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L’Albania e la sua voglia d’Europa

A cura di Daniela Piesco

L’iter di adesione dell’Albania all’Unione europea ha avuto inizio con la presentazione, da parte dello Stato, della relativa richiesta il 28 aprile 2009.

Già ufficialmente riconosciuta dalla Commissione europea come stato “potenzialmente candidato”, l’Albania intraprese i negoziati per stipulare un accordo di stabilizzazione e associazione (ASA) nel 2003.

Tale accordo è stato firmato il 12 giugno 2006, completando così il primo passo dell’Albania verso l’adesione all’Unione europea.

A seguito della sua domanda d’adesione, il 16 novembre 2009 il Consiglio dell’Unione europea chiese alla Commissione europea di preparare una valutazione della preparazione dell’Albania ad intraprendere i negoziati d’adesione.

L’iter storico del processo d’integrazione dell’Albania

La Commissione sottopose al governo albanese il questionario sul grado di compatibilità della legislazione albanese con le normative comunitarie, le cui risposte furono consegnate nel 2010.

Dal 2010 la Commissione presenta le sue considerazioni sul progresso dell’Albania nel processo d’integrazione europea nei rapporti annuali sull’allargamento, di cui l’ultimo è stato pubblicato il 10 ottobre 2012.

In esso la Commissione raccomanda al Consiglio europeo di attribuire all’Albania lo status di paese candidato non appena avrà realizzato alcune importanti riforme

Non appena vengano realizzate riforme rilevanti in tutte le sue aree critiche ossia :

-pubblica amministrazione;

-organizzazione giuridica e della funzione pubblica (il Rule of Law);

corruzione, crimine organizzato, diritti fondamentali.

Riforma costituzionale

Un passo fondamentale verso l’apertura dei negoziati d’adesione è stata l’approvazione all’unanimità da parte dell’Assemblea della riforma costituzionale del sistema giudiziario avvenuta il 21 luglio 2016, ritenuta indispensabile dai responsabili politici dell’Unione europea per combattere la corruzione dilagante nel paese.

Dopo diversi rinvii della decisione, dovuti prevalentemente all’opposizione dei governi francese, neerlandese e danese,il 24 marzo 2020 il Consiglio dell’Unione europea ha dato il via libera unanime all’apertura dei negoziati di adesione .

L’adesione riguarderà Albania e Macedonia del Nord, senza però fissare una data per il loro avvio, che sarà decisa dal Consiglio europeo, quando metterà l’allargamento all’ordine del giorno.

Cosa accade oggi

Il Parlamento olandese ha dato il via libera allo svolgimento della prima Conferenza intergovernativa tra Albania e Unione Europea.

Essendo uno dei paesi scettici per l’apertura dei negoziati con l’Albania, il Parlamento olandese ha fatto un passo indietro.

Allo stesso tempo ha chiesto che, per il rispetto delle condizioni, ci sia un rigoroso monitoraggio e sanzioni, nel caso in cui non siano soddisfatte .

Il parlamento olandese ha anche dato il via libera alla Macedonia settentrionale per l’avvio ufficiale dei negoziati di adesione con l’Unione europea.

Inoltre, il parlamento olandese, nella sua dichiarazione, sottolinea che l’Albania dovrebbe continuare a rafforzare la lotta contro la tratta e la corruzione,

La decisione del governo olandese di dire ‘sì’ all’apertura dei negoziati con l’Albania è stata accolta con favore dal ministro degli Esteri, Olta Xhaçka, che ha affermato che si tratta di una notizia tanto attesa per l’Albania.

Ecco le condizioni :

I Paesi Bassi cercano di far parte di missioni di monitoraggio delle forze dell’ordine.

Il Parlamento olandese ha approvato il 17 giugno lo svolgimento della Conferenza intergovernativa tra l’UE e l’Albania e la Macedonia settentrionale a condizione che:

  • I Paesi Bassi dovrebbero far parte di gruppi di monitoraggio sui progressi del paese nell’applicazione della legge, nell’istituzione della magistratura e nella lotta all’immigrazione. 
  • Hanno chiesto la presentazione di relazioni annuali sull’adempimento di questi requisiti da parte dei paesi che desiderano entrare a far parte del parlamento olandese.

“Inoltre, in caso di mancato o insufficiente progresso, il governo cercherà anche di applicare le sanzioni previste nel quadro di adesione”, si legge nella mozione, redatta da due legislatori olandesi.

Il governo olandese la scorsa settimana ha approvato l’apertura dei colloqui per l’Albania, dopo che tutti i requisiti dell’UE siano stati soddisfatti.

In ultimo va ricordato che :

i governi di Parigi e dell’Aia hanno chiesto un percorso differenziato e più difficile per l’ingresso dell’Albania, ciò rispetto a quanto vorrebbero per la Macedonia del Nord.

In particolare, in base a dichiarazioni di esponenti dei due esecutivi, il paese illirico dovrebbe effettuare incisive riforme in materia di giustizia pluralismo nei mezzi d’informazione..

A testimonianza delle difficoltà di tale processo, sono da tenere in considerazioni le critiche fatte alla fine di maggio del 2020, per quanto riguarda le riforme della giustizia albanese, da parte di Genoveva Ruiz Calavero, responsabile della Commissione Ue per i Balcani occidentali e Presidente dell’Azione Internazionale di Monitoraggio.

In pratica è l’organo esecutivo della UE che ha esplicitamente detto di non essere soddisfatto della situazione attuale nel paese balcanico, ciò nonostante le molteplici sollecitazioni provenienti da Bruxelles.

La stessa crisi causata dal Covid-19 non ha certo contribuito a distendere il clima.

Difatti l’Ue sembra intenzionata a consentire, a partire dal 1 luglio 2020, solo l’ingresso di cittadini serbi e montenegrini.

Ciò a dimostrazione delle grosse difficoltà che incontra il governo di Tirana nel suo tentativo d’integrazione nell’Unione.

Daniela Piesco Vice Direttore Radici

Redazione Radici

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