In Albania un’importante esperienza di diffusione e valorizzazione di semi locali, fra tradizione e nuove tecnologie.
di Cospe per greenreport.it
La scuola Ndre Meda di Bushat, alle porte di Scutari in Albania, è la scuola agraria più importante del nord del Paese, ma fino a qualche anno fa non disponeva neanche di uno spazio in cui gli studenti potessero fare pratica di quanto apprendevano in classe. Erano costretti a muoversi di qualche chilometro, in terreni resi disponibili da agricoltori locali, per poter praticare tecniche di semina, coltivazione, irrigazione e quant’altro è richiesto per il lavoro nei campi.
Poi è arrivato il progetto “Alleanza per l’agricoltura familiare nel Nord Albania”, finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e realizzata dalle ong Cospe e Rtm, con il sostegno della Provincia di Bolzano e dell’associazione A.Ve.Pro.Bi, l’associazione veneta dei produttori biologici e biodinamici. Con degli importanti elementi di innovazione, non solo per la scuola e i suoi studenti ma per tutti i contadini dell’area. Il progetto, grazie anche alla collaborazione dell’Ibb, il più importante istituto di agricoltura biologica albanese con sede a Durazzo, ha introdotto i principi della transizione dall’agricoltura convenzionale all’agricoltura biologica.
Innanzitutto, la scuola ha finalmente avuto un “Campo didattico”, nell’area antistante l’edificio scolastico, con una superficie di 7.000 m² in cui circa 300 giovani studenti hanno potuto piantaregrano, pomodori, melanzane, fagioli, sorgo e altre decine di colture, iniziando a fare conoscenza con i metodi dell’agricoltura biologica.
Poi la scuola ha iniziato ad aprirsi al territorio, e nel Campo didattico sono stati ospitati i contadini locali, anche essi interessati a conoscere le tecniche della coltivazione biologica, che hanno partecipato a momenti di formazione e pratica diretta.
Una volta incontratisi, i contadini, gli agronomi e gli studenti hanno iniziato a scambiarsi consigli, conoscenze, pratiche, tecniche. Un percorso che ha portato in poco tempo ad un risultato strabiliante: la“Banca del germoplasma” di Bushat, la seconda banca delle sementi albanese, dopo quella nazionale presso l’Università di Tirana. La Banca è nata in maniera semplice: i contadini hanno iniziato a portare al “Campo Didattico” i diversi semi di cui erano in possesso, frutto della ricca biodiversità nel Nord Albania. I semi venivano quindi sia piantati sia conservati, appunto nella Banca, che è stata attrezzata con tutto il materiale occorrente: laboratorio di analisi, bilance elettroniche, termostati, essiccatori, distillatori, frigoriferi e tutte le necessarie attrezzature scientifiche. Nell’arco di un anno, nella Banca si è arrivati a conservare circa 100 varietà di semi locali.
La Banca non è solo un luogo di stoccaggio e conservazione, ma nell’ottica della diffusione dei saperi e del patrimonio locale, è aperta ai contadini che richiedono le specifiche sementi. Quindi i contadini, previo un contratto firmato con la “Banca del germoplasma”, possono ritirare una parte di semi, con l’impegno alla restituzione alla Banca, dopo la semina nei propri campi.
Una comunità di contadini che si è messa in moto non solo nell’area di Scutari, ma anche in altre aree del nord Albania, riscoprendo i vantaggi di recuperare semi locali, in diversi casi antichi e quasi scomparsi, importanti non solo per la biodiversità dell’area, ma anche per la stessa sufficienza alimentare e per il reddito degli stessi contadini e delle loro famiglie.
Perché non si tratta di una iniziativa che porta vantaggi “solo” all’ambiente e al patrimonio genetico del nord Albania, ma ci sono dei vantaggi per lo stesso reddito dei contadini, che possono partecipare a fiere locali ed accrescere le loro quote sul mercato interno.
Un altro valore aggiunto lo fornisce la tecnologia. Una stazione meteorologica, sempre installata nella scuola di Bushat, raccoglie i dati meteo nell’area, li aggrega con i dati meteo raccolti dall’IBB in un calcolatore all’interno della Banca del germoplasma, ed è in grado di fornire informazioni e previsioni in tempo reale ai contadini sulle condizioni meteo, con consigli sulle attività agricole che vengono inviati dagli esperti del progetto. Infine, i dati vengono diffusi attraverso la AppWeatherlink 2.0, facilmente installabile sul telefono cellulare da tutti gli agricoltori dell’area che vogliono usufruirne, con loro piena soddisfazione, considerando che il 95% dei contadini si è dichiarato soddisfatto del servizio.
Ultima frontiera del progetto è quella delle previsioni sui fattori infestanti nelle piantagioni. A diversi contadini che partecipano al progetto, infatti, sono stati forniti dei semplici sistemi di rilevazione biologica, attraverso l’uso di feromoni, che, sparsi nel territorio, fungono da stazioni di rilevamento di insetti e infestanti delle colture. Una volta identificata la presenza degli agenti infestanti, un sistema di informazione tramite messaggistica sui telefoni cellulari dei contadini fa il resto: i contadini vengono avvisati dei pericoli in arrivo e delle misure che possono prendere, sempre nel quadro delle tecniche biologiche.
Un mix sorprendente, e redditizio, di tradizione e tecnologia, che, dalla remota Albania, ci indica una strada intrapresa con orgoglio e interesse, tra la testa china sui campi e lo sguardo agli orizzonti futuri.
di Cospe per greenreport.it