Di Fortunato Materazzo*
L’Azerbaijan torna di nuovo al centro della scena sportiva internazionale. Dopo aver ospitato con successo importanti eventi sportivi nel corso degli ultimi anni, tra cui l’edizione inaugurale dei Giochi Europei del 2015, la splendida capitale Baku sarà la perfetta cornice in cui si disputerà, dal 12 al 22 maggio 2017, la quarta edizione dei Giochi per la Solidarietà Islamica.
L’idea originaria dei Giochi risale al 1981, quando fu proposta dall’allora principe saudita Faisal bin Fahd bin Abdulaziz in occasione del Terzo Summit Islamico della Federazione Islamica per la Solidarietà negli Sport, che insieme alla Organizzazione per la Conferenza Islamica costituisce ancora oggi il principale sponsor dei Giochi. Gli obiettivi che essi si ponevano erano importanti e molteplici: su tutti, promuovere la solidarietà ed una “identità islamica” negli sport tra i giovani musulmani, da affiancare al rispetto di princìpi quali la non discriminazione, secondo i precetti dell’Islam. Lo svolgimento dei Giochi avrebbe dovuto fungere poi da strumento per incentivare sia la cooperazione tra gli Stati partecipanti in materia di sport, sia una loro maggiore integrazione negli organismi sportivi internazionali, favorendo la diffusione dello “spirito Olimpico” nel mondo musulmano.
La prima edizione dei Giochi risale, tuttavia, solo al 2005, in Arabia Saudita.
Vi hanno partecipato circa 7.000 atleti, tutti maschi (anche cristiani), provenienti da 54 Paesi a maggioranza musulmana. La partecipazione delle donne fu al tempo vietata finanche tra le fila degli spettatori. La possibilità della competizione per le sportive femminili avrebbe visto concreta attuazione solamente dalla terza edizione dei Giochi, svoltisi nel 2013 a Palembang, Indonesia.
Quella prima edizione del 2005 voleva, soprattutto nelle intenzioni dell’Arabia Saudita, incoraggiare una visione pacifica e moderata dell’Islam a livello globale, come modo per rispondere a quei focolai anti-americani e anti-occidentali che si andavano diffondendo in varie parti del mondo islamico, in reazione ad un crescente sentimento di ostilità nei confronti dei musulmani dopo gli attentati terroristici agli Stati Uniti dell’11 settembre 2001, ed ulteriormente esasperati dalle successive campagne militari anti-terrorismo a guida americana prima in Afghanistan (2002) e poi in Iraq (2003).
La persistente minaccia rappresentata dal terrorismo internazionale è purtroppo il triste sfondo su cui si colloca anche l’edizione di quest’anno dei Giochi, un terrorismo le cui vittime predilette e più numerose continuano tuttavia ad essere proprio gli stessi musulmani. Anche per questo, la sfida posta dall’Azerbaijan con questi Giochi appare ancor più ambiziosa: mostrare – e dimostrare – al mondo intero che il mondo islamico è unito e solidale, rilanciando con forza un’immagine dell’Islam come religione globale di pace, nell’anno – il 2017 – proclamato dallo stesso Presidente Ilham Aliyev “l’anno della solidarietà islamica in Azerbaijan”.
Proprio l’Azerbaijan, piccolo Paese del Caucaso a maggioranza musulmana, costituisce infatti un esempio consolidato di convivenza pacifica tra popoli di diverse culture e religioni, un modello positivo di multiculturalismo che potrebbe contribuire ad incoraggiare la speranza di una ripresa del dialogo tra il c.d. Occidente e l’Islam, oltre che tra i Paesi islamici stessi. Il perfetto connubio tra identità islamica e specificità azera sarà rappresentato durante i Giochi dalla centralità dell’elemento dell’acqua, simbolo religioso di purezza e guarigione, ma anche di vita, fonte originaria delle bellezze naturali del Paese centro-asiatico, a partire da quella fondamentale risorsa per l’economia azera rappresentata dal Mar Caspio. Proprio l’acqua del Mar Caspio è stata infatti la protagonista dell’iniziativa “Journey from the Caspian”: nella cerimonia iniziale, una parte simbolica di queste acque è stata portata nelle varie regioni del Paese, per diffondere “lo spirito dei Giochi di Baku” all’intera popolazione dell’Azerbaijan; successivamente, attraverso un viaggio di circa 3.000 km, queste parti sono state simbolicamente riunite (e saranno utilizzate durante vari eventi quotidiani a margine delle gare sportive), rappresentando una metafora dell’unione dell’intero popolo azero, e con esso dei popoli islamici presenti con le loro delegazioni ai Giochi, nei valori dell’Islam.
L’acqua sarà protagonista anche nella competizione vera e propria dei Giochi, attraverso sport come il Water polo, il nuoto e i tuffi. Tra le 24 discipline nelle quali si misureranno più di 3.000 atleti provenienti da 57 Paesi di tutto il mondo (non solo africani ed asiatici ma anche dell’Europa), ci saranno anche gare in sport tradizionali come Zurkhaneh (Zorkana) e Wushu, oltre a Karate, Taekwondo e Ginnastica (artistica e ritmica). Non mancheranno i tornei di Calcio, di Tennis e di Basket 3×3. Nell’Atletica e nel Judo saranno inoltre previste anche gare tra atleti con disabilità.
Alla buona riuscita di questo importante ed imponente evento sportivo contribuirà l’enorme lavoro di organizzazione e gestione delle moltissimi iniziative quotidiane da parte dei circa 8.000 giovani volontari, selezionati sulle oltre 12.000 candidature arrivate agli organizzatori. Tutte le competizioni si svolgeranno in 16 impianti all’avanguardia sparsi nella capitale, e le autorità si sono adoperate affinché più gente possibile – in particolare famiglie, giovani e turisti – possa godere del grande spettacolo, grazie alla previsione di prezzi bassi per i biglietti, ad agevolazioni per ragazzi sotto i 16 anni e a facilitazioni all’ingresso nel Paese per i turisti stranieri.
Secondo S. E. Faisal Abdulaziz Al-Nassar, Segretario Generale della Federazione Sportiva per la Solidarietà Islamica, i Giochi per la Solidarietà Islamica saranno «un evento multinazionale, multiculturale e multi-sportivo ispirato da uno spirito di unità e di solidarietà. Crediamo che riunire atleti provenienti da tutto il mondo islamico favorirà l’amicizia e la comprensione tra i giovani delle nostre diverse comunità».
Infine, ma non meno importante, i Giochi potranno costituire anche una meritata vetrina internazionale di primo piano per incentivare il turismo e gli investimenti verso un Paese – l’Azerbaijan – ancora tutto da scoprire.
* Laureato in Relazioni Internazionali – Relazioni ed Istituzioni dell’Asia e dell’Africa; Analista dell’Associazione “Amici dell’Azerbaigian Centro Sud Italia”.