Home Approccio Italo Albanese Nella Tirana europea, ma non abbastanza per votare!

Nella Tirana europea, ma non abbastanza per votare!

È chiedersi di più oppure il diritto di un parere sulle elezioni europee riguarda l’incapacità del voto a Tirana!

Di Artur Nura

Nell’articolo che avevo pubblicato il giorno delle elezioni per il Parlamento Europeo avevo segnalato una giusta preoccupazione, ma sembra che abbia esagerato con i termini rivolti alla Rappresentanza dell’Unione Europea a Tirana e all’Ambasciata Italiana in particolare, due Istituzioni chiave per il progresso dell’Albania verso l’adesione nell’UE.

Devo dire che le reazioni che ha scatenato il mio articolo, sono stati molti e vari. Tanti lettori hanno ritenuto giusta la mia osservazione e non sono mancati nemmeno i cittadini italiani a definire una situazione simile imbarazzante e vergognosa!

Altri lo hanno ritenuto come un tema a cui dare poco importanza facendo riferimento alla legislazione e le regole dell’UE e certamente al fatto che tanti cittadini non avevano potuto votare riducendo così in nulla un simile obbligo morale e di essenziale importanza riguarda il loro paese e l’Unione Europea stessa.

Indipendentemente dalle opinioni, il diritto a votare è essenziale e si deve rispettare anche verso un solo individuo figuriamoci per 1688 cittadini italiani che sono registrati all’Ambasciata Italiana a Tirana e i quali se non sono potuti andare in Italia o in un’altra paese dell’Unione a votare sono stati privati dal loro diritto di esercitare la loro volontà di voto.

Ammetto che forse il termine “vergogna” pur essendo usato accompagnato dal punto interrogativo ed esclamativo, era esagerato in un’articolo di giornale, ma l’obbiettivo era solo quello di criticare una realtà che io ho ritenuto ingiusta soprattutto quando si tratta di un’Istituzione il quale deve correggerci in questo aspetto. Una società in transizione democratica e che fino ad’ora non ha meritato politicamente di essere parte della grande famiglia UE.

Questo vale sia per l’Ambasciata italiana che per la Delegazione dell’Unione Europea a Tirana, la quale è gestita da un cittadino italiano e dove si organizzano incontri tra le rappresentanze diplomatiche europee.

Credo che a causa della specificità di queste ultime elezioni, tutte e due queste importanti istituzioni potevano pubblicare informazioni che potevano chiarire i loro cittadini che vivono, oppure passano in Albania a riguardo.

Se loro sono 20.000 o molto in meno, questo non ha peso perché ogni volontà di base e costituzionale anche di una sola persona, deve essere rispettata dalle istituzioni!

Non sarebbe stato più adattato e democraticamente importante che queste due rappresentanze potessero intraprendere una campagna di sensibilizzazione anche solo nell’ultima settimana prima delle votazioni e dare informazioni nei loro uffici senza fare riferimento solo alla legge del 3 agosto 1994 nel caso dell’Italia…

La reazione dell’Ambasciata Italiana

Devo dire che mi gratifica il fatto che lo stesso Ambasciatore ha voluto contattarmi e che la mia preoccupazione non è caduta nel silenzio. Se la mia opinione è stata considerata come un’accusa e non come una critica come si è percepito da me personalmente con la sola intenzione di poter cambiare questa realtà, chiedo scusa a questa rappresentanza molto onorata qual è l’Ambasciata Italiana a Tirana.

Con loro collaboro da 10 anni come corrispondente di Radio Radicale ma anche come responsabile cittadino filo italiano e Italo parlante, come responsabile cittadino europeo così come lo è la maggior parte dei cittadini albanesi e penso che il ruolo dell’Italia allo sviluppo della società nel nostro paese deve essere ancora più dinamico. Sempre secondo la mia opinione personale.

Nella sua lettera, la sua Eccellenza, l’Ambasciatore Alberto Cutillo, mi ha voluto chiarire personalmente che bisogna indirizzare questa preoccupazione a chi ha approvato e non più cambiato la legge del ‘94 e non caricare tutta la responsabilità alla rappresentanza Diplomatica che deve solo applicare la legge.

Posso solo dire che l’articolo l’ho scritto con la passione di un cittadino Italo-Europeo e non come avversario della volontà che ha la maggioranza degli albanesi e certamente per poter aiutare a cambiare questa ingiusta realtà.

Detto questo, devo aggiungere che personalmente sono più che convinto che in Albania non ci sono solo i 2000 cittadini italiani iscritti regolarmente, ma anche molto di più di loro che entrano ed’escono molto frequentemente anche se non hanno registrato la loro residenza qui.

Questo si capisce anche dal numero sempre in crescita dei passeggeri sui voli che arrivano a Tirana e questo fatto ci gioisce davvero molto. Ricordo che solo nel 1993 quando per la prima volta avevo portato un’amica Italiana a casa mia in Albania, non solo che erano tutti incuriositi ma era forse l’unica o solo una di due passeggeri italiani che volavano per Tirana, e i suoi genitori preoccupati e curiosi di come sarebbe finita questa visita.

Oggi nelle strade di Tirana tra le lingue straniere che senti di più è la lingua di Dante, la lingua melodiosa del nostro vicino e amico paese l’Italia che cambia la percezione del nostro paese e da una connotazione più europea, sempre il primo paese che osa ad avvicinare la nostra Albania all’Europa.

La mia percezione, di certo, rimane in vigore sugli argomenti e le responsabilità date come opinione verso l’Ambasciata Italiana molto rispettata e molto amica, ma pensiamo tutti a come rendere le relazioni tra i due paesi ancora più efficienti e arriviamo almeno laddove fino ad’ora li ha portato la libera iniziativa tra i cittadini dei due paesi.

PS: In relazione alla reazione della Commissione Europea a Tirana scriverò in un’altro momento!

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