria del Governo Conte a partire dal 2019; ma in Albania la “flat tax” è una realtà toccata con mano oramai da tempo, da parecchi anni, soprattutto dal piccolo business imprenditoriale e professionale che intende lasciare – in tutto o in parte – il Belpaese per ricollocarsi su mercati sì vicini a livello geografico ma nettamente alternativi sul piano fiscale.
Il Gruppo della Fondazione Caesar, fondato e amministrato dal manager Cesare Labianca presso le Torri Gemelle affacciate sul Viale italiano centrale di Tirana, intende fare da cassa di risonanza nei confronti di questa possibilità. Se infatti l’aliquota media della cosiddetta “tassa piatta” da alcuni periodi annuali è pari al 15 per cento, il Governo nei tempi più recenti ha introdotto diverse deroghe in senso incentivante per agevolare il microbusiness professionale e imprenditoriale, stabilendo delle “no tax area” – destinate a quanto pare a migliorare ulteriormente con l’innalzamento dei limiti di fatturato esenti nel pacchetto fiscale della Ministra per le PMI Sonila Qato – o delle percentuali ribassate.
Come nel caso delle start up, ossia delle nuove imprese costituite nel settore dell’informatica e della new economy del software, dove il reddito dell’imprenditore viene tassato in misura secca assoluta del 5 per cento.
“L’aspetto fiscale è uno dei fattori che stanno portando molte piccole e medie imprese italiane, solitamente le più radicate nel territorio di origine e quindi le più diffidenti a espatriare, a esplorare la possibilità offerta dal mercato albanese, sia come destinazione di quote di export, sia come nuova base aziendale e professionale – commenta Cesare Labianca – Il fattore della tassazione è forse uno degli aspetti più immediati, ma non è il solo che deve essere alla base della scelta di un trasferimento fisico della propria impresa o attività.
Esistono infatti altre favorevoli condizioni, altrettanto strategiche ma meno conosciute nell’immediato, la cui convenienza si misura non soltanto attraverso il pur importante livello delle aliquote fiscali”. Per consentire la conoscenza e la piena applicabilità di questi strumenti, alcuni dei quali attivabili coinvolgendo le Istituzioni amministrative e finanziarie presenti e operanti in Albania, “abbiamo, come agenzia di sostegno e sviluppo delle Start up italiane, dato vita a una serie di intese con alcune importanti realtà associative per rafforzare la nostra azione da aziendale a istituzionale e sindacale, diventando a Tirana sportello di riferimento della Camera di Commercio italo-albanese, della Confederazione PMI Italia e adesso anche dell’Istituto diplomatico internazionale IDI.
In attesa di perfezionare ulteriori accordi di collaborazione a fini di rappresentanza reale degli interessi dei piccoli e medi investitori e professionisti italiani in Albania”.
Anche perché, se l’aspetto fiscale è importante una volta partiti nella conduzione della propria attività, nella fase di vera e propria start up l’aspetto finanziario assume carattere di priorità “e gli interventi che, in termini di attivazione di garanzie reali, siamo in grado di offrire, a fronte di progetti aziendali concreti e professionali di cui supportiamo le fasi di redazione e presentazione in sede creditizia, sono tali da favorire il reperimento della necessaria liquidità”.