L’apertura di due centri per migranti gestiti dall’Italia in Albania, prevista per lunedì 20 maggio, è stata ritardata a causa di lavori di costruzione non ancora terminati, ha dichiarato un funzionario portuale albanese.
L’Albania riceverà i migranti prelevati dalle acque internazionali in un centro a Shengjin, sul Mare Adriatico, per poi trattarli in un altro centro nell’entroterra, in base a un accordo controverso stipulato con l’Italia.
Sander Marashi, direttore del porto di Shengjin, ha dichiarato che lunedì non ci saranno migranti perché “sono in corso lavori di costruzione” nel porto.
Le autorità italiane e albanesi hanno mantenuto un riserbo sui presunti ritardi.
La scorsa settimana, l’agenzia di stampa ANSA ha riferito che il ritardo è stato causato da battute d’arresto nei lavori di costruzione eseguiti da aziende italiane.
“Gli ingegneri militari italiani che lavorano nei siti di Shengjin e Gjader, in base all’accordo tra Roma e Tirana, non hanno ancora completato la costruzione delle strutture di accoglienza”, ha riferito l’agenzia di stampa italiana.
All’inizio di maggio, nel centro portuale di Shengjin erano stati installati solo una decina di piccoli blocchi prefabbricati.
Una volta terminato, il sito di 4.000 metri quadrati sarà circondato da mura alte quattro metri, secondo le autorità locali.
Dopo la registrazione, i migranti saranno portati a Gjader, un’ex base militare a circa 20 chilometri dal porto. Lì rimarrebbero mentre le loro richieste di asilo vengono gestite.
I due centri, finanziati e gestiti dall’Italia, potrebbero ospitare fino a 3.000 migranti alla volta, salvati da navi italiane in mare.
L’Italia coprirà completamente le spese per la costruzione, la sicurezza e l’assistenza medica dei richiedenti asilo, stimate tra i 650 e i 750 milioni di euro in cinque anni.
Il numero di persone che cercano di raggiungere l’Europa attraverso l’Italia è aumentato significativamente nel 2023, secondo il Ministero degli Interni italiano.
L’anno scorso, 157.652 persone sono arrivate sulle coste italiane rispetto alle 105.131 del 2022.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha dichiarato che l’anno scorso più di 3.000 migranti privi di documenti sono scomparsi nel tentativo di compiere la pericolosa traversata dal Nord Africa.
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